Ricomincia la stagione sportiva e, manco a dirlo, riprendono le polemiche. Al raduno del Genoa, la mattinata di festa per l’ufficializzazione della nuova squadra, promossa in serie A, due episodi di pessimo gusto hanno guastato la festa. Gli insulti e i cori rivolti alla collega Paola Balsomini di Telenord e collaboratrice di Tuttosport, pesantemente apostrofata e (si fa per dire) giudicata da un gruppo di tifosi che non “gradiscono” i suoi articoli e servizi giornalistici.
GIORNALISTA INSULTATA E POLEMICHE CON LA RAI BRUTTO ESORDIO DEI “TIFOSI” DEL GENOA NEL (QUASI) SILENZIO DEGLI ALTRI GIORNALISTI PRESENTI Poi la polemica del presidente del Genoa, Enrico Preziosi, che ha rifiutato di rispondere al collega del Tg3 Liguria Robert Lee, in segno di protesta per i servizi svolti da altri giornalisti della Rai, appunto sulla squadra del Genoa. Non è un bel segnale. La polemica della dirigenza rossoblù con la Rai è di vecchia data e non si esaurisce: forse sarebbe utile un chiarimento diretto tra la proprietà del Genoa e i responsabili della sede Rai Ligure per chiudere una antipatica contrapposizione e non esporre singoli colleghi a episodi come quello di stamane. Ma a preoccupare è chi ha insultato (nel quasi totale silenzio degli altri giornalisti presenti) la collega Balsomini: certamente queste persone non rappresentano l’interezza della tifoseria rossoblù, ma purtroppo non è isolato come non è stato isolato chi ha preso a calci l’auto della Rai. E sono analogamente preoccupanti il silenzio di molti colleghi: nessuno dei presenti ha ritenuto di intervenire, fatta eccezione per un giornalista de Il Secolo XIX che ha poi accompagnato all’uscita la collega Balsomini, nessuno ha avuto il coraggio una volta per tutte di rompere la logica dell’insulto e della violenza verbale lasciando il campo. Forse gli insulti a una donna hanno meno valore di quelli urlati contro un giornalista maschio? Sino a quando, per “fare”comunque un servizio giornalistico si accetterà che un collega sia cacciato dall’aereo di un politico, venga spintonato dalla Digos perché non intervisti un sottosegretario, una collega sia insultata nel modo più becero possibile alla presentazione di una squadra di calcio, sarà inutile poi ogni forma di protesta, di ipocrita solidarietà. E anche la maggioranza dei tifosi che ha passione per il calcio, ma non per questo tipo di “tifo” ha perso l’occasione per isolare e condannare chi del tifo “contro” e dell’insulto fa la sua logica da stadio.