di Antonella Napoli*
Ci sono dei luoghi relegati in un cono d’ombra, Paesi stremati da conflitti e crisi umanitarie come lo Yemen, dimenticati da tutti ma non da noi. Articolo 21 sin dall’inizio della guerra civile nello stato più povero del Medioriente ne ha scritto denunciando gli orrori che li si stavano consumando, nell’indifferenza della comunità internazionale.
Oggi, all’indomani di un bel momento per l’informazione voluto dal presidente della Federazione della Stampa Giuseppe Giulietti e dal segretario dell’Usigrai Vittorio Di Trapani, che ha fatto del 29 luglio la giornata dedicata a padre Paolo Dall’Oglio che proprio a questi temi aveva dedicato la sua vita, rilanciamo la campagna per aprire una finestra informativa sul dramma yemenita, come lo stesso Giulietti ha più volte chiesto.
La situazione in Yemen è al limite del disastro irreversibile. Ai bombardamenti e all’emergenza alimentare si è aggiunta la più grave epidemia di colera attualmente in corso nel mondo.
Solo negli ultimi tre mesi sono stati registrati 400mila casi di contagio e circa 1.900 morti sono stati associati alla malattia. Il Paese è sull’orlo della carestia: circa 2 milioni di bambini sono colpiti da malnutrizione acuta che li rende ancora più vulnerabili al colera.
Medici, infermieri e volontari stanno lavorando senza sosta per salvare vite. Oltre 30mila operatori sanitari non ricevono lo stipendio da oltre 10 mesi, molti lavorano solo per dovere. È evidente che la crisi dello Yemen richiede una risposta senza precedenti. Le Ong sul terreno non riescono a far fronte a tutte le emergenze.
Per questo operatori umanitari e autorità del Paese chiedono alle Nazioni Unite di moltiplicare il loro supporto. Se così non fosse la catastrofe che è già in atto continuerà a espandersi e a mietere vite, compromettendo il futuro delle prossime generazioni e del Paese per molti anni a venire.
Il tutto si consuma mentre continuano gli scontri fra Houthi e la coalizione araba che appoggia il governo yemenita. Per stanare i combattenti antigovernativi i militari sauditi, che guidano la missione, non esitano a fare vittime tra i civili.
L’Onu parla di cifre in aumento. Quelle attuali sono già sconcertanti, oltre 10mila persone civili sono state uccise nel conflitto yemenita da quando la coalizione ha iniziato la sua campagna aerea nel marzo 2015.
*Antonella Napoli è presidente dell'Associazione Italians for Darfur e componente del direttivo di Articolo21