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Contratti 30 Apr 2007

Assostampa Ligure: Primo Maggio, festa del lavoro e del contratto che non c’è

La festa del Primo Maggio, del lavoro e del contratto che non ci sono. In Liguria, come già accaduto in occasione del 24 e 25 aprile quanto nelle varie manifestazioni parlarono i colleghi Donatella Alfonso e Marco Preve (de la Repubblica, componenti del direttivo Donatella e Marco, della giunta della Ligure), l’associazione ligure dei giornalisti sarà presente alle tre manifestazioni che si svolgono a La Spezia, Savona e Sanremo, mentre a Genova si sono svolte iniziative dei sindacati su singoli temi del mondo del lavoro. A La Spezia parla Fabio Azzolini (Il Secolo XIX, direttivo della Ligure), a Sanremo (manifestazione regionale, Stefano Delfino (La Stampa, segretario aggiunto della Ligure), a Savona ci sarà Marcello Zinola (Il Secolo XIX, segretario associazione ligure dei giornalisti).

La festa del Primo Maggio, del lavoro e del contratto che non ci sono. In Liguria, come già accaduto in occasione del 24 e 25 aprile quanto nelle varie manifestazioni parlarono i colleghi Donatella Alfonso e Marco Preve (de la Repubblica, componenti del direttivo Donatella e Marco, della giunta della Ligure), l’associazione ligure dei giornalisti sarà presente alle tre manifestazioni che si svolgono a La Spezia, Savona e Sanremo, mentre a Genova si sono svolte iniziative dei sindacati su singoli temi del mondo del lavoro. A La Spezia parla Fabio Azzolini (Il Secolo XIX, direttivo della Ligure), a Sanremo (manifestazione regionale, Stefano Delfino (La Stampa, segretario aggiunto della Ligure), a Savona ci sarà Marcello Zinola (Il Secolo XIX, segretario associazione ligure dei giornalisti).

I giornalisti italiani partecipano quest’anno alla festa del lavoro con un particolare impegno nella salvaguardia del diritto alla contrattazione, alla sicurezza e alle tutele sociali. Da 795 giorni gli editori dei giornali grandi e piccoli, quotidiani e periodici, rifiutano l’inizio della trattativa per il rinnovo del contratto nazionale, applicato anche nelle altre aziende dell’informazione nazionale. Ventimila giornalisti con un contratto che non c’è, almeno 40 mila sono quelli interessati da forme di lavoro precario, autonomo, free lance senza adeguate tutele, autentico cuore della nostra vertenza. Nel settore degli uffici stampa da sette anni viene disattesa la legge che prevede il contratto giornalistico per i colleghi impegnati in questo settore. Il Sindacato dei giornalisti ha inutilmente manifestato la disponibilità a confrontarsi con il cambiamento del sistema della comunicazione e la conseguente trasformazione della nostra professione. Il Governo, seppur dopo reiterati ed estenuanti confronti, per quattro volte ha proposto tavoli di confronto che sono stati respinti dalla Federazione degli Editori con la pretestuosa motivazione che i giornalisti non sono pronti a rinnovare le loro regole professionali. L’Associazione ligure dei giornalisti-Fnsi ritiene che questa situazione rappresenti un pericolo per i diritti fondamentali del mondo del lavoro, tenendo conto che tra gli azionisti dei gruppi editoriali vi sono i proprietari delle maggiori aziende del nostro Paese impegnati in scalate e operazioni imprenditoriali ed economiche di vario tipo con grandi ricadute sociali ed economiche: facile quindi intuire come questi editori possano utilizzare o usino i loro giornali. Non solo, il mondo dell’informazione vede sempre più centinaia di giornalisti giovani e no, sfruttati con forme di lavoro autonomo, delle partite iva, del precariato diffuso, costretti a subire vergognose forme di retribuzione che vedono un servizio giornalistico che rappresenta spesso una giornata di lavoro, pagato da 3,5 ad un massimo di dieci euro, anche comprensivi delle spese e dei contributi previdenziali. E, ancora, con la pratica di tentare di sfruttare le forme di stage di formazione con gli editori che tentano spesso di sostituire vuoti di organico, assenze per malattia o ferie, con questi fantasmi dell’informazione. Le colleghe del lavoro autonomo scontano ulteriormente questa situazione non godendo, per esempio, di alcuna forma di tutela della maternità. Ecco le ragioni principali della nostra lotta, che non è solo per un necessario adeguamento salariale, ma soprattutto per la riforma e la tutela delle forme di lavoro meno garantite. La Liguria poi non sfugge alla situazione generale di crisi del settore dell’informazione. Discutere e sottoscrivere un contratto significa stabilire regole certe, diritti ma anche doveri ugali per tutti, ai quali come giornalisti non intendiamo sottrarci senza nascondere i limiti e le contraddizioni che il circuito mediatico spesso evidenzia. La libertà di informazione è anche e soprattutto quella di fare e di ricevere informazione, con una qualità seria del lavoro informativo e della comunicazione. I giornalisti hanno attuato finora 24 giornate di sciopero nazionale e di gruppo, con un conflitto che si aggrava e si estende ogni giorno come accaduto al Gruppo repubblica e nella nostra regione a Il Secolo XIX. Per questo, nel giorno della Festa del lavoro, rivolgiamo un appello ai cittadini, alle Confederazioni Sindacali e alle istituzioni perché tutti insieme sosteniamo la lotta dei giornalisti per il rinnovo del contratto. Oggi non avreste dovuto trovare giornali in edicola, né avere informazione radiotelevisiva: la federazione nazionale della stampa ha deciso di sospendere le iniziative in un primo tempo previste per ieri 30 aprile. Abbiamo infatti ritenuto di dover garantire l’informazione in occasione del 60° anniversario della strage di Portella della Ginestra e alla vigilia della Festa del lavoro. Ma l’attenzione posta all’appello dei sindacati di non penalizzare la giornata della festa del lavoro che per noi e per migliaia di altre persone è quella del lavoro che purtroppo non c’è e se c’è è senza regole certe, non vuol dire che ci fermiamo: speriamo che capirete e sarete solidali anche non acquistando quei giornali che gli editori mandano in edicola nei giorni di sciopero, non perché i giornalisti non scioperano, ma perché utilizzano figure professionali illecite o irregolari, direttori consenzienti, stagisti non giornalisti o anche situazioni di difficoltà aziendale come nei giornali in cooperativa, diffondendo giornali qualitativamente scadenti con il solo scopo di insultare la categoria che sciopera compatta. Grazie e che sia un primo maggio di festa per chi il lavoro ce l’ha, per chi lo deve difendere con i denti e per chi oggi non ha nulla da festeggiare, ma può e deve contare su una solidarietà che deve essere concreta e non solo formale, per i giornalisti come per qualsiasi altra categoria in lotta. Marcello Zinola Segretario Associazione Ligure dei Giornalisti aderente alla Federazione Nazionale della Stampa.

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