Sul Corriere del Veneto e sul Corriere di Verona di oggi, 10 settembre, è pubblicato un comunicato dell'assemblea dei giornalisti che riportiamo di seguito. Si tratta di una presa di posizione netta e molto importante alla quale si affianca il Sindacato giornalisti Veneto che «condivide da sempre la battaglia per i diritti e le tutele dei collaboratori, siano essi cronisti, fotografi, videomaker. Le aziende editoriali, nel caso specifico Rcs Edizioni Locali – osserva il sindacato regionale –, non possono e non devono scaricare il "rischio d’impresa" per quanto riguarda cause in sede penale e civile sull'anello più debole e fragile della filiera produttiva, spesso in prima linea nella raccolta delle notizie sul territorio e sottopagato. La tutela legale, qualora non sia invocata per condotta dolosa, deve essere sempre garantita altrimenti viene meno, come scrivono i colleghi, non solo la fiducia ma anche la lealtà che fanno parte intrinseca di ogni rapporto di lavoro».
IL DOCUMENTO
Una foto di piazza, commissionata, come migliaia d'altre a uno dei fotografi storici del Corriere del Veneto. Una bella foto, poi pubblicata per raccontare una città immobile per le restrizioni della zona rossa. Un pezzetto di foto-giornalismo, una donna solitaria seduta ai tavolini di un bar ancora chiuso in una piazza semideserta. Le immagini, l'altro lato del nostro mestiere. Poi però, per quella foto, arriva una causa legale imprevista e improvvisa. Una richiesta di danni da parte della donna nei confronti di Rcs Edizioni Locali per una presunta violazione della privacy. L'ufficio legale dell'azienda ne contesta in prima battuta la pretestuosità, ma si affretta a scaricare, in subordine, la responsabilità e l'eventuale pagamento dei danni sul fotografo.
Quindi ci risiamo. Prima i tagli, poi gli accorpamenti, ora i contratti dei fotografi e, per analogia, dei collaboratori che scaricano sui singoli colleghi le eventuali conseguenze economiche delle cause civili e le richieste di risarcimento danni da parte di terzi. Negli ultimi anni abbiamo assistito a un progressivo prosciugamento dei dorsi locali e oggi a un grave strappo a quella fiducia che permette a giornalisti e fotografi di lavorare serenamente.
Oggi sappiamo che l'azienda non ha alcuna remora a scaricare e a lasciare da soli tutti quelli che lavorano per Urbano Cairo contribuendo al buon andamento dei conti dell'editore. Ancora una volta l'azienda dimostra di non comprendere come funziona un giornale locale che sul territorio ha bisogno di persone in carne e ossa – che siano collaboratori o fotografi – per trovare le notizie, elaborarle e consegnarle ai lettori attraverso la carta o il sito web. Persone che hanno bisogno di poter contare su Rcs di fronte agli imprevisti legali.
Non possiamo restare in silenzio di fronte a un nostro collega, fotogiornalista scaricato con una inequivocabile memoria difensiva dell’ufficio legale dell'azienda che rappresenta un precedente pericoloso. L'azienda assicura a voce che questo è un caso molto particolare che verrà in qualche modo risolto e che i collaboratori saranno sempre coperti dall'assistenza legale, ma si rifiuta di metterlo per iscritto.
Su un tema tanto cruciale per la dignità e la sostenibilità del nostro lavoro e per un’informazione di qualità, riteniamo che le rassicurazioni verbali non siano accettabili. Soprattutto quando il patto di fiducia è stato gravemente incrinato.
L'assemblea dei giornalisti del Corriere del Veneto e del Corriere di Verona