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Cronaca 01 Mar 2008

Assostampa Ligure, Ordine Liguria, Gruppi fotogiornalisti e cronisti liguri: "Caro sindaco e cari portuali di Genova, non siamo noi giornalisti che determiniamo i fatti anche tragici, noi li fotografiamo e li raccontiamo"

Venerdì i fotogiornalisti genovesi, in particolare quelli di "Repubblica" e de "Il Secolo XIX", sono stati allontanati dal corteo svolto dopo la morte di un portuale. L'Associazione Ligure dei giornalisti, l'Ordine della Liguria ed i Gruppi dei fotogiornalisti e dei cronisti liguri replicano alle inaccettabili posizioni della sindaco e dei portuali di Genova

Venerdì i fotogiornalisti genovesi, in particolare quelli di "Repubblica" e de "Il Secolo XIX", sono stati allontanati dal corteo svolto dopo la morte di un portuale. L'Associazione Ligure dei giornalisti, l'Ordine della Liguria ed i Gruppi dei fotogiornalisti e dei cronisti liguri replicano alle inaccettabili posizioni della sindaco e dei portuali di Genova

"E’ con grande amarezza, considerando che si parla di vicende legate all’ennesima morte di un lavoratore, che rileviamo come alla sindaco di Genova Marta Vincenzi, l’avere vicino super consulenti con grandi esperienze televisive, quindi sul rapporto con i media e l’informazione (non la comunicazione, cosa importante ma diversa dall’informazione) proprio non giova. Non giova perché non crediamo che alla sindaco non sia stato spiegato e non conosca per sua cultura cosa vuol dire “il diritto a fare e ricevere informazione”. Venerdì i fotogiornalisti genovesi (con particolare “attenzione” su quelli de la Repubblica e de Il Secolo XIX) sono stati allontanati dal corteo svolto dopo la morte di un portuale. La sindaco Vincenzi era nel corteo con altri amministratori e politici e non ha trovato di meglio di intimare ai colleghi di non scattare fotografie. Invito che veniva subito raccolto da un portuale che allontanava e minacciava in malo modo i colleghi, addirittura invitandoli a non fotografare il corteo. Va ricordato che i fotogiornalisti stavano lavorando con discrezione e rispetto, anche in considerazione delle tensioni e della loro non facile presenza sia in altre occasioni sia nelle ore immediatamente successive all’incidente mortale. Vorremmo ricordare alla sindaco, ma anche ai giustamente esasperati lavoratori del porto di Genova e di altri settori del mondo del lavoro, che non sono i giornalisti a determinare gli eventi tragici o la causa delle difficili condizioni in cui lavorano: noi cerchiamo solo di raccontarli. Anche i giornalisti dei vari giornalismi, con le forme di precariato, lavoro “atipico”, pagamenti dei collaboratori free lance (fotogiornalisti compresi) con forme che spesso non sono rispettose della dignità del lavoro svolto, si misurano ogni giorno con i temi del lavoro e del difficile rispetto delle regole. Non è “colpa” dei giornali se da molti mesi la realtà portuale genovese è al centro di inchieste giudiziarie che i media raccontano, ciascuno con la propria caratteristica e scelte oppure a qualcuno dà fastidio che ci siano voci fuori dal coro e che non sia stato possibile impedire che le notizie sulle indagini (al di là delle responsabilità in corso di accertamento) diventassero note? Forse questa vocazione al “silenziare e sopire” non dovrebbe stupirci di fronte alle anticipazioni dei programmi elettorali dei due principali schieramenti. A unirli sembra essere l’assenza di proposte serie per leggi di sistema per l’informazione e la vocazione a promettere leggi e decreti il cui obiettivo è la limitazione del diritto di cronaca, seguendo a ruota chi con i vaffaday ha ora come obiettivo il gettare via il bambino con l’acqua sporca di un diritto inalienabile come quello della libertà di stampa. Alla sindaco Vincenzi è bene spiegare e chiarire (e noi siamo aperti al confronto più ampio, laico e senza nulla omettere) che il rapporto con i media non è solo quello in cui l’eclettica sindaco è comparsa, di volta in volta, come indossatrice, in visita nelle case dei genovesi dei quartieri con problemi sociali e di degrado, mentre stringe la mano alle star dell’architettura e così via. Ma se è questo che la sindaco gradisce o vorrebbe, si sbaglia. Se non le piacciono i cronisti, i cameraman, i fotogiornalisti che raccontano anche le occasioni meno mondane e-o gradite, come una manifestazione per l’ennesima morte sul lavoro se ne faccia una ragione. E manifesti, se non la stessa simpatia di quando i media le sono graditi, perlomeno un doveroso rispetto anche in altre occasioni. Ad esempio qualcuno dei suoi consulenti le spieghi che se partecipa ad un corteo in una pubblica strada dopo un drammatico avvenimento, è del tutto normale che venga ripresa e fotografata. Non è invece normale che scacci quei fotogionalisti che mai l’hanno “turbata” quando è diventata “Supermarta”. E se poi tale comportamento viene messo in atto in una situazione di forte tensione assomiglia quasi all’istigazione alla ritorsione nei confronti dei lavoratori (perché questo tutti siamo) dell’informazione". Associazione Ligure dei Giornalisti della Federazione Nazionale della Stampa Ordine dei Giornalisti della Liguria Gruppo Cronisti Liguri Gruppo Fotogiornalisti Liguri

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