I diritti si tutelano con le lotte, anche quelle più dure, ma non con le minacce di morte ai giornalisti. Minacciando, tra l’altro, una parte di operatori del mondo dell’informazione (fotogiornalisti, fotocineoperatori radiotv, cronisti) che spesso vivono sulla loro pelle gli stessi problemi legati al precariato, a un lavoro autonomo non adeguatamente retribuito e solo parzialmente tutelato.
Quanto accaduto in coda al corteo dello sciopero dei metalmeccanici di Genova durante i disordini con lancio di uova e vernice contro vetrine e negozi di via Roma e nella zona di Portello e di piazza della Nunziata replica quanto era accaduto in altre recenti occasioni di manifestazioni sindacali e studentesche.
Lo stesso mondo dell’informazione vive processi pesanti di ristrutturazione e di difficile gestione, con una categoria sempre più difficile da tutelare e da mantenere unita. Ma non è un volto travisato o da incappucciati che risolve i problemi. Fnsi e Associazione Ligure dei Giornalisti si sono ritrovate in diverse occasioni con i sindacati confederali nella stessa piazza condividendo gli stessi obiettivi: diritti e doveri, libertà di informazione, tutela del lavoro. La violenza fisica e verbale non sono un antidoto vincente contro la crisi, ancora più odiosa se espressa da chi sceglie come obiettivo chi deve raccontare la cronaca, anche quella meno gradita come gli atti di violenza verificatisi ieri a Genova. Magari ignorando (o ben sapendo) che tra chi racconta e cerca di farlo con fatica, c’è chi vive le stesse emergenze quotidiane del lavoro e della precarietà.
Marcello Zinola
Segretario Associazione Ligure dei Giornalisti
LETTERA CHE SERGIO COFFERATI HA INOLTRATO ALL'ASSOCIAZIONE DEI GIORNALISTI IN MERITO AGLI EPISODI AVVENUTI DURANTE IL CORTEO DI QUESTA MATTINA.
Il lavoro che voi svolgete è un lavoro indispensabile in una democrazia. È un lavoro spesso faticoso e difficile anche per questo ancor più apprezzabile.
Le minacce che oggi sono state rivolte ad alcuni operatori dell’informazione impegnati nel loro lavoro sono forme inaccettabili di violenza e di negazione della democrazia.
È necessario che non si ripetano mai più episodi di questa natura che mirano a condizionare il vostro lavoro e a danneggiare esplicitamente una grande e bella manifestazione.
Perché non si ripetano è indispensabile che non ci sia da parte di nessuno silenzio o tolleranza su quanto accaduto.
Con stima
Sergio Cofferati