“La vittima va alla sbarra. In un processo civile e temerario. E’ quanto sta capitando, incredibilmente, alla madre di Federico Aldrovandi, il ragazzo di Ferrara morto per i colpi ricevuti dopo un controllo di polizia, come solo dopo molti anni hanno potuto accertare i giudici grazie all’ostinata ricerca di verità di questa mamma coraggio e di alcuni giornali e giornalisti. Amari commenti sono stati espressi, e rilanciati sul piano nazionale dal sito di Articolo21, nel fondo del direttore de La Nuova Ferrara e da Patrizia Moretti, madre di Aldrovandi, dopo la notifica dell’apertura di una causa civile a Mantova nei prossimi giorni su denuncia di un Pm che non andò nemmeno sul luogo dove morì Federico lasciando subito dopo l’indagine.
La richiesta è quella di un risarcimento di 1.8 milioni di euro e segue altre querele di altri personaggi a vario titolo interessati nell’inchiesta, in una sorta di assurdo gioco da ‘guardie e ladri’, come denuncia Paolo Boldrini.
Davanti a un morto, sulla cui vicenda riportare a galla la verità è stata impresa titanica e dolorosa per la famiglia e di onore per giornali e giornalisti che non si sono arresi alle lacunose verità ufficiali, un processo di questo genere in sede civile contro di loro appare solo temerario. Sconcerta che la causa venne fatta – come scrive Boldrini per chiedere il risarcimento a fronte degli stessi concetti espressi dalla Moretti, riportati dal giornale, usati nelle sentenze di condanna di quattro poliziotti’. La Fnsi e l’Associazione Stampa Emilia Romagna, che avevano sempre sostenuto la ricerca di verità della famiglia Aldrovandi e il lavoro dei giornalisti liberi, continuano ad essere a lei vicine, nella convinzione che anche stavolta la giustizia darà una risposta giusta e sarà quella con la g maiuscola.”
PIENA E CONVINTA SOLIDARIETÀ DALL’ ASSOSTAMPA DELL’EMILIA-ROMAGNA
Il Consiglio Direttivo dell’Aser, Associazione Stampa dell’Emilia-Romagna, e l’Associazione Stampa Ferrara esprimono piena e convinta solidarietà ai colleghi de “la Nuova Ferrara” accusati di avere diffamato il pm Mariaemanuela Guerra. Causa scatenante sono gli articoli apparsi sul quotidiano ferrarese che i giornalisti sotto processo hanno realizzato riportando puntualmente quanto è accaduto nel corso del processo sul caso Aldrovandi, il ragazzo 18enne morto il 25 settembre 2008 per le percosse di quattro agenti condannati in secondo grado per eccesso colposo in omicidio colposo.La pm Guerra ha anche deciso di costituirsi parte civile al processo chiedendo un risarcimento almeno di 300 mila euro, ai quali va sommata la cifra di 1,5 milioni chiesta come risarcimento dalla stessa Guerra in un secondo procedimento in sede civile.
Tutto ciò rappresenta un palese attacco alla libertà d’informazione in quanto i giornalisti de “la Nuova Ferrara” hanno esercitato solamente il loro sacrosanto diritto-dovere di informare l’opinione pubblica, riportando tra l’altro le dichiarazioni rese in aula durante il processo che ha portato alla condanna dei quattro poliziotti coinvolti.
L’Aser e l’Associazione stampa Ferrara ribadiscono di avere piena fiducia nella magistratura e di essere certi che il procedimento a carico dei giornalisti chiarirà che l’unica responsabilità che hanno avuto i colleghi è quella di avere svolto bene il proprio lavoro.