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Cronaca 24 Giu 2007

Assostampa ligure: "Non esistono giornali dei pm o della polizia ma giornalisti che fanno il loro mestiere"

Non esistono giornali "partito delle procure" o della "polizia". Chi lo pensa e scrive commette due gravi errori. Il primo: confondere la legittimità di critiche e di posizioni espresse su vari argomenti con l'essere alle dipendenze di qualcuno o di poteri diversi. Il secondo:esprimere un giudizio di merito offensivo sul lavoro dei vari giornalismi, nel caso specifico nei confronti di quello dei colleghi de la Repubblica e, di riflesso, nei confronti di tutti gli altri giornalisti.

Non esistono giornali "partito delle procure" o della "polizia". Chi lo pensa e scrive commette due gravi errori. Il primo: confondere la legittimità di critiche e di posizioni espresse su vari argomenti con l'essere alle dipendenze di qualcuno o di poteri diversi. Il secondo:esprimere un giudizio di merito offensivo sul lavoro dei vari giornalismi, nel caso specifico nei confronti di quello dei colleghi de la Repubblica e, di riflesso, nei confronti di tutti gli altri giornalisti.

L'inchiesta e i commenti in essa contenuti, pubblicati oggi 230607 da Il Secolo XIX a firma di Marco Menduni, esperto inviato e cronista oltre che presidente del gruppo cronisti liguri, ricadono sotto entrambi i punti sopraddetti. Perché attribuiscono un giudizio di merito sferzante e inaccettabile sui colleghi de la Repubblica ("non è mistero che il quotidiano diretto da Ezio Mauro sia soprannominato tra gli addetti ai lavori procura della repubblica") per il lavoro quotidianamente svolto e per quanto fatto sulle vicende del G8. Non solo, l'inchiesta tradisce e accomuna (di fatto) nel giudizio anche i colleghi di altri giornali (compreso Il Secolo XIX) e dello sindacato (Ligure e Fnsi) che come quelli di Repubblica, hanno subito durante il G8 e negli anni successivi, denunce, intimidazioni e attacchi di ogni genere per avere svolto il loro lavoro: cercare notizie e verità su tuttii fronti del G8, quello dei violenti di piazza con e senza divisa. Non è un caso che l'Associazione Ligure dei Giornalisti con la Fnsi si sia costituita a favore dei colleghi nei processi del G8, compreso quello del caso Diaz dove il Tribunale ha accolto la costituzione di parte civile. E di essere stata premiata - con essa la categoria - per l'impegno civile e professionale espresso sulle vicende del G8, senza fare sconti ad alcuno, dalla giuria del premio giornalistico S.Vincent. Stupisce la genericità dei giudizi, la gravità delle affermazioni nel caso specifico rivolte a la Repubblica, di essere strumento, consapevole e no, di manovre poco onorevoli per chi svolge la professione di giornalista. Esprimere solidarietà ai colleghi di repubblica e a tutti quelli che sulla vicenda G8 hanno speso e spendono, su ogni filone di indagine contro ogni tipo di violenza, impegno e onestà intellettuale è un atto doveroso, ma anche caratterizzato da molta amarezza perché i giudizi affrettati e ingiusti arrivano da un collega impegnato in un gruppo di specializzazione della Fnsi (il gruppo cronisti liguri) e, di fatto, smentiscono anni di impegno e di lavoro espressi dai colleghi tutti che cercano di avere un solo "editore" di riferimento: la notizia. Marcello Zinola segretario associazione ligure dei giornalisti 3358200114

@fnsisocial

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