"Una condotta non rispettosa degli obblighi pluralismo, dell'imparzialità e dell'obiettività" con "il ricorso a editoriali, interviste, servizi nei quali si riporta univocamente il giudizio di una sola parte politica, omettendo informazioni di contesto, anche in relazione al dibattito pubblico sui temi trattati". È quanto si legge nella delibera, pubblicata oggi sul sito dell'Autorità, con la quale l'Agcom ha comminato una multa di 1,5 milioni alla Rai.
Nel documento si legge, in primo luogo, che con riferimento ai notiziari emerge, considerando il periodo agosto 2019-gennaio 2020 "una costante, reiterata e sistematica sotto-rappresentazione della prima forza politica presente in Parlamento (M5S, ndr), tanto con riferimento ai tempi di parola quanto con riferimento ai tempi di notizia".
Sotto lo specifico profilo del confronto tra posizioni diverse, il monitoraggio evidenzia in tutti i programmi di approfondimento "la pressoché totale assenza del confronto tra leader politici". "Se all'assenza di contraddittorio – scrive Agcom – si affianca una rappresentazione univoca e unilaterale di alcune tematiche, il quadro di informazione selettiva appare evidente". L'Autorità sottolinea anche "la presenza di servizi simili a 'editoriali', recanti esclusivamente un chiaro, unico ed univoco punto di vista".
L'Agcom cita diversi episodi riguardanti il Tg2, a partire dal servizio circa "l'asserito fallimento del modello svedese di accoglienza degli immigrati" o quello relativo all'omicidio del vice-brigadiere Mario Cerciello Rega nel quale si addebita la morte a due nordafricani. Il provvedimento ricorda anche il servizio della Tgr Emilia Romagna sulla manifestazione dei nostalgici a Predappio, oltre ad episodi riguardanti programmi come #Cartabianca, L'approdo, Realiti, La vita in diretta e Unomattina. In relazione al Festival di Sanremo "è stata verificata una carenza della particolare responsabilità richiesta alla Rai nella garanzia della dignità della persona e nella rappresentazione dell'immagine femminile".
Nel provvedimento si specifica, inoltre, che "il mancato rispetto da parte della Concessionaria della funzione di garante dell'informazione" genera una conseguenza "di ordine erariale stante il contributo pubblico percepito dalla Rai" e una "di ordine sociale, con possibili effetti negativi sull'istruzione, sulla crescita civile, sulla facoltà di critica". (Ansa)
Esecutivo Usigrai: «La delibera AgCom un clamoroso errore»
La delibera dell'AgCom è un clamoroso errore, con alcuni palesi sconfinamenti dalle proprie competenze, che rappresentano un precedente pericoloso.
L'AgCom non può e non deve entrare in alcun modo nell'autonomia editoriale della Rai.
L'ovvio e scontato ricorso da parte dell'Azienda ci auguriamo che ripristinerà i giusti confini di autonomie e competenze.
Dall'AgCom un autogol e una sanzione enorme e inaudita, che avranno come unico esito quello di far passare in secondo piano i veri nodi dell'informazione della Rai Servizio Pubblico.
Di questi temi se ne deve occupare l'unico organismo titolato a farlo: il Consiglio di Amministrazione della Rai, che invece - troppo impegnato a fare da cinghia di trasmissione dei partiti - fa finta di non vedere.
Ma una delibera sbagliata non può diventare l'alibi per dire che in Rai va tutto bene.
L'Agcom mescola fatti molto diversi, e mette insieme semplici episodi con quelli che sono invece comportamenti palesemente reiterati.
Il CdA della Rai ha il dovere di discutere di ciò che mandiamo in onda e deve prendere una posizione, dicendo se ci sono pagine - alcune citate anche nella delibera AgCom - che non sono all'altezza del Servizio Pubblico e dei valori del Contratto di Servizio.
Fermo restando, che laddove la sanzione AgCom dovesse essere confermata, la Rai deve individuare modalità per farla pagare a chi ne porta la responsabilità, e non ai dipendenti e ai cittadini.
L'Esecutivo Usigrai