Per la prima volta la Cassazione ha confermato la condanna per interruzione e turbativa di pubblico servizio nei confronti di Gabriele Paolini, protagonista di numerosi interventi di disturbo durante le dirette televisive sia sulle reti pubbliche che su quelle private
In particolare la Sesta sezione penale della Suprema Corte ha rigettato il ricorso di Paolini contro la condanna a tre mesi di reclusione inflittale, dalla Corte di Appello di Roma, il primo ottobre 2007 per aver disturbato una diretta della giornalista Elisa Anzaldo del Tg1. Paolini dovrà anche risarcire la Rai, costituitasi parte civile con l'avvocato Marcello Melandri. I fatti per i quali l'imputato è stato condannato risalgono al giugno del 2001. Nel corso di una diretta televisiva, Paolini comparve durante un servizio dedicato ad alcuni studenti del liceo romano Giulio Cesare a conclusione del loro ultimo giorno di scuola. Quell'incursione costrinse la telecronista e gli operatori a ridurre la durata del servizio e a cambiare più volte le modalità di ripresa. In pratica, per la Cassazione, chi si apposta dietro le telecamere in una pubblica via, commette reato anche se è muto, immobile e non gesticola. La condanna di primo grado risale al nove maggio 2005. (ANSA)