«Fotografi e operatori video lasciati fuori dal Tribunale di Modena per l'avvio del processo sul femminicidio di Alice Neri». Lo denuncia l'Associazione Stampa Emilia-Romagna che, in una nota pubblicata venerdì 9 febbraio 2024 anche sul proprio sito web, spiega: «Prima del dibattimento, i giornalisti sono stati invitati, insieme al resto del pubblico, ad assistere da una saletta collegata a un monitor tramite sistema a circuito chiuso, ma lo spazio era troppo stretto da non consentirlo. È stato così necessario, ritardare l'inizio del processo e trasferire l'udienza in un'altra aula più grande».
L'Aser, assieme all'Associazione stampa modenese e all'Ordine dei giornalisti, aveva chiesto al Tribunale di poter realizzare immagini del dibattimento, o parti di esso, nel pieno rispetto delle persone coinvolte e della Corte senza ledere i diritti di alcuno, ma a tutela del diritto di cronaca e della libertà di stampa sancito dalla Costituzione.
«Pur ricordando che tale permesso era stato concesso a Reggio Emilia per il processo Saman e a Bologna per il processo Matteuzzi – incalza il sindacato regionale – il Tribunale di Modena ha risposto negativamente spiegando che per l'uccisione di Alice Neri "non ricorre un interesse sociale particolarmente rilevante alla conoscenza del dibattimento". In questo modo è stata negata ai colleghi la possibilità di lavorare al meglio al fine di offrire un'informazione accurata e completa su un processo di tale rilevanza».