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Un momento della presentazione del Rapporto
Minacce 26 Giu 2023

'Amministratori sotto tiro', presentato in Fnsi il Rapporto 2022 di Avviso Pubblico

Se le minacce risultano in calo rispetto al 2021, «i dati sono soltanto apparentemente confortanti. Fare il sindaco era, e resta, un lavoro difficile e talvolta pericoloso», rilevano gli organizzatori. Focus anche sui giornalisti vittime di violenza: in 67 nel mondo hanno pagato con la vita la passione per il proprio lavoro.

Sono 67 i giornalisti morti a seguito di violenze nel 2022. Quindici di loro sono morti in Ucraina, il Paese che registra il più alto numero di vittime, seguito dal Messico con 13 vittime e Haiti con 7. Sono alcuni dei dati diffusi da Avviso Pubblico e contenuti nel Rapporto 2022 'Amministratori sotto tiro' presentato lunedì 26 giugno 2023 nella sede della Fnsi, a Roma, alla presenza, fra gli altri, del ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi e del presidente della Federazione nazionale della Stampa, Vittorio di Trapani, con i giornalisti Paolo Borrometi e Floriana Bulfon.

Secondo Acled (Armed Conflict Location & Event Data), organizzazione non governativa che monitora gli scenari di conflitto e violenza internazionale, partener dell'iniziativa, sono 518 gli eventi che nel 2022 hanno visto i giornalisti come vittime di violenza, in aumento rispetto ai 462 del 2021. Sono 78 invece i Paesi dove i giornalisti sono stati vittime di violenze.

Sul fronte degli 'amministratori sotto tiro', invece, nel 2022 in Italia sono stati 326 gli atti intimidatori, di minaccia e violenza contro sindaci, assessori, consiglieri comunali e municipali, amministratori regionali, dipendenti della Pubblica Amministrazione. Il 18 per cento del totale degli episodi ha riguardato le donne, amministratrici e dipendenti della Pa con minacce dirette e indirette.

«Il trend è in calo rispetto all'anno passato: meno 25 per cento con 438 casi di avvertimenti e aggressioni», commentano gli organizzatori, che precisano però: «I dati sono soltanto apparentemente confortanti. Fare il sindaco era, e resta, un lavoro difficile e talvolta pericoloso».

Per il presidente di Avviso Pubblico, Roberto Montà, «il calo delle intimidazioni di questi ultimi anni può rappresentare un segnale positivo, ma non possiamo permetterci di abbassare la guardia. Come emerge dall'analisi dei dati presente nel Rapporto, eÌ€ necessario osservare questa tendenza con estrema cautela».

«La prima chiave nella lotta contro mafie e corruzione è una buona pubblica amministrazione. Per questo bisogna sostenere i servitori dello Stato che subiscono minacce proprio perché fanno il proprio dovere. E denunciare invece chi tradisce lo Stato», rileva il presidente della Fnsi, Vittorio Di Trapani. «Per questo – aggiunge – è decisivo il ruolo dell'informazione, che per svolgere la sua funzione di controllo però ha bisogno di essere liberata dai bavagli come querele temerarie e restrizioni sulle intercettazioni».

La diminuzione delle minacce eÌ€ «sicuramente un successo del nostro sistema della sicurezza, anche se ci sono elementi preoccupanti perché la stragrande maggioranza delle segnalazioni raccolte da Avviso Pubblico viene dal Sud e dalle Isole», spiega Floriana Bulfon. «Anche se come giornalista d'inchiesta – incalza – mi domando quanto questa statistica indiscutibilmente positiva sia frutto dell'attività di contrasto e quanto invece sia sintomo di una pax mafiosa, dettata dalla volontà di non provocare attenzioni nel momento in cui cominciano a piovere sul territorio i miliardi del Pnrr».

Nella maggior parte dei casi, illustra ancora il Rapporto, ad essere coinvolti sono i Comuni con meno di ventimila abitanti. E una minaccia su quattro non ha matrice criminale. «Ancorché in calo il fenomeno resta presente, molto violento ed estremamente sfaccettato», dice Claudio Forleo, dell'Osservatorio parlamentare di Avviso Pubblico, che ha redatto il report.

«Il Rapporto di Avviso Pubblico offre molti spunti, molte suggestioni. Si tratta di un Rapporto molto accurato che segna una tendenza sulle minacce agli amministratori locali che è analoga a quella che emerge dal monitoraggio dell'Osservatorio del ministero, tra cui lo sdoganamento della violenza come strumento di risoluzione delle contrapposizioni», osserva il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi.

«Il ministero – prosegue – dovrà necessariamente cogliere alcune riflessioni che provengono dal monitoraggio e dalle comparazioni, anche a livello europeo, che Avviso Pubblico e Acled hanno presentato perché gli amministratori locali sono l'ossatura amministrativa di questo Paese, spesso costretti a gestire in prima linea le principali crisi del nostro Paese».

PER APPROFONDIRE
Il Rapporto 2022 sugli "Amministratori sotto tiro" di Avviso Pubblico è allegato di seguito.

@fnsisocial

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