«Come se fosse morta. Come se fosse orfana. Come se non avesse amiche. Come se fosse un fantasma. Che può essere attraversato dalle parole senza venire ferito di nuovo. È così che gran parte dell'informazione ha trattato la donna vittima dello stupro di gruppo che vede coinvolti giovani della Liguria bene. Un caso tra i più pruriginosi degli ultimi anni. Perché uno dei protagonisti è il figlio di Grillo». Lo denunciano, in una nota congiunta, le Commissioni pari opportunità della Fnsi, dell'Usigrai e del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti e l'associazione Giulia Giornaliste.
«Tanto è bastato per scatenare dibattiti pubblici e scrivere articoli e fare servizi televisivi come se non esistesse più alcuna regola. Come se la nostra professione non fosse soggetta ad alcuna deontologia», proseguono citando l'articolo 5bis del testo unico e il Manifesto di Venezia.
«Fino all'orrore assoluto di riportare i verbali dell'inchiesta sui giornali, passaggio per passaggio. Violenza su violenza. Umiliazione su umiliazione. Questo non è giornalismo, questa non è informazione», aggiungono Cpo Fnsi, Cpo Usigrai, Cpo Cnog e Giulia Giornaliste, che annunciano: «Abbiamo denunciato all'Ordine dei giornalisti i quotidiani La Verità, Libero, Il Tempo e Fanpage.it per la pubblicazione dei verbali e dei dettagli più scabrosi, in oltraggio ad ogni regola. Ma denunciamo con forza alla categoria e all'opinione pubblica anche tutte le testate che hanno fatto cattiva informazione, ammiccando al pubblico con racconti provocanti, ai limiti del lecito. Chiediamo una presa di distanza pubblica – concludono – a chi lotta in difesa della libertà di stampa e della convivenza civile».