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Minacce 03 Set 2015

Asti, Ordine Assostampa e Unci solidali con Riccardo Coletti: “L’informazione non rinuncerà alle inchieste”

Solidarietà di Ordine dei giornalisti e Associazione di stampa piemontesi a Riccardo Coletti, collega della “Stampa” che per le sue inchieste sul mondo dei “caporali” si è visto danneggiare l’automobile e affrontare da due uomini che lo hanno minacciato. E l’Unci rilancia: “L’episodio rende sempre più urgente un intervento legislativo a tutela dei cronisti”.

Solidarietà di Ordine dei giornalisti e Associazione di stampa piemontesi a Riccardo Coletti, collega della “Stampa” che per le sue inchieste sul mondo dei “caporali” si è visto danneggiare l’automobile e affrontare da due uomini che lo hanno minacciato. E l’Unci rilancia: “L’episodio rende sempre più urgente un intervento legislativo a tutela dei cronisti”.

Ordine regionale del Piemonte e Associazione della stampa Subalpina esprimono in un comunicato congiunto la propria solidarietà al collega Riccardo Coletti, vittima di intimidazioni e minacce per il suo lavoro.
“Il giornalista Riccardo Coletti, collaboratore della ‘Stampa’, ha raccontato sul suo giornale – scrivono Ordine e Assostampa – il dramma dei ‘migranti della vendemmia’ sfruttati dai ‘caporali’, della manodopera in nero tra le vigne del Moscato d’Asti. Per giorni, da cronista, ha cercato nelle piazze e nelle strade di Canelli bulgari, macedoni, marocchini, albanesi. È andato a vedere dove alloggiano, ha parlato con loro, ha documentato anche con fotografie le miserabili condizioni in cui dormono dopo il lavoro, su pubbliche panchine o ammassati nelle tende tra i boschi”.
“Un corretto lavoro d’inchiesta. Poi – prosegue la nota – qualcuno ha danneggiato la sua automobile e a Coletti è capitato, mentre rincasava, di essere minacciato da due uomini. Scesi da una BMW che aveva la targa coperta, con accento straniero gli hanno detto: ‘Tu, finché c’è la vendemmia, a Canelli non ci devi più venire’”. Messaggio inequivocabile, ma Coletti non si è lasciato intimorire e ha denunciato l’accaduto ai carabinieri. E anche il suo giornale ha rilanciato il fatto: “Cosa farò adesso?” – risponde nell’intervista al collega Franco Binello – Continuerò il lavoro di sempre”.
L’Ordine dei giornalisti del Piemonte e l’Associazione stampa Subalpina, intervenendo a commento dell’episodio – esprimono innanzitutto “indignazione per l’accaduto e piena solidarietà al collega Coletti”, ringraziano le forze dell’ordine “per il pronto avvio delle indagini seguite alla sua denuncia”, raccomandano poi “la massima vigilanza affinché ogni giornalista possa svolgere fino in fondo le sue inchieste e affinché il lavoro di Coletti e degli altri cronisti sul fronte dello scandaloso caporalato possa proseguire e portare risultati di informazione e civiltà”, invitano infine tutte le autorità pubbliche “a non sottovalutare questi segnali e a fare tutto il possibile per fermare, in luoghi così civili, fenomeni indegni”.

Unci: “Sempre più urgente un intervento legislativo a tutela dei cronisti”
Sulle minacce a Riccardo Coletti interviene anche il presidente dell’Unci, Alessandro Galimberti. “Il nuovo episodio di intimidazione al collega Riccardo Coletti della Stampa – scrive Galimberti –, minacciato da due sconosciuti per le sue indagini sul caporalato nelle vigne dell’Astigiano dopo aver subito un danneggiamento dell’auto, rende sempre più urgente un intervento legislativo a tutela dei cronisti, intervento che prenda atto della intollerabile escalation di aggressioni dirette, indirette, fisiche e virtuali a loro danno”.
“Perché – prosegue la nota dell’Unci – mentre il legislatore continua a concentrarsi, nei disegni in gestazione, su come restringere il perimetro della cronaca e su come aumentare la punibilità di chi ha solo il torto di raccontare la realtà ai cittadini/elettori, oggi con le regole in vigore chi ha minacciato Riccardo rischia una condanna meno che simbolica. Lo stesso, cioè nulla, rischiano i boss più o meno mafiosi che dai social network attaccano quotidianamente i cronisti. Mentre i cronisti devono invece  affrontare quotidianamente, oltre il pericolo per la propria incolumità e dei propri congiunti, anche il rischio di querele temerarie e citazioni milionarie infondate, rischi che con le future leggi possono solo aumentare”.
“Ribaltare questa logica perversa dovrebbe essere, prima di tutto, un atto di responsabilità di chi governa il Paese e scrive le leggi.  L'Unione Cronisti, nell’esprimere la piena solidarietà e condividere idealmente la responsabilità del lavoro di Riccardo Coletti, ribadisce – conclude il presidente Galimberti – l’impegno nella difesa della libertà di informazione e della dignità e dei diritti dei colleghi più esposti”.

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