Appello Fnsi,
Usigrai e Asr a Pera
e Casini sulla Rai:
forze politiche
non patteggino
Documento Cdr Rai
5 marzo 2003. ANSA - Paolo Serventi Longhi, segretario della Fnsi, lancia un appello a governo, maggioranza e opposizione ad astenersi da qualsiasi forma di patteggiamento sulla vicenda del Cda della Rai. ''Mi astengo - ha detto Serventi intervendo ad una conferenza stampa sul pluralismo dell'informazione - dal commentare l'intesa raggiunta dai presidenti delle Camere riguardo al presidente della Rai espressione dell'opposizione. Posso solo dire che la Rai è una azienda e non una commissione parlamentare. Quindi credo che le logiche e le dinamiche proprie del Parlamento non vadano trasferite nel servizio pubblico radiotelevisivo. Rispetto Pera e Casini e spero che l'opposizione e maggioranza li lascino decidere''. 4 marzo 2003. ANSA - ''Riaccendi la Rai''. Questo il sindacato dei giornalisti, insieme ai rappresentanti degli altri lavoratori della tv pubblica, hanno chiesto in una manifestazione, che si è conclusa con una passeggiata di protesta da Piazza Montecitorio a Palazzo Chigi, fino alla sede del Senato. Insomma serve un nuovo Cda non solo ''di persone per bene'', come sottolinea il segretario generale Fnsi Paolo Serventi Longhi ma anche che abbia ''una vera passione per l'autonomia, per la competizione, e che parta da un progetto piuttosto che da un elenco sterminato di nomine'', come ha aggiunto il segretario Usigrai Roberto Natale. In vista della prossima nomina del nuovo Consiglio di amministrazione della Rai, Serventi Longhi ha spiegato che la manifestazione promossa da Fnsi-Usigrai e Associazione stampa romana, ''non vuole chieder niente a Pera e Casini, in cui il sindacato confida e a cui esprime grande solidarietà. Abbiamo fiducia e speranza che la scelta dei presidenti delle Camere sia per il bene di una Rai che è patrimonio di tutti gli italiani. Non siamo affezionati a nessuna formula: 4+1 o 3+2, che sia nella logica della spartizione politica''. L'importante per il segretario ''è andare oltre questo ultimo anno che è stato disastroso e segnato da decisioni di una incredibile arroganza''. ''Sul nuovo cda - continua Serventi - attendiamo il responso e dopo ci pronunceremo''. Ma la Fnsi proporrà ''ai segretari Cgil, Cisl e Uil una riflessione comune a fare del tema del servizio pubblico un punto centrale''. Un anno, ha aggiunto Natale, ''segnato dalla crisi di credibilità a cui si affianca la crisi degli ascolti''. Secondo David Sassoli, che rappresentava Stampa Romana, importante è che ''i giornalisti Rai non si facciano tirare per la giacca dalla politica, questo è il segnale che tutti i dipendenti del servizio pubblico devono dare''. Mentre per Franco Siddi, presidente Fnsi, ''è necessario impegnarci giocando al rilancio proponendo con una carta delle autonomie'' Per il segretario Slc-Cgil Fulvio Fammoni ''occorre uno scatto d'orgoglio d'istituzionale perché si è perso già troppo tempo''. A suo avviso ''una nuova iniziativa di sciopero è ancora giusta e necessaria'', anche perché a suo avviso bisogna chieder ''un Cda che dia garanzie al servizio pubblico''. Alla manifestazione hanno partecipato, tra gli altri, anche i rappresentanti dell'Intesa dei consumatori, di Articolo 21, delle varie sigle sindacali Rai e anche dell'Adrai, l'associazione dei dirigenti di Viale Mazzini che chiedono ''un consiglio che abbia un mandato chiaro di rilancio del servizio pubblico''. Consulta Cdr Rai - 5 marzo 2003 - Documento finale La Consulta dei Cdr della Rai, di fronte alla gravissima crisi causata all’azienda dal comportamento del CdA uscente e del Direttore Generale, torna a fare appello ai Presidenti di Camera e Senato perché salvaguardino l’autonomia del servizio pubblico. Chiede loro che la soluzione di questa crisi rispetti totalmente lo spirito della legge, che parla di personalità di alto profilo culturale e professionale notoriamente autonome da pressioni di parte, e con l’unico obiettivo della difesa del pluralismo e dello sviluppo del servizio pubblico. Solo a questo i giornalisti della Rai sono interessati, non all’appartenenza politica dei consiglieri alla maggioranza o all’opposizione. Purtroppo l’attacco alla Rai non viene solo da larghi settori della politica: si concentrano intorno alla crisi aziendale appetiti economici diffusi, enormemente aggravati dalla questione irrisolta del conflitto d’interessi. In questa situazione la Consulta dei Cdr della Rai fa appello all’opinione pubblica e a tutte le forze della società interessate a che non si chiuda la prospettiva del pluralismo, della liberta’ e dell’autonomia dell’informazione, più volte autorevolmente invocata dal Presidente della Repubblica e invita a rafforzare il rapporto con gli altri sindacati aziendali, con tutti i sindacati dei lavoratori, con le associazioni dei consumatori e per la difesa dei diritti, per contrastare le pressioni, spesso non trasparenti, a favore di ipotesi di privatizzazione o comunque di umiliazione del servizio pubblico. Con questi stessi soggetti sarà indispensabile mettere a punto le iniziative per profonde modifiche del ddl Gasparri mirate alle necessità del servizio pubblico. Propone immediatamente la proclamazione dello stato di agitazione, a cominciare da una difesa intransigente del contratto e delle prerogative professionali di ciascun giornalista, anche attraverso la pubblicazione di ogni violazione e manipolazione dell’informazione. Confermando la proposta nata nella riunione delle redazioni di Saxa Rubra dà mandato all’Esecutivo Usigrai di gestire tre giorni di sciopero, sulla base degli sviluppi della crisi e in stretto rapporto con le altre organizzazioni sindacali. Chiede sin d’ora ai vertici aziendali che verranno un nuovo piano industriale organico che confermi l’unitarietà del servizio pubblico e la sua presenza equilibrata su tutto il territorio nazionale. Chiede pertanto che vengano revocate le delibere su Rai International e RaiDue, in quanto adottate da un vertice di fatto delegittimato e in assenza di adeguate motivazioni editoriali ed industriali. Documento approvato all’unanimità