Pochi giorni l’originale disposizione del procuratore reggente che ha vietato l’accesso alla Procura ai giornalisti e i contatti anche esterni agli uffici, dei magistrati con i giornalisti. Tutta colpa della “malattia” della ricerca delle notizie che aveva rivelato gli sviluppi dell’inchiesta sul porto di Imperia, peraltro nota e oggetto delle cronache da mesi.
Sabato la manifestazione del Pdl con l’on. Claudio Scajola e una sua successiva intervista televisiva in cui ha testualmente affermato “”mi sono reso conto che la gente è meglio di quelli che li comanda, il popolo è molto meglio dei suoi rappresentanti, il popolo è molto meglio di coloro che gestiscono le diverse istituzioni, il popolo è molto meglio anche di quelli che scrivono e che utilizzano i media per distruggere le persone senza sapere, senza approfondire, senza documentarsi …e non pagano mai!.” Bene, dopo gli apprezzamenti su una vittima del terrorismo brigatista, la virata sul popolo dell’ex ministro, per dire che i giornalisti, in sostanza, scrivono a comando e che c’è, ovviamente, la solita congiura contro ministri, ex ministri e politici. E che i giornalisti non pagano mai dazio. Cosa non vera sia dal punto di vista giudiziario sia dei procedimenti disciplinari dell’Ordine dei Giornalisti. Il vero “virus” che ammorba l’imperiese, come molte altre realtà, è l’insofferenza verso la notizia dimostrata in diverse occasioni. Non abbiamo fatto sconti al procuratore reggente che ha cercato di impedire il lavoro ai giornalisti, non ne facciamo ai politici, deludendo l’ex ministro e tutti quelli che pensano che i giornalisti siano servi, più o meno sciocchi, dei potentati di turno.