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Fnsi 06 Gen 2003

Attentato all'Unione Sarda Fnsi: "Le voci libere non si piegano con le bombe" La solidarietà del presidente dell'Ordine Lorenzo Del Boca Associazione Stampa Sarda: "Non ci faremo intimorire"

Attentatoall'Unione SardaFnsi: "Le voci liberenon si pieganocon le bombe"La solidarietàdel presidente dell'Ordine Lorenzo Del Boca Associazione StampaSarda: "Non ci faremointimorire"

Attentato
all'Unione Sarda
Fnsi: "Le voci libere
non si piegano
con le bombe"
La solidarietà
del presidente dell'Ordine
Lorenzo Del Boca
Associazione Stampa
Sarda: "Non ci faremo
intimorire"

«Le voci libere non si piegano con le bombe, nè con intimidazioni di alcun genere. Per ogni minaccia che arriva ci sarà una voce in più disposta a parlare e a scrivere, per ribadire il diritto dei cittadini alla conoscenza e per assicurare la funzione essenziale della stampa libera nella società democratica». Questo il commento del presidente e del segretario della Fnsi, Franco Siddi e Paolo Serventi Loghi, dopo l'attentato di domenica notte alla redazione di Nuoro dell'Unione Sarda. «La solidarietà ai colleghi e al giornale, in questo senso, è e sarà totale. Il sindacato nazionale dei giornalisti, insieme a quello regionale è e sarà al fianco di tutte le realtà dell'informazione minacciate da trame oscure, pronto a sostenere con la propria forza di organizzazione e di rappresentanza sociale dei giornalisti liberi, il diritto di espressione che nessuno può immaginare di comprimere. L'avevamo già detto in occasione dell'invio l'estate scorsa di buste esplosive al quotidiano di Cagliari, che ha continuato a svolgere lealmente la propria missione informativa, e lo ripetiamo oggi con altrettanta determinazione: i giornali non possono che essere in questi casi da una sola parte, al fianco di tutti i democratici e le orze sindacali e sociali rappresentative per isolare la violenza e difendere la libera circolazione delle notizie e delle idee». «La risposta civile dei giornalisti, insieme con tutti gli uomini liberi e le istituzioni democratiche sarà, ne siamo convinti, molto alta. Nessuno potrà immaginare di trovare la stampa fiancheggiatrice di messaggeri della violenza e del terrore. Nel ribadire l'impegno alla massima vigilanza e attenzione, i giornalisti non possono che auspicare - conclude la dichiarazione dei dirigenti della Fnsi - una sempre più rigorosa azione di prevenzione e repressione di fenomeni che minano i pilastri della convivenza civile». Solidarietà e grande preoccupazione per l’attentato all’Unione Sarda sono stati espressi dal presidente nazionale dell’ Ordine dei Giornalisti, Lorenzo Del Boca, il quale nel pomeriggio si è messo in contatto col presidente dell’Ordine regionale, Mauro Manunza, e con il consigliere nazionale Giancarlo Ghirra, inviato del quotidiano di Cagliari. “Non è la prima volta che menti criminali mettono nel mirino i giornali pensando di poterli usare, attraverso l’ intimidazione violenta, come arma - ha detto Del Boca - per ottenere un’ informazione più disponibile ai loro obliqui disegni. Questi obbiettivi sono falliti in passato e sono destinati a crollare anche adesso. Ogni attacco a qualsiasi giornalista e a qualsiasi giornale libero, è un attacco a tutta l’informazione democratica”. “Spegnere le voci o piegarle sarà per ciò impossibile. I giornalisti devono sapere che non sono e non resteranno soli. Il giornalismo sardo rappresenta un presidio di democrazia e di libertà e sono certo- ha concluso Del Boca - che la categoria dei giornalisti italiani, continuerà ad agire con grande intelligenza e attenzione e nella consapevolezza che la libertà dell’ informazione misura il livello di civiltà di un popolo. E tutti i sardi, che vantano in questo senso grande tradizione, sapranno trovare la coesione per sconfiggere la nuova inquietante stagione del terrore”. L' Associazione della Stampa sarda ha espresso la propria solidarieta' all'Unione Sarda e ai colleghi della redazione di Nuoro, colpiti da un attentato di stampo terroristico. Il sindacato dei giornalisti manifesta la preoccupazione ''per la escalation delle gravissime intimidazioni che, dopo quelle rivolte ad altre parti sociali del mondo del lavoro e dell'impresa, punta ora a minare anche il diritto all'informazione: ma i giornalisti sardi non si faranno intimorire e l' Assostampa sara' al fianco