Anche la Corte d’Appello del Tribunale del lavoro di Roma ha riconosciuto, nella causa pilota promossa dall’Associazione stampa romana per l’applicazione del Contratto di lavoro giornalistico, lo svolgimento di mansioni proprie di un profilo superiore (D3 invece dell’attuale D1) da parte degli addetti stampa del Consiglio regionale del Lazio. La motivazione è stata depositata lo scorso 29 settembre. A tutt’oggi, però, l’Amministrazione della Pisana non ha ancora adeguato il trattamento dei propri giornalisti alle decisioni del Giudice del lavoro.
Anche la Corte d’Appello del Tribunale del lavoro di Roma ha
riconosciuto, nella causa pilota promossa dall’Associazione stampa romana per
l’applicazione del Contratto di lavoro giornalistico, lo svolgimento di
mansioni proprie di un profilo superiore (D3 invece dell’attuale D1) da parte
degli addetti stampa del Consiglio regionale del Lazio. La motivazione è stata
depositata lo scorso 29 settembre. A tutt’oggi, però, l’Amministrazione della
Pisana non ha ancora adeguato il trattamento dei propri giornalisti alle
decisioni del Giudice del lavoro.
Inoltre, non si è ancora provveduto alla nomina di un nuovo responsabile
dell’ufficio stampa, come prevede la legge 150/2000. Ciò nonostante gli
innumerevoli interventi sindacali e le rassicurazioni date in tal senso dal
presidente Consiglio regionale del Lazio, Daniele Leodori.
Negli ultimi mesi il Consiglio regionale del Lazio ha tuttavia proceduto a
nominare diversi dirigenti. Tali nomine non sono apparse urgenti come la
copertura di una posizione, quella di capo ufficio stampa appunto, prevista
esplicitamente da una legge dello Stato e vacante dal 2010.
Per sopperire alle proprie carenze nell’organico, l’Amministrazione della
Pisana ha preferito svolgere una selezione interna di dubbia legittimità, per
l’attribuzione di 18 funzioni dirigenziali a personale non dirigente, di durata
non superiore a due anni, tra le quali anche quella del responsabile
dell’ufficio stampa, relegando così tale figura a un ruolo marginale.
Tale procedura non ha portato ad alcuna nomina, ma, nell’ambito della
riorganizzazione degli uffici, il 7 agosto scorso è stata conferita a una
dipendente non giornalista una nuova “posizione organizzativa” denominata
“Coordinamento generale” dell’ufficio stampa, mentre agli addetti stampa è
stato ridotto il trattamento economico.
Considerato che quanto avviene nell’ufficio stampa del Consiglio regionale del
Lazio è in netto contrasto con la legge 150/2000, costituisce una violazione
del principio dell’autonomia nella gestione quotidiana dell’informazione,
garantito dalla legge 69/1963 sull’Ordinamento della professione di
giornalista, della Carta dei doveri del 1993 e della giurisprudenza
costituzionale, l’Associazione stampa romana chiede l’immediato inquadramento
degli addetti stampa del Consiglio regionale del Lazio nel profilo
professionale corrispondente alla posizione economica D3, l’immediata nomina
del nuovo capo ufficio stampa e l’annullamento della determinazione che
attribuisce a una dipendente non giornalista la posizione organizzativa
denominata “Coordinamento generale” dell’ufficio stampa.