«Il sindaco di Cerignola non ha bisogno di scomodare Balzac per colpire i resoconti della Gazzetta del Mezzogiorno sui disagi e disservizi dell'ospedale "Tatarella" e diffamare i giornalisti. È sufficiente si vada a rileggere la Costituzione, su cui ha certamente giurato, per scoprire che in Italia il diritto di cronaca e la libertà di stampa sono garantiti dall'articolo 21». È quanto sostengono, in una nota, l'Ordine dei giornalisti e l'Associazione della Stampa di Puglia, esprimendo «solidarietà e vicinanza al giornalista Gennaro Balzano, pubblicamente offeso in un post su Facebook dal primo cittadino di Cerignola, Francesco Bonito, per aver riportato i disagi degli operatori sanitari e i ripetuti episodi di furti e aggressioni che avvengono nell'ospedale cerignolano sull'edizione locale della Gazzetta di sabato scorso (9 giugno 2023, ndr)».
Il sindaco, incalzano Assostampa e Odg, «nella sua nota pretende di decidere quali siano le notizie meritevoli di attenzione che il giornale dovrebbe riportare, come l'inaugurazione di nuove attività assistenziali, e quali invece non dovrebbero essere menzionate perché, evidentemente, giudicate "scomode" dalla sua Amministrazione comunale e dalla Asl foggiana. Dimentica che la stampa è libera da almeno 77 anni e che i giornali non si fanno dettare la linea editoriale o l'agenda di cronaca né da lui né dalla più alta carica dello Stato».
Per i rappresentanti dei giornalisti di Puglia, «la tutela di questi principi dovrebbe essere la prima preoccupazione di un sindaco; la seconda quella di arrendersi all'idea che il sacrosanto diritto dei cittadini ad essere informati vale anche per le notizie che non piacciono a chi li amministra. Dunque, al netto degli sfoghi sui social, il sindaco Bonito se ne faccia una ragione: laddove ritenga vi siano gli estremi, si rivolga alle autorità competenti. Diversamente – concludono Ordine e Associazione della Stampa di Puglia – eviti di esercitare pressioni ingiuriose su Balzano e qualsiasi giornalista eserciti il diritto di cronaca. Da un primo cittadino con un passato da magistrato e parlamentare era lecito aspettarsi l'esercizio del diritto di critica, non certo l'abuso dell'insulto».