"Suona incredibile e fuori dal tempo, lontana dai principi del diritto delle moderne democrazie, un pugno rispetto alla giurisprudenza europea sui diritti umani, la sentenza di condanna al carcere per diffamazione a mezzo stampa inferta a tre giornalisti di Panorama. La sentenza, in primo grado, del giudice di Milano a carico di Giorgio Mulè (otto mesi di reclusione senza condizionale), direttore di Panorama, di Andrea Marcenaro (un anno di carcere) e di Riccardo Arena (un anno di reclusione), collaboratore del giornale, bisognerebbe poterla portare subito davanti alla Corte di giustizia europea per i diritti umani di Strasburgo per ottenerne il sicuro annullamento, là tanto palesemente in contrasto con quella giurisprudenza.
Il marcio sta nella legge italiana che ancora consente sentenze di questo tipo che diventano, regolarmente, più pesanti quando a presentare querela sono dei magistrati, come in questo caso. Il rispetto per la funzione dei giudici è totale da parte della Federazione Nazionale della Stampa, ma è indispensabile una legislazione diversa che in materia di reati di opinione elimini quanto più possibile elementi di discussione e di sconcerto come in questo caso. E’ evidente che prima di tutto va eliminata la pena detentiva per questo genere di reati, come la Fnsi richiede da tempo e ha sostenuto con forza appena sei mesi fa in occasione del tentativo parlamentare di aggravare, invece, il quadro normativo.
Il Sindacato dei giornalisti non chiede l’irresponsabilità per la categoria ma l’efficacia dei vincoli e della disciplina deontologici a tutela dei diritti delle persone, avendo sempre riguardo per il diritto dei cittadini ad un’informazione libera su tutti e su qualsiasi argomento senza censure, tanto meno preventive.
Il diritto alla rettifica deve essere altresì rispettato e va anche ricordato che, normalmente, chi esercita funzioni pubbliche ha sempre maggiori possibilità di qualsiasi cittadino di far sentire la propria voce, con gli atti come con le opinioni.
L’enormità di una sentenza che appare ingiusta (sia ben chiaro, si tratta di un’opinione) fondata su una legge che è base di ingiustizia rende chiaro quanto sia indispensabile una nuova legislazione di civiltà democratica avanzata e rispettabile.
Con questo spirito ai colleghi di Panorama “condannati” va la solidarietà della Fnsi contro il carcere per il reato di diffamazione a mezzo stampa”.
GIORNALISTI:GIUDICE MILANO CONDANNA MULÈ, 8 MESI RECLUSIONE
IN PROCESSO PER DIFFAMAZIONE A PROCURATORE PALERMO MESSINEO
Il Tribunale di Milano ha condannato il direttore di Panorama, Giorgio Mulè, a 8 mesi di reclusione, senza sospensione condizionale della pena, in un processo con al centro una presunta diffamazione ai danni del procuratore di Palermo, Francesco Messineo, in relazione ad un articolo del 2010 pubblicato sul settimanale. Condannato a un anno di carcere anche un altro giornalista, Andrea Marcenaro.
La notizia è stata riportata oggi da 'Il Giornale', dove compare anche un editoriale del direttore Alessandro Sallusti sulla vicenda. Sallusti, lo scorso autunno, era stato condannato in via definitiva per diffamazione di un altro magistrato, Giuseppe Cocilovo, a 14 mesi di reclusione dalla Cassazione ed è finito anche agli arresti domiciliari. A Sallusti, poi, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, aveva concesso la grazia.
Nel processo milanese Mulè era imputato per omesso controllo in relazione alla presunta diffamazione contestata a Marcenaro, autore dell'articolo su Messineo dal titolo ''Ridateci Caselli''. Il giudice monocratico di Milano, Caterina Interlandi, ha anche disposto un risarcimento di 20mila euro a favore del procuratore di Palermo.
