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Sindacale 13 Nov 2009

Carlo Verna, segretario Usigrai, Vania De Luca, presidente Ucsi-Lazio e Paolo Butturini, segretario Asr sul nuovo contratto di servizio della Rai: "Invasione di campo dall'Agcom"

Una vera e propria invasione di campo, della quale non capiamo le ragioni. L’Autorità garante delle comunicazioni ha inserito nel nuovo contratto di servizio della Rai alcune linee guida sulla deontologia della professione giornalistica. Non ci risulta che l’authority abbia competenza in materia, eppure circola un testo che afferma : “La Rai è soggetta ad un concetto di pluralismo più stringente, in considerazione di particolari obblighi connessi alla prestazione di un pubblico servizio sostenuto da risorse pubbliche e del vasto numero di soggetti raggiunti dalle sue trasmissioni. Ciò esige un’applicazione attenta della deontologia professionale del giornalista che deve coniugare il principio di libertà con quello di responsabilità”.

Una vera e propria invasione di campo, della quale non capiamo le ragioni. L’Autorità garante delle comunicazioni ha inserito nel nuovo contratto di servizio della Rai alcune linee guida sulla deontologia della professione giornalistica. Non ci risulta che l’authority abbia competenza in materia, eppure circola un testo che afferma : “La Rai è soggetta ad un concetto di pluralismo più stringente, in considerazione di particolari obblighi connessi alla prestazione di un pubblico servizio sostenuto da risorse pubbliche e del vasto numero di soggetti raggiunti dalle sue trasmissioni. Ciò esige un’applicazione attenta della deontologia professionale del giornalista che deve coniugare il principio di libertà con quello di responsabilità”.

E chi giudicherebbe se questa norma, che fin qui la stragrande maggioranza dei giornalisti Rai ha sempre rispettato, è stato correttamente applicata? A quali principi ispiratori della professione, se non alla legge istitutiva dell’Ordine e alla Carta dei Doveri del Giornalista, dovrebbero rifarsi i colleghi della Rai? Oppure nell’informazione del servizio pubblico vigono regole tutt’affatto diverse da quelle che sono alla base della professione? A meno che, questa invasione di campo faccia parte di un disegno più ampio che tende a mettere sotto tutela l’informazione del servizio pubblico, asservendola direttamente al governo e sottraendola ai suoi “giudici naturali” che sono i cittadini e le istituzioni della categoria. Ci aspettiamo che i vertici dell’Ordine Nazionale facciano sentire la loro voce a tutela dell’autonomia dei colleghi della Rai, sempre più al centro di un tentativo di espropriazione che, questo sì, metterebbe a rischio il pluralismo e la completezza dell’informazione.

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