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Contratti 20 Dic 2006

Boris Biancheri, presidente della Fieg: “Se apriamo la trattativa e si rompe, salta il contratto nazionale”

''La situazione dell'editoria è paragonabile a quella dell'Alitalia di dieci anni fa. O il settore si ristruttura e si trovano le basi anche contrattuali per farlo, altrimenti nel giro di 5-6-7-8-9 anni, senza provvedimenti seri, rischia di finire come altri comparti di interesse pubblico a rischio chiusura''.

''La situazione dell'editoria è paragonabile a quella dell'Alitalia di dieci anni fa. O il settore si ristruttura e si trovano le basi anche contrattuali per farlo, altrimenti nel giro di 5-6-7-8-9 anni, senza provvedimenti seri, rischia di finire come altri comparti di interesse pubblico a rischio chiusura''.

Il presidente della Fieg, Boris Biancheri, ha sintetizzato così lo stato dell'arte del comparto editoriale a margine dell'audizione in commissione Cultura alla Camera, promossa dal presidente Pietro Folena per fare il punto sulla vertenza per il rinnovo del contratto giornalistico alla vigilia della possibile proclamazione di nuovi scioperi. Davanti alla commissione, Biancheri ha sostanzialmente ribadito la posizione degli editori e il no al tavolo delle trattative: ''La discussione si è già interrotta due volte, ci sono stati numerosi scioperi e altri sono imminenti. Per sedersi al tavolo, bisogna avere la certezza che si concluda, cosa di cui attualmente non abbiamo la consapevolezza. Altrimenti si rischia il peggio per tutti: se si rompe, salta il contratto nazionale, come è accaduto in Germania. Pavento questo rischio perchè lo voglio evitare''. Tornando al parallelo con Alitalia, Biancheri ha paragonato gli effetti della concorrenza delle compagnie low cost a quelli di Internet e della free press: ''Negli ultimi anni - ha detto - una mano al settore l'hanno data i prodotti collaterali, che però quest'anno hanno conosciuto una caduta verticale''. Nel frattempo, comunque, ''gli editori applicano il contratto passato: gli scatti fanno sì che la retribuzione media sia cresciuta in un anno, prendendo la cifra più bassa, del 2.9%, cioè lo 0.9% in più rispetto all'inflazione''. In ogni caso, comunque, ha sottolineato il presidente degli editori, ''si è creata oggi in commissione Cultura un'occasione di dialogo fruttuoso''. Pur restando fermo il no al tavolo delle trattative, ''pensiamo a possibili iniziative di contatto'', ha concluso, senza aggiungere altri dettagli. (ANSA)

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