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La risposta della Fnsi all'editore di LaPresse
Giornalisti 17 Giu 2016

Agenzie di stampa, la Fnsi all'editore di La Presse: «Non ci lasceremo intimidire»

«Se con l'annuncio di iniziative giudiziarie l'editore dell'agenzia di stampa LaPresse pensa di intimidire o mettere paura al sindacato dei giornalisti si sbaglia e avrà  modo di accorgersene presto. L'annunciata querela per diffamazione ci darà  infatti l'opportunità  di dimostrare in un'aula di giustizia la fondatezza dei rilievi mossi nei confronti dell'editore». Questa la risposta della Fnsi alle polemiche delle ultime ore.

«Se con l’annuncio di iniziative giudiziarie l’editore dell’agenzia di stampa LaPresse pensa di intimidire o mettere paura al sindacato dei giornalisti si sbaglia e avrà modo di accorgersene presto. L’annunciata querela per diffamazione ci darà infatti l’opportunità di dimostrare in un’aula di giustizia la fondatezza dei rilievi mossi nei confronti di un editore che, come si evince dai toni e dal contenuto, a tratti esilaranti, del comunicato diffuso, ha una concezione dell’impresa editoriale degna di quella di un padrone delle ferriere». La Fnsi risponde così alla polemica sorta dopo la denuncia di violazioni delle regole contrattuali fatta insieme alle Associazioni regionali di stampa di Piemonte, Lombardia e Lazio.

«È inequivocabile, oltre che facilmente dimostrabile – prosegue la Fnsi – quanto sostenuto dal sindacato, ossia che l’editore de LaPresse ha costretto i propri giornalisti ad accettare trattamenti peggiorativi rispetto a quelli riconosciuti dal contratto nazionale di lavoro. È dovere del sindacato denunciare questa situazione e chiedere l’intervento delle istituzioni pubbliche, considerato che l’editore in questione usufruisce dei benefici di una convenzione con il governo. L’editore, che ha sempre rifiutato il confronto con il sindacato, sarà chiamato a rispondere del proprio atteggiamento nelle competenti sedi giudiziarie, nelle quali sarà denunciato per comportamento antisindacale».

Editoria: La Presse ricorre alle vie legali, Fnsi ci diffama
“Comunicato diffuso ieri è diffamatorio, finalità non chiare”
La società editrice dell'agenzia LaPresse "si rivolge ai legali" per i "contenuti diffamatori" del comunicato diffuso ieri da Federazione nazionale della stampa, Associazione Stampa Subalpina, Associazione Stampa Romana e Associazione Lombarda dei Giornalisti per denunciare "una presunta violazione delle regole contrattuali e pretese situazioni di concorrenza sleale da parte della nostra agenzia".
Per la società, "si tratta di un'iniziativa molto grave, sia perché è totalmente infondata, sia perché - in palese violazione di tutte le regole - è stato emanato senza alcuna preventiva informazione e condivisione dello stesso con il direttore e con il comitato di redazione. Dato quest'ultimo che, prima di ogni altro, dimostra che l'iniziativa non è stata motivata, come invece vorrebbe farsi apparire, da esigenze di tutela dei giornalisti della nostra agenzia, ma da tutt'altre e non meglio chiarite finalità".
La Fnsi, scrive La Presse, il 30 maggio ha chiesto alla Fieg l'apertura di un tavolo sindacale "facendo riferimento a un inesistente accordo aziendale 'con il quale si fronteggia la crisi aziendale con la riduzione di alcuni istituti economici contrattuali'". La Presse ha risposto il 13 giugno chiarendo che "la società non è in crisi" e che "non è stato raggiunto alcun accordo collettivo aziendale, bensì un insieme di accordi singolarmente sottoscritti dai giornalisti a titolo individuale. Accordi, raggiunti con n. 51 giornalisti art. 1 su n. 52 giornalisti in forza, che prevedono un aumento retributivo, nella forma di un superminimo mensile ad personam assorbibile, di euro 100,00 lordi mensili a tutti i redattori".
Per questo, prosegue La Presse, il comunicato della Fnsi "è falso, oltre che giuridicamente privo di fondamento" ed è "gravissimo" che la Federazione abbia parlato di "'ricatto messo in atto in confronti dei lavoratori'. Niente di più falso, considerato che la proposta dell'editore è stata direttamente formulata ai giornalisti, previa la necessaria condivisione con il direttore e il comitato di redazione". Inoltre, "nessun comportamento discriminatorio è stato posto in essere nei confronti di chicchessia".
"Vista la palese falsità delle notizie diffuse", "gli autori - conclude la nota - si assumeranno in tutte le sedi competenti le loro responsabilità". (Ansa – Roma, 17 giugno 2016)

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