La sentenza è di primo grado, quindi, prima che la pena diventi definitiva dovrà superare il vaglio della Corte d'Appello di Milano e della Cassazione. (MILANO, 23 MAGGIO - ANSA)
CONDANNATO MULÈ: ALTRO CRONISTA CONDANNATO,SENTENZA ASSURDA
''Sono stato condannato a un anno di carcere per diffamazione a mezzo stampa, per avere collaborato alla stesura del pezzo 'Aridatece Caselli', scritto dal collega Andrea Marcenaro: io ho avuto la sospensione della pena, Andrea e il direttore di Panorama, Giorgio Mulè, no.
Non entro nel merito della questione: per il processo ci sono altri due gradi di giudizio ma, proprio perché ritengo di avere fatto soltanto il mio lavoro di giornalista, mi è difficile comprendere e accettare questa sentenza, anche per la sua severità''. Lo dice il giornalista Riccardo Arena.
''Quel che mi appare assurdo e indegno di un Paese democratico è che la nostra legge - aggiunge - non rispettando la giurisprudenza delle Corti di Giustizia europee, preveda ancora oggi, nel 2013, che i giornalisti vadano o possano andare in galera per avere scritto un articolo. Credo che su questo vada fatta una battaglia unitaria, seria, concreta e immediata, da parte delle istituzioni e delle associazioni sindacali della categoria, per evitare che prima o poi qualcuno in carcere ci vada sul serio. Quel che è certo è che continuerò come sempre il mio impegno di cronista e all'interno delle Istituzioni professionali''. (PALERMO, 23 MAGGIO - ANSA)
L’ASSOCIAZIONE STAMPA SICILIANA COMUNICA:
GIORNALISTI CONDANNATI: INACCETTABILE IL CARCERE PER LA DIFFAMAZIONE
L’ennesima sentenza di condanna al carcere per i giornalisti accusati di diffamazione a mezzo stampa, emessa a Milano contro il direttore e due giornalisti di “Panorama”, conferma la inadeguatezza delle leggi esistenti in Italia che – contrariamente a quanto avviene negli altri stati europei - penalizzano in modo oggi inaccettabile, in un paese civile e democratico, i reati di opinione.
L’Associazione siciliana della Stampa, pur confermando il pieno rispetto per il lavoro dei magistrati, non può non rilevare come il ricorso alla pena della detenzione per i giornalisti costituisca una pesante minaccia alla libera espressione del pensiero e del lavoro giornalistico.
E allo stesso modo il sindacato non può non rilevare la circostanza che la pena del carcere ai giornalisti scatta ogniqualvolta il querelante è un magistrato come, nel caso in questione, il procuratore di Palermo Messineo.
Ai colleghi di Panorama e in modo particolare al collega Riccardo Arena, apprezzato presidente dell’Ordine del giornalisti di Sicilia e da anni in prima linea come cronista di giudiziaria del Giornale di Sicilia, va la incondizionata solidarietà del sindacato dei giornalisti siciliani.
PANORAMA: ORDINE GIORNALISTI SICILIA, CARCERE UNA VERGOGNA
"Il Consiglio dell'Ordine dei giornalisti di Sicilia esprime la propria solidarietà al collega - prim'ancora che presidente pro tempore – Riccardo Arena, condannato a un anno di carcere per diffamazione a mezzo stampa, nonché ai giornalisti Giorgio Mulè e Andrea Marcenaro". Cosi' si legge in una nota che prosegue: "Nonostante i 'soliti noti' continuino a ribadire che l'Italia è un Paese in cui la stampa è da considerare libera, infatti, i segnali che quasi quotidianamente arrivano -e da più parti- sono di significato diametralmente opposto. Nessuno intende entrare nel merito della sentenza (fra l'altro, manifestando fiducia nella giustizia, è lecito ricordare che ci sono ancora due gradi di giudizio), ma il carcere per un giornalista 'colpevole' di avere fatto il proprio lavoro è una vergogna che non è più possibile tollerare". (PALERMO, 23 MAGGIO - AGI)
CONDANNATO MULE': GHIRRA (ODG),SERVE RIFORMA SU DIFFAMAZIONE
''La condanna al carcere per diffamazione di Giorgio Mulè, Andrea Marcenaro e Riccardo Arena rilancia l'esigenza di un'immediata riforma nella quale devono avere un ruolo fondamentale sia la rettifica, sia le sanzioni disciplinari, sia l'istituzione di un Giurì per la lealtà e la correttezza dell'informazione''. Lo sostiene Giancarlo Ghirra, segretario del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, che chiede anche ''un intervento contro le querele intimidatorie e temerarie''.
