Roma, 8 Marzo 2006 - Serve una nuova legge sul sistema radiotelevisivo, che – sul modello europeo – eviti le concentrazioni monopolistiche, garantisca pluralismo e libertà, competizione leale tra soggetti, risorse adeguate al servizio pubblico come avviene in tutti i paesi europei.
E’ questa la vera emergenza del sistema televisivo italiano, passaggio ineludibile per garantire la qualità del servizio agli utenti e la competizione dell’industria televisiva italiana sul mercato mondiale. In un nuovo quadro legislativo la Rai potrà rilanciarsi, aprirsi alle nuove tecnologie, sviluppare le professionalità interne per correggere almeno parzialmente anni di ingerenze esterne di vario segno politico, ferite ai diritti degli utenti oltre che dei giornalisti, sia nelle testate nazionali che nelle redazioni regionali. Serve dalla Rai uno scatto a tutela delle autonomie professionali; occorre vengano rispettate – in una campagna elettorale così combattuta – le regole che fissano parità di condizioni all’interno dei giornali Rai nazionali e regionali per tutte le istanze politiche. Non è passando per la designazione, da parte dei leader dei due schieramenti, di giornalisti fiduciari per la gestione dei confronti che si garantisce un’informazione corretta e bilanciata. Ma tutelando, nelle prossime settimane, il più rigoroso rispetto della parità d’accesso a tutti gli spazi del servizio pubblico. L’assemblea dei CdR Rai manifesta la massima preoccupazione per la chiusura che la Fieg continua a mostrare nella vertenza per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro giornalistico ed afferma il pieno sostegno all’azione della Fnsi. L’assemblea ha fissato per il prossimo ottobre il decimo congresso nazionale dell’Usigrai. Documento approvato all’unanimità NATALE (USIGRAI) SU PROPOSTA BERLUSCONI PER PRIVATIZZAZIONE Il proprietario del monopolio privato propone la privatizzazione del concorrente pubblico. All’ on. Berlusconi non basta una legge come la Gasparri che assicura al suo gruppo profitti stratosferici a danno di tutti gli altri soggetti dell’editoria e dell’emittenza. Ora vuole lo smantellamento della Rai. Perché poi ci si stupisce se tutta l’Europa, di destra e di sinistra, considera un’anomalia l’Italia televisiva di Berlusconi?