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Fnsi 07 Gen 2003

Associazione Stampa Sarda a Nuoro: nessuna comprensione per la violenza Siddi: "Vogliono colpire i presidi della democrazia"

Associazione Stampa Sarda a Nuoro: nessuna comprensione per la violenza Siddi: "Vogliono colpire i presidi della democrazia"

Associazione Stampa Sarda a Nuoro: nessuna comprensione per la violenza Siddi: "Vogliono colpire i presidi della democrazia"

Il Consiglio direttivo dell’Associazione della Stampa Sarda si è riunito oggi a Nuoro presso la redazione dell’Unione Sarda, colpita da un attentato di stampo terroristico. Alla riunione ha partecipato anche la Fnsi con il presidente Franco Siddi, che ha portato la solidarietà del sindacato nazionale dei giornalisti. Il Consiglio direttivo e i colleghi, valutate la gravità della situazione e le possibili conseguenze, riaffermano con forza la volontà di difendere l’autonomia professionale dei giornalisti da qualunque intimidazione e condizionamento. I giornalisti sono preoccupati per l’escalation di violenza che si sta manifestando in Sardegna nei confronti di sindacati, magistrati, amministratori pubblici ed ora anche dell’informazione. L’Associazione della Stampa Sarda ritiene necessario dare una risposta immediata, chiara e senza distinguo per isolare chiunque, attraverso questi atti, volesse trovare spazio, visibilità, comprensioni o giustificazioni per disegni comunque inaccettabili. E i giornalisti sono impegnati a farlo con la loro rigorosa e quotidiana attività professionale. Questo è il terreno sul quale ad essi è lecito schierarsi. L’Associazione della Stampa sarà al fianco degli altri sindacati e delle istituzioni nella lotta alla violenza in difesa della democrazia, della convivenza sociale e della libertà. I diritti costituzionalmente garantiti devono essere particolarmente tutelati nell’informazione locale e nei luoghi di frontiera. Al ministro dell’Interno e alle Forze dell’ordine l’Associazione della Stampa e la Fnsi chiedono un rinnovato impegno per fare rapidamente luce sull’attentato alla redazione di Nuoro dell’Unione Sarda e per assicurare anche in Sardegna le condizioni per il libero esercizio dell’attività di informazione. Attentati in Sardegna: missive sospette a presidente e assessore Cagliari, 7 gennaio 2003. AGI - Due missive sospette sono state recapitate al presidente della Regione Mauro Pili e all'assessore regionale alla programmazione, Italo Masala. Secondo quanto apprende l'Agi, le lettere sono ora all'esame degli agenti della Digos accorsi a Villa Devoto e negli uffici dell'assessorato in via Mameli. -------------------------------------- Siddi: "Si vogliono colpire i presidi attraverso i quali sono riconosciuti i principi e i diritti fondamentali della nostra democrazia" L’attentato alla redazione di Nuoro dell’Unione Sarda ha sollevato nel mondo dell’informazione e nell’opinione pubblica un allarme: che in una società democratica, il diritto all’informazione è minacciato e si cercano di piegare le voci libere con le bombe o le intimidazioni. Sono passati due giorni dall’attentato ma l’apprensione generale per gli episodi di terrorismo non si placa. Anzi siamo in presenza di nuovi elementi preoccupanti… "La notizia di questa mattina dei ritrovamenti di striscioni su una strada di circonvallazione di Cagliari con la scritta “giornalisti terroristi”, che segue l’altro striscione in cui si leggeva “terrorista è lo Stato”, ci inquieta ancora di più. E non vorremmo che atti di questo tipo generino fenomeni di emulazione". L’Associazione della Stampa Sarda, questa mattina ha riunito a Nuoro il direttivo in seduta urgente. Quale segnale ha voluto dare? "Che nessun giornalista deve sentirsi solo quando accadono queste vicende. E che per ogni minaccia che arriva ci sarò una voce in più disposta a parlare e a scrivere". L’Associazione ha espresso preoccupazione per la generale escalation della violenza, non solo contro i giornalisti, ma anche contro magistrati, sindacati, istituzioni…. "Tutto ciò delinea una strategia precisa: colpire la giustizia, l’informazione, il diritto delle organizzazioni dei lavoratori; significa attentare ai presidi attraverso i quali sono riconosciuti i principi e i diritti fondamentali della nostra democrazia". A suo avviso c’è la stessa matrice dietro questi attentati? "Non lo so. So che c’è qualcosa di torbido in queste azioni, che probabilmente non sono attribuibili agli stessi autori ma che delineano chiaramente saldature oblique". In passato simili attentati sono stati accompagnati da rivendicazioni che indicavano in queste azioni una volontà di manifestare "il popolo sta male". "Vogliamo che sia chiaro che atti di questo genere fanno solo ed esclusivamente il male del popolo perché un popolo che perde libertà non può aspirare a risolvere i suoi problemi. Quindi dobbiamo ribadire che non c’è alcuna giustificazione o comprensione per questi atti, sia che si tratti di malavita organizzata che di terrorismo che alla malavita si salda". Come si reagisce a questa situazione? E’ stata annunciata l’istituzione di un gruppo di lavoro regionale in collaborazione con la Direzione Distrettuale Antimafia. E il mondo dell’informazione come può rispondere? "Dobbiamo rafforzare la coesione con le forze sociali, culturali e politiche. Le dichiarazioni di solidarietà pervenute (oggi Articolo21, ieri i sindacati confederali) non sono atti rituali ma indicano una sensibilità e una volontà collettiva di impegno civile non comuni. Dobbiamo tenere alto questo impegno e utilizzare tutte le occasioni possibili per renderlo riconoscibile". (Intervista di Stefano Corradino da www.articolo21liberidi.org)

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