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Alessandro Mano, presidente dell'Asva
Associazioni 24 Gen 2023

Aosta, segnalazioni via 'mail bombing' al Consiglio di disciplina. Asva: «Non siano un bavaglio»

Il sindacato regionale esprime solidarietà  a una collega scelta come bersaglio solo per aver svolto il suo lavoro scrivendo degli operatori sanitari che non si erano sottoposti alla vaccinazione contro il Covid.

«Per mettere in difficoltà i giornalisti e cercare di fermare il loro lavoro, non erano sufficienti le querele bavaglio: ora nascono le "segnalazioni disciplinari bavaglio", nuovo strumento per di più a costo zero e per questo ancora più insidioso. Succede anche a causa della compiacenza, ancorché inconsapevole, degli organismi di autodisciplina dell'Ordine dei giornalisti». È quanto denuncia, in una nota, l'Associazione Stampa Valdostana.

«Il caso, che l'Assostampa ritiene molto grave – spiega il sindacato regionale –, è quello di una collega "incolpata" in un procedimento davanti al consiglio di disciplina territoriale dell'Ordine dei giornalisti della Valle d'Aosta nonostante si sia limitata a fare il suo mestiere. Nei giorni scorsi, il procedimento è stato archiviato. L'Asva non si permette di sindacare le decisioni del consiglio di disciplina e ha preferito prendere posizione soltanto una volta chiusa la vicenda».

Tutto è nato, prosegue l'Associazione, da «una serie di segnalazioni fotocopia, arrivate nella forma del "mail bombing" all'Ordine e al consiglio di disciplina stesso. La collega è stata ritenuta "colpevole" di aver scritto dell'obbligo vaccinale contro il Covid-19 e degli operatori sanitari che non si erano sottoposti alla vaccinazione. Il caso è stato portato alla disciplinare da un gruppo organizzato di cittadini, contrari alla certificazione vaccinale, che ha preso di mira la collega più volte, anche con plateali "comizi" in piazza, e che poi ha puntato il dito contro di lei con questa formula finora inedita».

A parere del sindacato regionale, «la forma è sostanza. In caso di segnalazioni (anche anonime) in forma di copia-incolla, il consiglio di disciplina – rileva l'Asva – dovrebbe fare un'immediata riflessione sulla loro attendibilità. In questo caso, non solo le segnalazioni non sono finite nel cestino, ma il fascicolo che ne è nato è stato analizzato e non è stato archiviato. Il consiglio di disciplina ha proceduto, affidando l'istruttoria a un collegio di tre giornalisti, a convocare la collega, costringendola a impiegare tempo e denaro in una difesa da accuse manifestamente infondate, a rivolgersi a un legale. L'archiviazione del procedimento è più che mai tardiva e la sola sua apertura crea un precedente grave: qualsiasi cittadino, per la sola forza del numero di segnalazioni, può attivare a costo zero una procedura che per un giornalista è invece costosa».

Conclude l'Assostampa: «Dopo anni di lotta del sindacato contro le querele temerarie, nate per cercare di chiudere la bocca a tanti colleghi, l'Asva esprime la massima solidarietà alla collega e invita gli organismi dell'Ordine dei giornalisti a vigilare e ad adottare uniformità nel trattamento di casi simili».

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