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Cronaca 18 Ott 2009

A Mediaset scoppia il caso Mesiano. Lettera dei giornalisti: "Non condividiamo questo modo di fare informazione. Solidarietà a Suber (dimissionario dal Cdr Videonews) e subito assemblea"

Nuova iniziativa dei giornalisti di Mediaset dopo il caso del servizio sul giudice Mesiano, autore della sentenza  che ha condannato Finivest a pagare 750 milioni di risarcimento alla Cir di Carlo De Benedetti.  Il magistrato è stato seguito per le vie di Milano dalle telecamere Mediaset ed è diventato  oggetto di un servizio che ha indignato magistratura, le forze politiche dell'opposizione e che è stato criticato anche da esponenti del centrodestra.

Nuova iniziativa dei giornalisti di Mediaset dopo il caso del servizio sul giudice Mesiano, autore della sentenza  che ha condannato Finivest a pagare 750 milioni di risarcimento alla Cir di Carlo De Benedetti.  Il magistrato è stato seguito per le vie di Milano dalle telecamere Mediaset ed è diventato  oggetto di un servizio che ha indignato magistratura, le forze politiche dell'opposizione e che è stato criticato anche da esponenti del centrodestra.

A Mediaset è partita una raccolta di firme su un documento proposto dai giornalisti di tutte le testate del gruppo, affinchè si svolga un'assemblea che coinvolga tutta l'informazione Mediaset. Lo stesso documento _ informa una nota dell'Ansa _ è fortemente critico verso il sindacato interno, per come ha trattato il caso Mesiano.
   "Noi giornalisti del gruppo Mediaset - si legge nel documento proposto da una ventina di giornalisti rappresentanti di tutte le testate del gruppo - prendiamo decisamente le
distanze da questo modo di fare informazione, non serve a nessuno e non ha senso voler piegare i giornalisti e il loro lavoro a logiche che nulla hanno a che fare con il mestiere,
arrivando a produrre il servizio sul giudice Mesiano, che è stato definito dalla Fnsi un 'pestaggio mediatico'. E' una logica che rifiutiamo, figlia di questa sorta di guerra
mediatica tra gruppi editoriali. Ci stupisce che le rappresentanze sindacali, ad eccezione di Paolo Trombin del Cdr del Tg5 - si legge ancora nel documento diffuso già stamani
all'interno di Mediaset - non abbiano fatto sentire la loro voce, non solo quando è uscito il servizio giovedì scorso, ma anche a distanza di giorni, quando la notizia è arrivata sulle
prime pagine di tutti i quotidiani, isolando di fatto il collega del Cdr di Videonews, Pietro Suber, che per questo si è dimesso dalla rappresentanza sindacale. Pensiamo - è la conclusione - che a questo punto sia assolutamente necessario indire un'assemblea e aprire una discussione sul presente e sul futuro dell'informazione Mediaset". L'Ansa informa che il documento è stato firmato, fino a questo momento, da 25 giornalisti del
Tg5, tra cui alcuni fiduciari di redazione, di condivisione. La vicenda riguardante
il giudice Raimondo Mesiano continua così a tenere banco a Mediaset: ieri infatti sono giunte le dimissioni irrevocabili di Pietro Suber dal Cdr di Videonews - che domani dovrebbe riunire la redazione in assemblea - e quindi la presa di posizione di
Trombin. 
   "Esprimo solidarietà  al collega Pietro Suber - scrive Trombin - che si è dimesso dal cdr di Videonews dopo le polemiche scaturite con la messa in onda del servizio di Mattino
5 dedicato al giudice Mesiano. Il giornalismo italiano vive una stagione difficile con scontri all'ultimo sangue tra testate giornalistiche e gruppi editoriali ma pure in un quadro così
difficile è necessario ribadire la convizione che il lavoro giornalistico vada svolto sempre nel rispetto delle persone con equilibrio, serenità, completezza, avendo come unico obiettivo la conoscenza dei fatti". Secondo Trombin, l'ordine dei giornalisti dovrebbe promuovere una riflessione collettiva sullo stato e sul futuro della professione.

@fnsisocial

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