Corriere della Sera, Bertinotti: "Su Folli 'Liberazione' ha sbagliato, ma delle dimissioni di Curzi non so nulla". Ferrando (Prc): "E' preoccupante la condotta politica dei dirigenti della sinistra italiana". Bondi (Forza Italia): "L'Unità come Il Male"
'Liberazione' ha fatto «un errore» nel definire Stefano Folli «un cerchiobottista» permeabile alla destra, ma il segretario del Prc Fausto Bertinotti non crede che si arriverà alle dimissioni del direttore del quotidiano del partito Sandro Curzi per la divergenza di opinioni (una vera e propria spaccatura, avevano titolato il 'Manifesto' e il 'Giornale'), apertasi sul cambio della direzione al 'Corsera'. A bacchettare 'Liberazione', senza drammatizzare il contrasto con Curzi, è stato lo stesso Bertinotti, rispondendo alle domande dei giornalisti a margine di un comizio ad Ancona. Subito dopo la nomina di Folli, Bertinotti aveva espresso apprezzamento per «l'acume politico e l'autonomia di giudizio» del successore di De Bortoli. Ma 'Liberazione' era uscita con un fondo di Beppe Lopez in cui si dava conto della «conquista del 'Corriere della Sera' da parte di Berlusconi». Fondo pienamente condiviso da Curzi, ma non dalla portavoce di Bertinotti Ritanna Armeni (24 ore dopo ne aveva contestato il contenuto sulle stesse pagine di 'Liberazione'), nè dalla condirettrice del quotidiano Rina Gagliardi, che il 30 maggio ha scritto: «il Corriere non è espugnato», e la scelta di Folli è una nomina di garanzia. Risultato: redazione spaccata (secondo il 'Manifesto' di ieri) e (secondo il 'Giornale', che oggi gli dedica un'intervista) Curzi furioso e pronto a lasciare la poltrona di direttore. «Ho appena sentito Bertinotti - si leggeva nell'intervista - e gli ho detto che se il partito mi toglie la fiducia mi dimetto». Ma in serata, alla domanda se la divergenza di idee sia tale da far prefigurare le dimissioni di Curzi, Bertinotti ha risposto testualmente: «Non lo so perchè non me ne ha mai parlato nè direttamente nè indirettamente». Per poi aggiungere: «Io naturalmente non credo che esista il problema delle dimissioni solo perchè esiste una diversità su un punto di vista». «Ho pensato che 'Liberazione' abbia fatto un errore a classificare un giornalista di valore come Stefano Folli come un cerchiobottista influenzabile dalla destra, e ho detto, semplicemente, che non ero d'accordo» ha concluso il segretario del Prc. (ANSA). La condotta politica dei gruppi dirigenti della sinistra italiana riguardo al caso del Corriere della Sera «è obiettivamente preoccupante». A denunciarlo è Marco Ferrando, portavoce di «Progetto Comunista», della sinistra Prc, e componente della direzione nazionale del Partito di Rifondazione Comunista. «Invece di denunciare l'intromissione del governo e dei più alti vertici istituzionali nell'allontanamento di un direttore inviso a Berlusconi», sottolinea Ferrando, invece di dare solidarietà ai giornalisti in sciopero, «si preferisce inviare apprezzamenti e auguri al nuovo direttore e si invita a desistere da ogni protesta. Mi pare incredibile». Ferrando si dice sorpreso «non dai vertici Ds, in realtà subalterni ai poteri forti e alla logica consociativa richiesta da Ciampi». «Mi preoccupa invece - dice - la posizione assunta dalla segreteria nazionale del PRC. Che sembra di fatto subordinare in questo caso la stessa opposizione a Berlusconi all'annunciato incontro governista con l'Ulivo». Questa, conclude l'esponente della sinistra Prc, «è l'ennesima riprova che solo la rottura con il centro dell'Ulivo può consentire un'opposizione coerente a Berlusconi».(ANSA). "Il titolo de l'Unità di oggì ('Il Papa difende la libertà del Corriere') rasenta la comicità". Lo afferma il portavoce di Forza Italia, Sandro Bondi, secondo cui "si potrebbe dire che il prestigioso quotidiano l'Unità sta correndo il rischio di assumere le sembianze del giornale satirico 'Il Male', se non dimostrasse l'assoluta mancanza di rispetto per il magistero e per le parole del Santo Padre e della Chiesa Cattolica". "Il Papa ha anche rivolto l'invito ai giornalisti a non essere 'agenti di propaganda e di disinformazione', ma non crediamo - conclude Bondi - si sia rivolto al direttore de l'Unità Furio Colombo".(ANSA).