Algeria: Fnsi e Federazione Internazionale per la libertà di stampa. Responsabile del sindacato algerino denuncia violazioni. Delegazione Fnsi-Sindacato algerino incontra forze politiche
Delegazione Fnsi-Sindacato algerino incontra forze politiche Roma, 25 giugno 2004 La Federazione Nazionale della Stampa Italiana comunica: “Una delegazione della Fnsi e del Sindacato dei giornalisti algerino, guidata dal Segretario Generale della Fnsi, Paolo Serventi Longhi e dal responsabile nazionale Nadir Benseba redattore del quotidiano politico Le Matin di Algeri si è incontrata con Fabrizio Morri, responsabile comunicazione della Lista unitaria per l’Ulivo e successivamente con il presidente di Articolo 21 e condirettore di Europa, Federico Orlando. Al centro dei colloqui la drammatica situazione dell’informazione in Algeria con gli ultimi recenti arresti del direttore de Le Matin, Mohamed Benchiou, e di un altro redattore dello stesso giornale indipendente, Hafnaoul Ghoul con accuse ritenute ridicole e inconsistenti. Ad oggi in Algeria sono in libertà vigilata dieci giornalisti e duecentocinquanta sono sotto processo. “Una situazione insopportabile che va denunciata- ha detto Serventi Longhi – su cui l’Italia e la Comunità europea deve saper dare una risposta concreta facendo passi adeguati sulle autorità algerine. Altri incontri con altre forze politiche di maggioranza e di opposizione sono previste nelle prossime ore”. Algeria: Fnsi e Federazione Internazionale per la libertà di stampa. Responsabile del sindacato algerino denuncia violazioni Roma, 24 giugno 2004 - Duecento giornalisti sotto processo, 10 in libertà vigilata e attualmente due in carcere condannati a due anni e a 4 mesi di carcere duro. Questa è la fotografia della situazione dell'informazione in Algeria che Nadir Benseba, responsabile del sindacato dei giornalisti del paese africano, ha tracciato nell'incontro, oggi a Roma, con Paolo Serventi Longhi, segretario generale della Fnsi. La visita è avvenuta in coincidenza con quella del presidente algerino, Abdelaziz Bouteflika. Nadir Benseba ha voluto anche denunciare l'arresto di Mohamed Benchiou, il direttore del suo giornale, il quotidiano indipendente Le Matin di Algeri. Benchiou era stato trovato alla frontiera in possesso di assegni in dinari a suo nome e accusato di espatrio di capitali algerini. "Ovviamente una scusa ridicola che non si regge su nulla - ha detto Benseba - Infatti la nostra moneta non è transabile all'estero". Secondo Benseba la vera ragione dell'arresto è invece politica: "Il nostro giornale dà fastidio al Governo e al Presidente - ha spiegato - e proprio recentemente lo stesso Governo ha tentato di far chiudere la testata con l'accusa di debiti fiscali non accettando neanche la prevista possibilità di rateizzare la presunta somma da versare al fisco. Il risultato è che il quotidiano ormai vive alla giornata e sotto ricatto". A Benseba, che ha chiesto l'intervento dell'Italia e della Comunità europea, Longhi ha ricordato come il sindacato dei giornalisti italiani abbia già chiesto al Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi di affrontare nei colloqui di oggi con il presidente dello Stato algerino il tema dei diritti civili e delle violazioni della libertà di stampa nel Paese. (AGI) Ciampi a Bouteflika, l'Algeria può contare sull'Italia ''L'Algeria può contare sul continuo e pieno sostegno dell'Italia e dell'Unione Europea'', ha assicurato Carlo Azeglio Ciampi al presidente algerino Abdelaziz Bouteflika, che è venuto a trovarlo al Quirinale in visita di cortesia. Il capo dello Stato ha ricevuto l'ospite al Quirinale e dopo un colloquio di un'ora si è presentato ai giornalisti al suo braccio. Il presidente risente ancora dei postumi della frattura della clavicola, ma non porta più la fasciatura e il tutore ed ha il braccio destro libero. È apparso un po' dimagrito, ma in buona forma. Bouteflika è stato rieletto per il secondo mandato lo scorso aprile e con un gesto simbolico, che ripete quello di cinque anni fa, ha dedicato all'Italia il suo primo viaggio all'estero. Segno che il recente riavvicinamento con la Francia, sancito dalla storica visita di Chirac ad Algeri, non ha cambiato la voglia di considerare Roma l'interlocutore privilegiato in Europa. Ciampi ha accolto l'ospite con calore. ''È una personalità saggia e rispettata, un amico dell'Italia e dell'Europa, ed è ormai anche un mio amico personale col quale discuto con franchezza'', ha detto. Quest'ultimo termine fa pensare che durante il colloquio privato di un'ora probabilmente Ciampi abbia toccato anche il tema della libertà di informazione a Algeri, sollevato in Italia dalla Fnsi a seguito del recente arresto di alcuni giornalisti. Nelle dichiarazioni pubbliche, invece, il tema non è stato sfiorato. Ciampi ha anzi rinnovato all'ospite ''le congratulazioni per il consolidamento democratico dell'Algeria'' e per ''il sereno svolgimento delle recenti elezioni presidenziali'', che considera la riprova del fatto che ''i paesi arabi sono capaci di sviluppare efficaci processi di riforma''. Italia e Algeria sono già legati da robusti interessi economici. Le forniture di gas metano fanno dell'Italia il primo cliente di Algeri. Da due anni siamo diventati anche il secondo fornitore dopo la Francia, superando gli Stati Uniti. Ma l'interscambio resta ancora fortemente squilibrato a nostro svantaggio (1,8 miliardi di euro nel 2002). È un tasto sul quale l'Italia preme speso, anche nella prospettiva dell'ulteriore aumento delle forniture di gas quando sarà realizzato il secondo gasdotto che attraverserà la Sardegna. Oggi Bouteflika ha ricordato che le premesse per intensificare le relazioni economiche sono state poste l'anno scorso, con la firma ad Algeri di un trattato bilaterale di amicizia e cooperazione. Ciampi, dal suo canto, si è detto convinto che in campo economico i rapporti fra l' Algeria e l'Italia e l'Europa tutta ''sono suscettibili di grande sviluppo, e non solo in campo energetico''. Consolidando la democrazia, stabilizzando il Paese, l'Algeria può diventare per molti versi un paese complementare per la nostra economia, come i paesi dell'est europeo in cui molte imprese italiane hanno trasferito attività produttive. Ciampi ha incoraggiato i governi di Roma e Algeri a favorire la nascita di iniziative imprenditoriali che avrebbero per il paese africano un duplice vantaggio: la creazione in loco di posti di lavoro; la produzione di merci da scambiare con l'Europa. Ma, ha concluso Ciampi, la premessa è il rafforzamento delle istituzioni democratiche in Algeria, la sconfitta del terrorismo e la pacificazione del Mediterraneo, tutt'ora sconvolto dalle conseguenze della crisi irachena e del conflitto fra israeliani e palestinesi. Queste due crisi richiedono entrambi, ha sottolineato il ruolo attivo dell'Onu: la presenza sul terreno in Iraq, per attuare la Risoluzione 1546, la spinta per la ripresa del negoziato in Medioriente. L'Unione Europea, ha concluso Ciampi, deve rivendicare un ruolo negoziale e deve avere l'ambizione di svolgerlo. Dopo il varo del Trattato costituzionale europeo, inoltre, secondo Ciampi, 'occorre rafforzare il comune impegno per realizzare nell'Europa allargata una vera integrazione politica fondata sul sentimento di appartenenza ispirato a comuni radici ideali''. A quanti indicano i limiti del passo compiuto dall'UE, il presidente della Repubblica ricorda che 'dopo un percorso durato cinquant'anni, gli stati membri dell'Unione hanno approvato una costituzione capace di garantire istituzioni rinnovate, una voce unitaria sul piano internazionale ed una cittadinanza fondata sulla tutela dei diritti''. (ANSA). “Reporters sans frontiers” si rivolge a Ciampi e Berlusconi chiedendo la liberazione di due giornalisti algerini in occasione della visita in Italia del presidente Bouteflika In occasione della visita in Italia del presidente algerino Bouteflika, 'Reporters sans frontieres' chiede al presidente Ciampi e al premier Berlusconi di intervenire per la scarcerazione di due giornalisti prigionieri. In una lettera al Presidente della Repubblica e al premier il segretario generale di Rsf, Robert Menard, chiede di porre nei colloqui con Abdelaziz Bouteflika, in visita in Italia in data odierna, la necessità di liberare i due giornalisti prigionieri, nonché di affrontare ''il problema delle molteplici denuncie per diffamazione che rappresentano una minaccia per molte redazioni della stampa privata algerina''. Uno dei due giornalisti è Hafnaoui Ghoul, corrispondente del quotidiano 'El-Youm' a Djelfa, circa 150 km a sud di Algeri, e corrispondente della Lega algerina per la difesa dei diritti umani, in carcere dal 24 maggio 2004. Il giornalista è stato condannato per diffamazione, il 9 giugno scorso, dal tribunale di prima istanza di Djelfa, a due mesi di carcere e al pagamento di un'ammenda di 300 000 dinar (circa 3 500 euro). Nei suoi confronti, si spiega nella lettera, sono state depositate una quindicina di denunce per diffamazione. L'altro giornalista è Mohammed Benchicou, direttore del quotidiano 'Le Matin'. È stato condannato, il 14 giugno 2004, a due anni di carcere e al pagamento di un'ammenda di 20 milioni di dinar (circa 230 000 euro). Al termine del processo, subito dopo il verdetto del tribunale il giornalista è stato trasferito nel carcere di El-Harrach (periferia di Algeri). Il ministero delle Finanze aveva sporto denuncia per ''infrazione sulla registrazione del controllo dei cambi e i movimenti di capitale''. Nel febbraio 2004, Mohammed Benchicou aveva pubblicato un pamphlet intitolato 'Bouteflika, un'impostura algerina'. (Sin/Pn/ADnkronos)