“Dopo quattro giorni è ancora silenzio dal Comune di Roma su una vicenda che rappresenta un cortocircuito preoccupante tra amministrazione pubblica e libertà d’informazione. Sia amministratori che giornalisti hanno una ruolo di servizio che impone degli obblighi reciproci di trasparenza.”
Inizia così un comunicato stampa del Sindacato cronisti
romani nel quale l'associazione capitolina ripropone una vicenda di qualche
giorno fa che ha visto protagonisti due giornalisti de Il Tempo.
“Il grave episodio - specifica la nota -
riguarda Augusto Parboni e Pasquale Carbone, rispettivamente cronista e
fotografo del Tempo, che sono stati trattenuti per circa quattro ore dagli
agenti della polizia municipale in funzione di scorta al sindaco Ignazio
Marino”.
“I due giornalisti – scrivono i cronisti romani - sono stati bloccati per
supposta violazione della privacy anche se l’episodio, con fotografie fatte al
sindaco, si è svolto in uno spazio pubblico. Sono passati quattro giorni, ma il
Comune ha scelto intenzionalmente di non rispondere.
“Il Tempo viene accusato – informalmente, precisa la nota, perché non ci sono
dichiarazioni ufficiali - di usare la vicenda come 'clava mediatica'. Si può
anche pensare che sia sbagliato da parte di un giornale dare tanto spazio a questo
episodio. Come si può pensare che sia sbagliato che altri giornali lo abbiano
ignorato. Il Sindacato cronisti romani non entra nel merito nella valutazione
di una notizia ma, nell’esprimere la sua solidarietà ai giornalisti del Tempo,
sottolinea che è dovere di un’amministrazione pubblica dare una risposta su
quello che appare come un abuso di potere”.
“L’unica consolazione – conclude il Sindacato cronisti romani – in un episodio
che danneggia l’immagine del Comune è che dall’Ufficio stampa, interpellato dal
Sindacato cronisti romani, è stata confermata la correttezza del collega
Parboni. Al quale i Cronisti rinnovano la loro vicinanza”.