''Non vogliamo difese corporative - precisa Ghirra in una nota - ma il rispetto delle norme europee. Rispetto alla sanzione penale è da preferire quella ordinistica. Si tratta di una sanzione severa, perché incide direttamente sulla vita professionale del giornalista. Pertanto andrebbero previste nuove modalità disciplinari che prevedano tempi più brevi e sanzioni non aggirabili, evitando quanto successo in passato, quando giornalisti sospesi o radiati hanno continuato a scrivere''. (ROMA, 24 MAGGIO - ANSA)
CONDANNATO MULÈ: CDR PANORAMA, MINACCIATA LIBERTÀ DI STAMPA
''I fiduciari di Panorama valutano con estrema preoccupazione la notizia della condanna in primo grado del direttore Giorgio Mulè per omesso controllo, e del collega Andrea Marcenaro e del collaboratore Riccardo Arena per diffamazione a mezzo stampa nei confronti del Procuratore della Repubblica di Palermo Francesco Messineo''. È quanto scritto in una nota del cdr del settimanale edito da Mondadori.
''In particolare ci colpisce la condanna a Mulè e Marcenaro (rispettivamente a 8 mesi e 1 anno) a cui viene negata la sospensione condizionale della pena e nei confronti dei quali - se la sentenza dovesse essere confermata nei successivi gradi di giudizio - si potrebbero aprire le porte del carcere'', si legge nel comunicato. ''Ancora una volta alcuni giornalisti pagano con una misura intimidatoria, che potrebbe privarli della libertà, per un reato di opinione visto che viene dato atto che nessuna falsità è contenuta nell'articolo incriminato''.
I fiduciari esprimono piena solidarietà a Mulè, Marcenaro e Arena e si appellano alla Federazione Nazionale della Stampa per una presa di posizione chiara in difesa della libertà di stampa ''sempre più minacciata dai poteri forti''. (ROMA, 23 MAGGIO - ANSA)
COMUNICATO CDR MONDADORI SUL CASO MULÈ
Il CdR dei giornalisti della Mondadori esprime sconcerto per la sentenza che condanna in primo grado, senza sospensione della pena, il direttore di Panorama Giorgio Mulè per omesso controllo, il collega Andrea Marcenaro e il collaboratore Riccardo Arena per diffamazione a mezzo stampa nei confronti del Procuratore della Repubblica di Palermo Francesco Messineo.
Al di là di quello che ciascuno può pensare dell'articolo sottoposto a giudizio, e delle posizioni in esso assunte, riteniamo che non sia degno di un Paese civile prevedere il carcere per i giornalisti.
La condanna, infatti, potrebbe portare alla reclusione se dovesse essere confermata nei successivi gradi di giudizio.
Esistono altri strumenti e mezzi per affrontare e risolvere simili vicende.
Da anni il nostro sindacato chiede una profonda riforma della normativa sulla diffamazione. No al carcere, sì al rispetto rigoroso del diritto del cittadino a una corretta informazione, con strumenti quali la rettifica ed eventuali sanzioni proporzionate alla gravità dei comportamenti.
Il CdR esprime solidarietà ai colleghi coinvolti.
Il CdR Mondadori
USIGRAI SU MULÈ , MARCENARO E ARENA. DICHIARAZIONE DEL SEGRETARIO USIGRAI VITTORIO DI TRAPANI
Ad ogni condanna al carcere di un giornalista per diffamazione, scatta la gara di solidarietà. Quindi non ci limitiamo a esprimere la nostra a Giorgio Mulè ,Andrea Marcenaro e Riccardo Arena, ma diciamo con fermezza che l'unico modo per mostrare reale sensibilità al tema è riformare. E servono 3 riforme urgenti: la depenalizzazione del reato di diffamazione, norme contro le querele temerarie, e procedure più agili per le sanzioni disciplinari dell'Ordine dei Giornalisti a tutela del diritto dei cittadini ad essere informati correttamente.
