Il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania Ermanno Corsi stigmatizza l’aggressione subita dalla giornalista di Studio Aperto, Bruna Varriale, e dalla troupe di Italia 1.
Il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania Ermanno Corsi stigmatizza l’aggressione subita dalla giornalista di Studio Aperto, Bruna Varriale, e dalla troupe di Italia 1. «Si tratta - dice - di un episodio di una gravità inaudita e sconvolgente. Tutte le volte che si ostacola, in qualsiasi modo, il lavoro dei giornalisti, si ferisce gravemente la libertà di informazione. Nel caso specifico si è autorizzati a formulare le peggiori ipotesi: interessi del tutto illegali che ostinatamente si tenta di proteggere sottraendoli al circuito dell’economia legale. Per questo va ancor di più apprezzato il lavoro di coraggiosi operatori dell’informazione». «Una espressione di viva solidarietà - prosegue Corsi - alla collega giornalista professionista Bruna Varriale, di Studio Aperto, ai suoi collaboratori, alla sua squadra televisiva. Esprimo la certezza che episodi di simile brutalità non condizioneranno minimamente l’autonomia e il senso di responsabilità dei giornalisti e di tutti gli operatori dell’informazione». (ANSA) «Non è stata una ragazzata, a qualcuno ha dato fastidio che girassimo immagini lì e ce lo ha fatto capire nel modo peggiore». Ancora spaventata per la brutta avventura la giornalista di Studio Aperto, Bruna Varriale, commenta l’episodio di inciviltà di cui è stata vittima mentre girava con la sua troupe su una spiaggia napoletana un servizio per il telegiornale di Italia 1. «Eravamo - racconta - a San Giovanni a Teduccio, alle porte di Napoli, per riprendere una delle spiagge nere della Campania tra quelle segnalate da Legambiente, dove ci si fa il bagno normalmente nonostante il litorale abbia le caratteristiche di una discarica a cielo aperto, quando ci sono piovuti addosso dei sassi». «L’operatore ha avuto la peggio - prosegue nel suo racconto la giornalista di Studio Aperto - è stato colpito alla testa ed è stato medicato con alcuni punti. Non sappiamo chi sia stato ma l’idea che ci siamo fatti è che sia stato qualcuno che era in acqua. Un’altra pietra mi ha sfiorato al braccio, ma per fortuna non mi sono fatta niente di particolare». (ANSA)