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Cronaca 18 Lug 2010

Calabrò: "Senza libertà di informazione non siamo cittadini ma sudditi. Il pluralismo valore prezioso costituzionalmente garantito" Il Segretario della Fnsi: "Le notizie non si possono nascondere"

"Senza libertà di informazione, non siamo cittadini ma siamo sudditi": lo sottolinea Corrado Calabrò, presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, ospite del Premio Tropea nelle vesti di poeta. Appellandosi all'articolo 21 della Costituzione, ai principi fondanti dell'Unione Europea e al Trattato di Lisbona, Calabrò torna sul dibattito di questi giorni sul ddl intercettazioni e parla anche dell'"esigenza di tutelare la dignità e la riservatezza" come diritto contrapposto a quello di informare e di essere informati, che però non deve mai consentire "di oscurare la mente".

"Senza libertà di informazione, non siamo cittadini ma siamo sudditi": lo sottolinea Corrado Calabrò, presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, ospite del Premio Tropea nelle vesti di poeta. Appellandosi all'articolo 21 della Costituzione, ai principi fondanti dell'Unione Europea e al Trattato di Lisbona, Calabrò torna sul dibattito di questi giorni sul ddl intercettazioni e parla anche dell'"esigenza di tutelare la dignità e la riservatezza" come diritto contrapposto a quello di informare e di essere informati, che però non deve mai consentire "di oscurare la mente".

E cita "il pluralismo come valore prezioso, costituzionalmente garantito", che rappresenta un antidoto per tutelare "dalla possibile prevaricazione di certa stampa e dal rischio di appiattimento su un pensiero unico".
La quarta edizione del Premio Tropea, già vinto da Roberto Saviano, Gianrico Carofiglio e Carmine Abate, si chiuderà stasera. La terna dei finalisti è composta quest'anno dal giornalista Gad Lerner, autore dell'autobiografico 'Scintille' (Feltrinelli), dalla giallista spagnola Alicia Gimenez-Bartlett, in gara con  'Il silenzio dei chiostri' (Sellerio, lo stesso editore di Andrea Camilleri) e dal trentenne Mattia Signorini, che partecipa con 'La sinfonia del tempo breve' (Salani).
Alicia Gimenez-Bartlett lancia un sasso: "La stampa ha veramente troppo potere". Le fa eco Lerner: "Questo è sicuramente un problema serio ma non lo adopererei come argomento per limitare la libertà di espressione. Il giornalista, che ha da poco rinnovato per due anni il contratto con La7, l'emittente su cui conduce 'L'Infedele, è critico verso la tv italiana: "A Gerusalemme - racconta - ho incontrato un tizio dell'antiterrorismo che mi ha detto 'vediamo Raiuno e Canale 5. Siete la tv delle ragazzine'. A mio avviso il problema è, più che altro, che non esistono altri modelli femminili. Lo trovo anacronistico - aggiunge - ma corrisponde ad un immaginario politico misto arrapato-clericale.    Quello della donna ancora marginalizzata dei centri di potere è un tema su cui Lerner torna quando gli viene chiesto di esprimersi sulla regione che ospita il Premio Tropea. "La Calabria, fatta da due milioni di abitanti, di cui almeno uno di donne, non è stata capace di inserirne una nel governo della regione. La Calabria si autoflagella da sempre considerandosi una terra arretrata, indietro di 70 anni rispetto al resto del Paese ma proprio in questi giorni una vasta operazione anti 'ndrangheta ha smantellato una rete presente in tutta Italia che coinvolgeva  persino alcuni esponenti della Lega Nord, a riprova che la Calabria è, a tutti gli effetti, un pezzo di Italia integrato nel sistema". 'Scintille', che intreccia le vicende personali di Gad Lerner e della sua famiglia con momenti storicamente rilevanti, concorre anche per il Premio Campiello. (ANSA) SIDDI, LE NOTIZIE NON SI POSSONO NASCONDERE
''Le notizie non possono essere mai nascoste, tanto meno negate per legge. Il nuovo autorevole intervento del presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Corrado Calabrò, sottolinea come l'informazione sia un bene pubblico essenziale attraverso il quale ogni persona ha la possibilità di essere cittadino a pieno titolo di diritti, di espressione e partecipazione e non suddito. Questo bene va perciò tutelato e garantito e il ddl intercettazioni, così come approda all'esame della commissione Giustizia della Camera all'inzio della settimana, richiede radicali cambiamenti''. A sottolinearlo è Franco Siddi, segretario della Federazione nazionale della stampa.
''Non possono essere elementi procedurali - continua Siddi - a impedire la restituzione ai cittadini del diritto negato alla cronaca giudiziaria puntuale e corretta nel tempo debito. Le notizie sulle inchieste di maggiore rilievo per la valutazione dei comportamenti di ampi settori della pubblica amministrazione dimostrano quanto sia necessario avere come linea guida la trasparenza; anche nell'osservazione della giustizia nel mentre svolge il suo corso. Per la Fnsi esistono già le norme di tutela di un altro diritto rilevante come quello della privacy.
Se si vuole rendere più efficaci gli strumenti di applicazione del codice deontologico approvato dall'Autorità di tutela della privacy si tratta di affrontare seriamente la proposta di istituzione del Giurì per la lealtà dell'informazione''.
''Per quanto riguarda le notizie di cronaca giudiziaria durante la fase preliminare delle indagini - conclude il segretario della Fnsi - la materia non può trovare regolamentazione punendo editori e giornalisti ma semmai ulteriormente precisando le attuali competenze dei vari operatori e uffici che curano le indagini stesse. La pubblicità del processo non solo nasce dalla Costituzione, ma è garanzia di processo giusto''. (ANSA)

INTERCETTAZIONI: FIEG, RIPRISTINARE RISPETTO DIRITTO CRONACA

''Riportare con gli emendamenti il ddl intercettazioni al rispetto del diritto di cronaca'': è la richiesta di Carlo Malinconico, presidente della Federazione italiana degli editori.