Vittorio di Trapani
Segretario Usigrai
GIORNALISTI: ART.21, CONDANNA COLLEGHI PANORAMA CI FARÀ ARRETRARE ANCORA
"Articolo21 esprime solidarietà ai colleghi di Panorama Giorgio Mulé, Andrea Marcenaro e Riccardo Arena condannati al carcere per diffamazione a mezzo stampa. Lo scrive in una nota il portavoce di Articolo21 Giuseppe Giulietti. "Condividiamo la presa di posizione della Fnsi e mettiamo a disposizione anche i nostri legali per portare immediatamente il caso di fronte alla Corte di giustizia europea; peraltro questa condanna non potrà che aggravare ulteriormente la posizione dell'Italia nella classifica internazionale sulla libertà di stampa che ci vede confinati al 57° posto proprio per i continui bavagli al diritto di cronaca". Da www.articolo21.org del 23 maggio 2013
ANSA/ CONDANNATO MULÈ: SOLIDARIETÀ A DIRETTORE DA PD A PDL
MARINA BERLUSCONI, NO ALLA PRIGIONE PER LA LIBERTÀ DI STAMPA
Va dal Pd al Pdl passando per Moderati e Fratelli d'Italia, senza dimenticare ovviamente 'Panorama' e la Mondadori tutta, a partire dal presidente Marina Berlusconi, la preoccupazione per la condanna a 8 mesi di reclusione senza sospensione condizionale della pena inflitta dal Tribunale di Milano al direttore di Panorama Giorgio Mulè per la presunta diffamazione ai danni del procuratore di Palermo, Francesco Messineo, per un articolo pubblicato nel 2010. Condannato a un anno di carcere anche il giornalista Andrea Marcenaro, autore dell'articolo su Messineo dal titolo 'Ridateci Caselli'.
A spada tratta la difesa del direttore fatta da Marina Berlusconi: ''La libertà di stampa - ha dichiarato - non può essere chiusa in una prigione. La critica, anche la più dura, a patto che non scada nell'insulto o nella menzogna, è il sale del confronto democratico, al quale nessuno può pensare di sottrarsi''.
Solidarietà bipartisan a Mulè e Marcenaro è stata poi espressa da molti esponenti politici. Ricordando il caso Sallusti, Renato Brunetta, presidente dei deputati del Pdl, ha detto che ''non c'è bisogno certo di ergersi a paladini per scandalizzarsi di questo cortocircuito giudiziario''. Questo ''ennesimo attacco alla libertà di stampa'' per Brunetta è anche ''frutto anche del fallimento della trattativa politica per rivedere il sistema delle pene per diffamazione''.
Solidarietà ai giornalisti anche dal capogruppo alla Camera di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni e da Mara Carfagna, portavoce dei deputati Pdl, che ha chiesto di abolire il carcere per la diffamazione, cosi' come lo ritiene ''esagerato'' il leader dei Moderati, alleati del Pd, Giacomo Portas, per il quale mandare in galera i giornalisti è ''una follia''. ''In questo paese - gli ha fatto eco il senatore Pd, Stefano Esposito - c'è una pericolosa deriva che strozza la libertà di stampa''.
Preoccupati per la condanna dei colleghi, i fiduciari di Panorama ''si appellano alla Federazione Nazionale della Stampa per una presa di posizione chiara in difesa della libertà di stampa ''sempre più minacciata dai poteri forti''. E la Fnsi si fa sentire, definendo la sentenza ingiusta e grave: ''Bisognerebbe poterla portare subito davanti alla Corte di giustizia europea per i diritti umani di Strasburgo per ottenerne il sicuro annullamento''. (MILANO, 23 MAGGIO - ANSA)