di tutti gli altri sindacati nella lotta contro la violenza, per la democrazia e la pacifica convivenza sociale e civile nella liberta' delle idee e delle posizioni''. Il direttivo dell'Assostampa ha deciso di riunirsi martedi' 7 gennaio, a Nuoro, per un approfondito esame della situazione e per testimoniare la vicinanza di tutti i giornalisti sardi ai colleghi minacciati. Il ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu, ha visitato lunedì sera l'Unione Sarda per portare la sua solidarietà al giornale preso di mira domenica notte da un attentato dinamitardo contro la sua redazione nuorese. Dopo gli 'avvisì con i due ordigni inesplosi vicino alla Prefettura e alla sede dell'Associazione degli Industriali trovati il 26 settembre 2002, in occasione della visita a Nuoro del ministro dell'Interno, gli attentatori hanno colpito davvero. Bersaglio la sede della redazione nuorese del quotidiano L'Unione Sarda. Il giornale era finito nel mirino di quelli che oggi il direttore del giornale, Roberto Casu, chiama «i nipotini sardi dei brigatisti», anche nel luglio del 2002 quando due lettere, indirizzate al quotidiano cagliaritano, erano esplose nel centro smistamento delle Poste di Peschiera Borromeo, a Milano. L' ordigno, composto da poco più di 200 grammi di esplosivo al plastico, forse di tipo militare, e diverso dalla comunissima polvere da cava usata per i due ordigni 'avvisì, è esploso poco prima della mezzanotte, danneggiando gli uffici nuoresi dell'Unione Sarda e delle emittenti radiotelevisive del Gruppo, Videolina e Radiolina, tutti vuoti. Nello stabile vi era solo il custode che non è rimasto ferito. Immediate le reazioni. Casu, in un editoriale, invita i terroristi a non illudersi perchè i giornalisti non si faranno intimidire e «non cederanno al ricatto e alla vigliaccheria criminale di chi gioca a fare il piccolo rivoluzionario». Il sindaco di Nuoro, Mario Zidda, ha inviato telegrammi di solidarietà al direttore Casu e alla responsabile della redazione nuorese, Alessandra Raggio. «L' attentato compiuto contro la redazione dell' Unione Sarda - ha scritto Zidda - offende la coscienza civile dell'intera regione e ferisce pesantemente tutti i nuoresi». L' escalation della tensione era cominciata tra novembre e dicembre con una serie di episodi rivendicati dai Nuclei proletari per il comunismo. Il primo risale alla tarda serata del 13 novembre quando un ordigno era stato fatto esplodere nell' androne di un palazzo, nel centro storico di Sassari, che ospita un'agenzia della Toro Assicurazioni. L' 8 dicembre era stata presa di mira la Cisl di Olbia, con un candelotto di gelatina esploso davanti al portone del palazzo che ospita la sede territoriale del sindacato e anche dell'Apisarda. Si arriva, infine, agli ultimi giorni del 2002, quando entra in azione quello che ormai viene definito il «postino eversore». Il 28 dicembre una busta con dentro gelatina e un messaggio-rivendicazione viene lasciata nello sportello bancomat dell'agenzia di Sassari della Banca San Paolo. Il giorno dopo, una lettera con un proiettile cal. 7,62 (munizione in dotazione alle forze armate) viene recapitata al Palazzo di Giustizia di Cagliari, indirizzata al coordinatore della Direzione distrettuale Antiterrorismo (Ddat), Mario Marchetti. Passano 24 ore e una missiva, sempre con un proiettile cal. 7,62, viene ricevuta nel capoluogo dal segretario regionale della Cisl, Mario Medde. Gli arrivi di lettere con esplosivo o proiettili si interrompono per qualche giorno, per le festività di fine anno e per un dettaglio (insufficiente affrancatura). Riprendono il 3 gennaio con una lettera con proiettile recapitata al segretario regionale dell'Uil, Gino Mereu, e con una lettera con esplosivo trovata nel centro smistamento delle Poste di Sassari e indirizzata alla sede di Macomer di Banca Intesa. Le lettere risultano tutte spedite da Porto Torres e hanno come mittente un inesistente ma significativo (per il riferimento) studio legale Rossi, via Walter Alasia, il nome cioè del giovane ucciso in un conflitto a fuoco il 15 dicembre del 1976 e a cui venne intitolata una delle colonne delle Br. L'intensificarsi degli episodi di matrice eversiva, intanto, ha portato all'accentuazione dei servizi di prevenzione e sorveglianza per tutta una serie di personaggi e strutture istituzionali.(ANSA).

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