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Giudiziaria 23 Gen 2012

Collega perquisito in casa e alla Gazzetta del Mezzogiorno La colpa? Scrivere dopo 18 anni dell'omicidio di Elisa Claps

“I giornalisti italiani esprimono profondo sconcerto e incredulità per quanto accaduto oggi a Potenza dove, su disposizione della Procura di Salerno, sono state sottoposte a perquisizione la scrivania del collega Fabio Amendolara, oltre alla sua abitazione, prima di condurre lo stesso giornalista in Questura. Atti avvenuti, secondo quanto si è riusciti a capire sino a questo momento, sempre nell'ambito dell'inchiesta sull'omicidio di Elisa Claps, la ragazza potentina uccisa nel sottotetto della Trinità il 12 settembre 1993, a Potenza, e per il cui assassinio è stato condannato a 30 anni di reclusione Danilo Restivo.

“I giornalisti italiani esprimono profondo sconcerto e incredulità per quanto accaduto oggi a Potenza dove, su disposizione della Procura di Salerno, sono state sottoposte a perquisizione la scrivania del collega Fabio Amendolara, oltre alla sua abitazione, prima di condurre lo stesso giornalista in Questura. Atti avvenuti, secondo quanto si è riusciti a capire sino a questo momento, sempre nell'ambito dell'inchiesta sull'omicidio di Elisa Claps, la ragazza potentina uccisa nel sottotetto della Trinità il 12 settembre 1993, a Potenza, e per il cui assassinio è stato condannato a 30 anni di reclusione Danilo Restivo.

 Se di questo si tratta, bisogna dedurre che, a diciotto anni di distanza da quel delitto, esistono ancora zone d'ombra che offuscano il raggiungimento di una completa verità su quanto accaduto e/o sulle responsabilità, dirette e indirette, che hanno fatto da contorno a quel crimine. E' forse da imputare ai giornalisti, a chi dà conto dei fatti, a chi prova a scavare per far luce su quella vicenda, il mancato raggiungimento di una piena verità? Ciò che succede è che, a distanza di un anno (era l'8 gennaio 2011), agenti di polizia sono tornati a perquisire lo stesso giornalista, la sua stessa abitazione, la sua medesima postazione di lavoro. Siamo costretti a prendere atto ancora una volta che lo sforzo di svolgere con rigore il proprio mestiere viene valutato come una colpa e non come un merito. I giornalisti italiani, attraverso i loro organismi unitari di rappresentanza (Ordine nazionale e Ordine regionale, Fnsi e Associazione della Stampa), respingono con fermezza il tentativo di trasformarli in capri espiatori di altri conflitti ai quali sono del tutto estranei. I giornalisti italiani esprimono la più convinta solidarietà e vicinanza al collega Amendolara e alla Gazzetta del Mezzogiorno e, nel riservarsi di attivare ogni idonea iniziativa a tutela del collega e della libertà di informazione, sottolineano il valore essenziale del diritto/dovere di cronaca e di critica il cui svolgimento in condizioni di autonomia e libertà costituisce uno dei misuratori fondamentali della tenuta della democrazia di un Paese.”

 

 

 

@fnsisocial

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