«'No. No. E no. Forse. Non sappiamo'. Sono queste le risposte che Condé Nast ha servito ai suoi giornalisti, discutendo del futuro dell'azienda e delle sue testate. Anche per questo, l'assemblea dei giornalisti Condé Nast è molto preoccupata per lo scenario sempre più incerto che incombe su una delle più importanti aziende editoriali al mondo, che pubblica testate prestigiose come Vogue, Glamour, Gq, Vanity Fair, Wired, AD, Traveller, La Cucina Italiana». È quanto scrivono i redattori del gruppo in una nota rilanciata dall'Associazione Lombarda dei Giornalisti.
«Questa – proseguono – è la situazione che devono affrontare oggi i giornalisti:
Il destino di Glamour e Glamour.it è appeso a un filo. La redazione è stata privata di risorse fondamentali, senza sostituzione, e non si sa se proseguiranno le pubblicazioni nel 2020. Con il paradosso che la redazione continua a lavorare per un giornale che non si sa se uscirà ancora e come;
L'azienda rifiuta categoricamente di riassorbire tre colleghe in cassa integrazione, la cui scadenza è a febbraio 2020 e le cui testate di appartenenza, seppure in forma diversa, continuano a uscire regolarmente nonostante ne fosse annunciata la chiusura;
L'azienda vuole creare un'unità organizzativa redazionale (U.O.R.) che serva a sviluppare libri e prodotti editoriali. Ma non dà chiarezza sul piano editoriale, non accetta di impiegare le colleghe cassintegrate o quelle 'precarie' di Glamour. In compenso, vuole ulteriormente tagliare gli organici delle altre testate, già allo stremo per la mole di lavoro;
In cinque anni, dal 2014, i giornalisti di Condé Nast sono passati da 170 a 86».
Da qui le richieste all'azienda, affinché: «Chiarisca al più presto il destino di Glamour e consideri di recuperare le colleghe nelle testate del gruppo e nella nascente U.O.R.; si impegni a riassorbire le tre colleghe in cassa integrazione; riconosca le richieste dell'assemblea dei giornalisti sulle garanzie per i lavoratori che saranno impiegati nella U.O.R.; apra un piano di incentivi generale e negoziato con l'assemblea dei giornalisti».
Finché l'azienda non sarà disponibile a incontrare il Comitato di redazione e discutere di queste proposte, l'assemblea dei giornalisti Condé Nast dichiara lo stato di agitazione.