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La Fnsi in piazza con i giornalisti di Askanews
Vertenze 26 Dic 2018

Askanews verso il concordato preventivo. Il Cdr: «Atto scellerato». Fnsi: «Inaccettabile»

I giornalisti, «incastrati tra le gravissime mancanze dell'editore Luigi Abete e l'incapacità  e il disinteresse della politica di tutelare il diritto costituzionale all'informazione», respingono la decisione dell'azienda e rimandano al mittente la richiesta di 27 esuberi. Il sindacato: «Al fianco dei colleghi in ogni sede».

L'assemblea degli azionisti di Askanews ha deciso di avviare l'iter per l'apertura del concordato preventivo. «Un atto irresponsabile e inaccettabile che il Cdr respinge con forza, così come rimanda al mittente la richiesta di 27 esuberi. Questa decisione riaccende una vertenza mai chiusa che pesa sulle spalle di quasi 100 giornalisti, incastrati tra le gravissime mancanze dell'editore Luigi Abete e l'incapacità e il disinteresse della politica di tutelare il diritto costituzionale all'informazione», denunciano i lavoratori. 

«Senza tacere – prosegue il Cdr – le inequivocabili responsabilità dei governi, quello precedente e quello attuale, e del Dipartimento per l'editoria, non possiamo non rilevare come ancora una volta l'azionista di riferimento Abete venga meno ai suoi doveri di imprenditore. Se è vero che Askanews si trova in una situazione di crisi finanziaria dovuta in primo luogo al mancato accordo con il Dipartimento dell'editoria per servizi erogati ma ancora non pagati, Abete non ha scelto la strada della responsabilità, ha deciso di non ricapitalizzare e punta, ancora una volta a spremere i suoi dipendenti, in primo luogo i giornalisti, che quest'anno hanno già rinunciato complessivamente a oltre 1,5 milione di euro di taglio agli stipendi con la cassa integrazione al 50%».

Al danno, incalzano i giornalisti, «si aggiunge la beffa: l'azienda dice che affronterà il contenzioso con il Dipartimento Editoria, in cui sono in ballo alcuni milioni di euro, a difesa dei posti di lavoro, ma sceglie deliberatamente una strada che per sua natura offre una prospettiva aleatoria e che, se porterà mai dei frutti, nel frattempo farà pagare ai lavoratori un prezzo altissimo. Adesso il passo avventato, scellerato e da condannare del concordato preventivo, arriva dopo anni di scelte aziendali quantomeno discutibili, di operazioni opache su cui più volte abbiamo chiesto risposte, di contratti di solidarietà e di una cassa integrazione pesantissima. Abete ancora una volta scarica il rischio e la responsabilità di impresa sui lavoratori. E ci sarebbe da ridere, se non fosse invece drammatico, leggere in un comunicato che verso i dipendenti e i giornalisti 'è costante il pensiero dell'azienda'. Non è stato così, se non quando c'era da chiedere sacrifici, sempre accordati. E non lo è certo ora».

Nel muro contro muro tra l'azienda e il dipartimento Editoria, conclude il Cdr, «a pagare sono i giornalisti, scudi umani e agnelli sacrificali di una lotta tra poteri. Ma stia tranquillo Abete che i redattori di Askanews sapranno far valere i propri diritti in tutte le sedi legali e sindacali. Quanto alla politica, ringraziamo chi nei giorni scorsi ha espresso solidarietà ai giornalisti, ma chiediamo un intervento concreto, solo quello che ci spetta, non favori. Askanews è l'ennesimo esempio di un'impresa che rischia di chiudere perché chi doveva prendersi delle responsabilità e risolvere delle storture ha preferito scansarsi e lavarsene le mani, mettendo nero su bianco livelli occupazionali che danno carta bianca all'azienda per tagliare un terzo del personale. Condannando ancora la decisione del Cda, proclamiamo lo stato di agitazione e ci riserviamo di mettere in campo a breve altre iniziative di protesta».

Al fianco dei giornalisti di Askanews si schierano la Federazione nazionale della Stampa italiana, l'Associazione Stampa Romana, l'Associazione lombarda dei giornalisti e l'Associazione Stampa Toscana. «Al netto delle responsabilità del precedente e dell'attuale governo nella regolamentazione dei rapporti di convenzione con le agenzie di stampa – osserva il sindacato –, la decisone dell'editore di avviare la procedura di concordato preventivo è grave e inaccettabile perché scarica unicamente sui lavoratori criticità aziendali superabili richiamando l'azionista ai propri doveri. Tale decisione segue la presentazione di un piano che prevede 27 esuberi fra i giornalisti, che non tiene in alcun conto del livello qualitativo dei servizi assicurati quotidianamente dalla redazione. Il sindacato dei giornalisti affiancherà i colleghi del Cdr in ogni sede per contrastare decisioni che, se attuate, avrebbero come unico effetto quello di ridimensionare l'agenzia condannandola alla marginalità».

@fnsisocial

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