Afghanistan: La Corte suprema condanna due giornalisti alla pena di morte per il reato di "blasfemia"
La Corte suprema ha confermato, a inizio agosto 2003, la condanna a morte per Sayeed Mahdawi e Ali Reza Payam, entrambi giornalisti del settimanale Aftab, per il reato di "blasfemia". I due giornalisti, che per il momento si nascondono in una località segreta in Afghanistan, sono accusati di aver denunciato il carattere retrogrado dell'islam praticato in Afghanistan e l’uso politico della religione fatto dai leader conservatori del paese. Reporter senza frontiere (sezione italiana di Reporters sans frontières) è indignata per questa decisione presa dal Consiglio degli ulema (la gerarchia religiosa del paese) e confermata dalla Corte suprema. E’ deplorevole vedere, ancora una volta, i conservatori dominare il sistema giudiziario afghano e abusare del loro potere per attentare alla libertà di espressione. L'organizzazione internazionale per la difesa della libertà di stampa, ha chiesto al presidente Hamid Karzai di garantire la sicurezza e la libertà dei due giornalisti. "Viste le ultime decisioni della Corte suprema, si impone la necessità di riformare questa istituzione affinché diventi finalmente un’istanza indipendente, a garanzia delle libertà individuali" ha scritto Reporters sans frontières nella sua lettera indirizzata al capo dello Stato. L'organizzazione si è rivolta anche al rappresentante speciale del segretario generale della Nazioni unite, Lakhdar Brahimi, per chiedergli di tenere conto delle pressioni della comunità internazionale nella difesa della libertà di espressione in Afghanistan. Reporters sans frontières ha appreso, il 6 agosto 2003, che la Corte suprema aveva deciso di confermare l’applicazione della pena di morte a Sayeed Mahdawi e Ali Reza Payam, rispettivamente caporedattore e giornalista del settimanale Aftab, per "blasfemia". Qualche giorno prima, il Consiglio degli ulama, composto da 13 religiosi, aveva preteso la condanna ala pena capitale per i due giornalisti. Il documento, di 10 pagine, che conferma la condanna è firmato dal presidente della Corte suprema, Mawlazi Fazl-e Hadi Shinwari. Il governo sarebbe tenuto ad applicare questa decisione presa dalla più alta istanza giudiziaria del paese. Pertanto, l’istruttoria di questo dossier era già stata fatta da un’altra Corte, gerarchicamente inferiore. Un giudice della Corte suprema ha dichiarato a una fonte vicina a Reporters sans frontières che "questa sentenza è superiore alla legge ". Contro i due giornalisti sono stati emessi nuovi mandati di arresto. Glib uffici che ospitavano la redazione del settimanale Aftab a Kabul, sono stati chiusi dopo la pubblicazione del numero della rivista pubblicato l’ 11 giugno 2003 e che conteneva l’articolo "Santo fascismo". Sayeed Mahdawi e Ali Reza Payam, di nazionalità iraniana, nei mesi scorsi sono stati detenuti nelle carceri del paese per una settimana per poi essere liberati dopo l’intervento del presidente Hamid Karzaï. I due giornalisti avrebbero dovuto presentarsi davanti a un giudice per fornire delle spiegazioni riguardo al loro articolo. Ma dopo una manifestazione di militanti islamici che si opponevano alla loro liberazione, Sayeed Mahdawi e Ali Reza Payam hanno deciso che era più prudente nascondersi per evitare eventuali rappresaglie. Qualche giornale afghano ha pubblicato delle fatwa che condannavano a morte i due giornalisti. Nell’articolo incriminato i due giornalisti ponevano questa domanda: "Se l'islam è l’ultima religione rivelata, la migliore delle religioni, perché i paesi musulmani sono al traino del mondo moderno?"