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Vertenze 23 Dic 2011

Al Piccolo di Trieste scatta lo sciopero al Messaggero Veneto chiude la redazione di Gorizia

Sciopero al Piccolo di Trieste, mentre il Messaggero Veneto di Udine chiude la redazione di Gorizia. L'Assostampa Fvg è al fianco e si mette a disposizione dei colleghi dei due quotidiani regionali del Gruppo Espresso Repubblica, che con il passaggio al tabloid hanno subito quest'anno un consistente calo di organico, in un processo di omologazione informativa che vede già ora le pagine nazionali dei due giornali uguali e realizzate fuori dalla regione, senza concrete prospettiva di crescita e di sviluppo. Ma ecco il comunicato del Cdr del quotidiano triestino.

Sciopero al Piccolo di Trieste, mentre il Messaggero Veneto di Udine chiude la redazione di Gorizia. L'Assostampa Fvg è al fianco e si mette a disposizione dei colleghi dei due quotidiani regionali del Gruppo Espresso Repubblica, che con il passaggio al tabloid hanno subito quest'anno un consistente calo di organico, in un processo di omologazione informativa che vede già ora le pagine nazionali dei due giornali uguali e realizzate fuori dalla regione, senza concrete prospettiva di crescita e di sviluppo. Ma ecco il comunicato del Cdr del quotidiano triestino.

"I giornalisti del Piccolo, in stato di agitazione dal 13 dicembre, approvano la proposta del Cdr di astensione dal lavoro nella giornata odierna. Ma perché i giornalisti scioperano?
- perché da domani due giovani colleghi precari (ai quali se ne aggiungerà un altro tra un mese) non avranno più prospettive di lavoro nel nostro giornale che nell’ultimo anno, ha ottenuto risultati di rilievo sul piano diffusionale.
- perché, nonostante l’ampia disponibilità al dialogo e alla concertazione (anche con iniziative di solidarietà a carico della redazione) da parte dei giornalisti e nel rispetto degli accordi in essere, l’azienda finora non ha fornito la minima apertura nel delineare assieme alla redazione un percorso di stabilizzazione anche parziale dei colleghi precari. Percorso volto al mantenimento della qualità e all’identità del giornale e allo sviluppo dell’informazione on-line.
- perché il conseguente piano di riorganizzazione dei reparti (con 6 giornalisti in meno rispetto a un anno fa) presentato dal direttore e dal suo vice mette a rischio la qualità del nostro lavoro, quella del giornale e il rispetto delle norme del nostro contratto. Nuovo assetto che sarà applicato da lunedì prossimo.
- perché siamo convinti che l’informazione on-line e lo sviluppo delle piattaforme multimediali costituiscano una concreta possibilità di crescita delle aziende editoriali. E il programma presentato dal direttore e dal suo vice non va in questa direzione.
- perché finora, per venire incontro alle esigenze di ammodernamento del giornale, si sono tollerate costanti violazioni di norme previste dal contratto di lavoro dei giornalisti. Violazioni che ora saranno puntualmente denunciate.
- perché, nonostante le segnalazioni e le sollecitazioni inviate all’azienda dal cdr, le condizioni ambientali e tecnologiche nelle quali giornalisti e poligrafici lavorano sono spesso al di sotto degli standard minimi.
- perché le costanti richieste inoltrate a direzione e azienda di proporre, compatibilmente ai budget, alle decine di collaboratori una cornice contrattuale decente e retribuzioni degli articoli decorose non hanno prodotto alcuna risposta concreta.
- perché siamo solidali con gli altri colleghi di alcune testate del gruppo che nelle ultime settimane hanno scioperato per incalzare l’editore che sembra orientato a un piano di impoverimento delle risorse umane anziché proporre un percorso di condivisione per ammortizzare una crisi dell’editoria dalla quale sarebbe opportuno difendersi con le idee e non solo con i tagli.
Siamo consapevoli del danno arrecato agli edicolanti, ai distributori, agli inserzionisti e ce ne scusiamo. Avremmo preferito allocare le nostre e le vostre risorse su un tavolo che abbia al centro il tema del lavoro.
Ma ci scusiamo soprattutto con i lettori-cittadini. Nelle prossime settimane, oltre a varare altre forme di protesta, cercheremo di promuovere iniziative pubbliche di confronto. Perché il Piccolo è il nostro lavoro, ma il Piccolo è soprattutto da 130 anni un patrimonio della città territorio. Dobbiamo difenderlo. Buon Natale".
Passiamo al Messaggero Veneto, che da gennaio 2012 chiude la redazione di Gorizia. La conferma ufficiale da parte della direzione della testata è arrivata soltanto a pochi giorni dalla chiusura a dimostrazione che nuovamente si è voluto dissimulare fino all'ultimo le reali intenzioni ed evitare ogni confronto sulle scelte aziendali. La sede di Gorizia - già pesantemente ridimensionata la primavera scorsa - sarà soppressa, ma (per ora) sopravvivono le pagine di Gorizia che verranno confezionate dalla redazione centrale. A tal fine due dei tre colleghi che hanno retto le sorti dell'edizione isontina verranno trasferiti a Udine. Il sindacato dei giornalisti stigmatizza l'atteggiamento dell'Azienda che fin dal passaggio al tabloid aveva assicurato che Gorizia non avrebbe perso la sede del Messaggero Veneto. In questo percorso di spoliazione progressiva suscitano ragionevoli dubbi le odierne rassicurazioni che nulla cambia per quanto riguarda il carico di lavoro e il numero di pagine che continuerebbero ad avvalersi dell'apporto dei collaboratori. Per oltre un decennio il loro apporto ha permesso all'edizione di Gorizia del Messaggero Veneto di offrire al lettore un prodotto quantitativamente e qualitativamente adeguato. Ora ancor più di prima essi rappresentano una risorsa fondamentale. Va da sé che con la soppressione della redazione locale e a fronte di un organico di redattori sottodimensionato il loro lavoro sarà determinante e andrà perciò tutelato con maggiori garanzie contrattuali e un'adeguata retribuzione che assicuri loro non la pura sopravvivenza ma la dignità professionale e umana. Sarà compito del sindacato vigilare che queste aspettative non vengano disattese dai vertici aziendali che finora non hanno certo brillato per la considerazione rivolta ai collaboratori. L'hanno fatto anche stavolta ignorando il dovere di informarli ufficialmente delle decisioni assunte sulla sorte della redazione di Gorizia. Il sindacato dei giornalisti giudica in maniera estremamente negativa la chiusura della redazione in un percorso costante di depauperamento dell'informazione che spalanca le porte all'emorragia di lettori. La sua soppressione è dettata da un mero calcolo economico che ragiona esclusivamente in termini di tagli e non di investimenti sulle redazioni, a cominciare dalle professionalità che si sono formate. Non bastano perciò le promesse sul mantenimento delle tre pagine dell'edizione goriziana - distribuita peraltro soltanto nell'Isontino - a fugare il sospetto che sia stata spianata la strada alla chiusura definitiva e completa del giornale a Gorizia. Una prospettiva che non considera la gravità di una tale perdita per la comunità di riferimento. Lascia infine interdetti la decisione di archiviare per sempre il progetto di dare al Messaggero Veneto un respiro regionale.

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