Pietro Folena, parlamentare del Prc, e' 'FOI'. Cesare Salvi, capogruppo al Senato dei Ds viene convenzionalmente indicato come 'LVI', mentre per Luciano Violante parlamentare diessino viene coniato, dalle ultime lettere del cognome, come per Salvi, uno scontato 'NTE'. E' il siglario che l'ex responsabile dell'ufficio di Via Nazionale e funzionario del Sismi, Pio Pompa aveva creato per 'celare' i nomi di decine parlamentari, magistrati e giornalisti nel sul archivio
Nell'elenco dei personaggi dotati di sigla nel dossier Pompa vi erano anche giornalisti come il segretario generale della Federazione nazionale della Stampa, Paolo Serventi Longhi ('SVLI') e Furio Colombo ('RIOCO'). Il siglario e' stato sequestrato insieme a centinaia di documenti, appunti, annotazioni, alcune delle quali indirizzate all'ex direttore del Sismi Nicolo' Pollari, che fanno parte del cosiddetto dossier, fatto da Pompa su esponenti della magistratura e politici dei ds, definiti 'nemici di Berlusconi'. Il dossier e' stato sequestrato dalla procura di Milano ed e' oggetto di una indagine di quella di Roma. Nel siglario vengono indicati altri personaggi del mondo della politica, dell'informazione e della magistratura e anche istituzioni. Nell'elenco c'e' anche Massimo Brutti ('TTI') e il sindaco di Bologna, Sergio Cofferati indicato dalla sigla 'Astro' perche' definito nelle informative di Pompa 'astro nascente della politica italiana'. Tra i magistrati viene elencato con la sigla 'JNE', Juan Ignazio Patrone all'epoca della redazione del dossier, segretario di 'Medel', l'associazione europea dei giuristi democratici con cui e' federata la corrente di Magistratura democratica che Pompa 'battezza' con la sigla 'TRACA'. 'GBI' e' invece il magistrato Ignazio Bisogni. (ANSA) Il Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi, ha dichiarato: “Non c’è limite al peggio. La misura è stata abbondantemente oltrepassata, senza decenza. Intollerabile, gravissimo e ingiustificabile è che nell’elenco del dossier di Pio Pompa, reso noto oggi, insieme ad altri esponenti politici e del mondo dell’informazione ci fossero esponenti sindacali come il Segretario Generale della Federazione della Stampa, Paolo Serventi Longhi (SVLI, nel siglario del funzionario del Sismi). Quale era il fine? Chi e cosa si voleva servire? La risposta la daranno i magistrati. Ma la torbidezza di questa ennesima manovra è inquietante e illegittima, posto che è del tutto pacifico l’attività sindacale della Fnsi e del suo Segretario è trasparente, pubblica, costituzionalmente tutelata, chiaramente non riconducibile ad attività contrarie alla sicurezza dello Stato. Ogni dossieraggio per classificare amici o nemici di politici potenti (in questo caso veniva indicato Berlusconi) è un’attività fuori legge che lo Stato democratico non può accettare. E’ giunto il momento che gli organi di garanzia del governo dello Stato facciano massima pulizia e chiarezza e rimuovano rapidamente gli elementi di intossicazione dei servizi di informazione e sicurezza. Il libero giornalismo deve essere tutelato e non spiato, perché pilastro di democrazia come lo è il libero sindacato. Ecco perché quanto accaduto, anche nei confronti del Segretario della Fnsi, che parla e opera pubblicamente a tutela di una professione e di una categoria che maneggia un bene delicato come l’informazione (tanto più in una stagione in cui da due anni ai giornalisti si nega il contratto), è assolutamente intollerabile e non può rimanere privo di sanzione. Tutto il Sindacato dei Giornalisti e tutti i giornalisti italiani, sono solidali con il loro Segretario e impegnati a tutelare con forza la libertà e l’autonomia del propria rappresentanza, da ogni incursione illegittima e oscura”.