''Gli emendamenti al ddl intercettazioni presentati nelle ultime ore da diversi parlamentari, particolarmente dalla presidente Bongiorno ma anche da altri autorevoli componenti, di maggioranza e opposizione, della commissione Giustizia e da altri parlamentari ancora come l'on. Mazzucca – afferma Malinconico in una nota - contengono passi in avanti nella composizione tra tutela della privacy e garanzia del diritto di cronaca. Mi riferisco alla previsione di strumenti di filtro per eliminare all'origine le intercettazioni che attengono a fatti squisitamente privati. E agli emendamenti che limitano le sanzioni per la pubblicazione di intercettazioni non più segrete solo al caso di registrazioni delle quali il magistrato ha ordinato la distruzione. Per il resto - sottolinea ancora il presidente della Fieg - deve valere esclusivamente il rafforzamento degli strumenti, interni al processo, di prevenzione dell'uscita di documenti e non la compressione del diritto di cronaca quando le notizie sono già uscite. Vanno quindi semmai aggravate le responsabilità dei titolari degli uffici di Procura, degli investigatori e dei delegati alle intercettazioni, che allo stato attuale andrebbero esenti da sanzioni o verrebbero puniti con sanzione inferiore a quella inflitta ai giornalisti. Il che è paradossale''.

La Fieg ''è consapevole dei profili di ammissibilità che si pongono per taluni di questi emendamenti. Ma è anche consapevole che il problema è di condivisione politica del testo, sul quale auspica il maggior consenso possibile delle forze politiche, in considerazione della rilevanza costituzionale della materia. L'inammissibilità è uno strumento procedurale di disciplina dell'andamento dei lavori parlamentari, ma non esclude la possibilità che il Parlamento si riesprima nel merito. Ciò anche per evitare che le Camere siano costrette a reintervenire subito dopo, con una correzione del testo eventualmente appena approvato. Correzione che si renderebbe assolutamente necessaria - conclude Malinconico – se lo sbarramento a emendamenti di correzione in senso costituzionale del ddl venisse da profili solo procedurali. Ed è alla reale e sostanziale volontà delle forze politiche sul merito del provvedimento che la Fieg guarderà con la massima attenzione''. (ANSA)

INTERCETTAZIONI: ORE DECISIVE, ALTOLÀ AGCOM-FIEG-FNSI
SI CERCA INTESA, DOMANI POSSIBILE INCONTRO ALFANO-BONGIORNO
''Senza la libertà di informazione non siamo cittadini, siamo sudditi'': il monito del presidente dell'Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, Corrado Calabrò, arriva alla vigilia del possibile incontro tra il Guardasigilli Angelino Alfano e il presidente della commissione Giustizia della Camera Giulia Bongiorno sul ddl intercettazioni.
Gli emendamenti presentati da Bongiorno e dal capogruppo del Pdl in commissione Enrico Costa avrebbero risolto molti problemi. Ma restano ancora nodi da sciogliere, come quelli che riguardano appunto la libertà di stampa: non a caso l'altolà di Calabrò viene subito rilanciato da Federazione degli editori e Federazione nazionale della stampa.
Per trovare un punto di equilibrio all'interno del Pdl, si dovrebbe fare però una forzatura regolamentare, considerando 'ammissibile' un emendamento che interviene su un punto del testo sul quale c'è già stata la cosiddetta 'doppia conforme' (la pronuncia sia della Camera sia del Senato). Cosa che può essere decisa solo dal presidente della Commissione e da quello della Camera. Nel caso specifico, siccome a Palazzo
Madama si è intervenuti sulle sanzioni agli editori, il tentativo è quello di 'ritoccare' anche la parte che riguarda i giornalisti e i divieti di pubblicazione.
Il presidente della Fieg, Carlo Malinconico, sottolinea che ''l'inammissibilità è uno strumento procedurale di disciplina dell'andamento dei lavori parlamentari, ma non esclude la possibilità che il Parlamento si riesprima nel merito. Ciò anche per evitare che le Camere siano costrette a re intervenire subito dopo, con una correzione del testo eventualmente appena approvato. Correzione che si renderebbe assolutamente necessaria - ammonisce Malinconico - se lo sbarramento a emendamenti di correzione in senso costituzionale del ddl venisse da profili solo procedurali''.
Concorda il segretario della Fnsi, Franco Siddi, che insiste sulla necessità di ''radicali cambiamenti'' al provvedimento: ''Non possono essere elementi procedurali a impedire la restituzione ai cittadini del diritto negato alla cronaca giudiziaria puntuale e corretta nel tempo debito''. Per il sindacato dei giornalisti, ''esistono già le norme di tutela di un altro diritto rilevante come quello della privacy. Se si vuole rendere più efficaci gli strumenti di applicazione del codice deontologico approvato dall'Autorità di tutela della privacy, si tratta di affrontare seriamente la proposta di istituzione del Giurì per la lealtà dell'informazione''.
Anche Calabrò ricorda l'''esigenza di tutelare la dignità e la riservatezza'' come diritto contrapposto a quello di informare e di essere informati, che però non deve mai consentire ''di oscurare la mente''. E cita ''il pluralismo come valore prezioso, costituzionalmente garantito'', un antidoto per tutelare ''dalla possibile prevaricazione di certa stampa e dal rischio di appiattimento su un pensiero unico''. (ANSA)

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