Un giornalista appassionato e tenace, un sindacalista valoroso e capace di visione, un uomo colto e gentile: Piero Mannironi è innanzitutto questo nel ricordo dei lavoratori dell'informazione sarda che domenica 6 marzo 2022, a poco più di un anno dalla sua morte a 67 anni, gli hanno intitolato la sala riunioni del direttivo dell'Associazione della stampa.
All'evento hanno preso parte il presidente della Fnsi Giuseppe Giulietti, il presidente dell'Ordine dei giornalisti della Sardegna Francesco Birocchi, il presidente dell'Assostampa sarda Celestino Tabasso e la vicesegretaria della Fnsi Daniela Scano, moglie di Mannironi oltre che sua collega alla Nuova Sardegna, che è intervenuta insieme con i figli Antonio e Claudia, presenti anche in rappresentanza della sorella Bianca.
Se Giulietti ha tratteggiato la figura sindacale e professionale di Mannironi – presidente dell'Assostampa sarda dal 1987 ai primi giorni del 1992 e in seguito consigliere dell'Ordine sardo e presidente del Consiglio di disciplina – definendola esemplare per l'attitudine al confronto e per l'attenzione alla memoria, Daniela Scano ne ha sottolineato il lato umano, il profilo di un uomo schivo e quasi perplesso davanti agli attestati di stima e gratitudine che gli arrivavano in virtù della sua attività professionale, che dal caso Moby Prince ai sequestri dell'Anonima, dalla criminalità corsa all'abbattimento dell'elicottero Volpe 132 lo ha visto in prima linea nell'informazione di inchiesta per circa 40 anni.
La sua eredità più recente è condensata nelle pagine di "Anime maledette – Storie di vita e malavita in Sardegna", il suo volume pubblicato dal Maestrale nel 2020.