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Fnsi 23 Gen 2004

Vicenda Inpgi: Il Consiglio Generale è convocato giovedì 12 febbraio. Interventi e proposte dei consiglieri di maggioranza Reale e Sabbatini e di Gariboldi, Nicotri e Rho di Quarto Potere

Vicenda Inpgi: Il Consiglio Generale è convocato giovedì 12 febbraio. Interventi e proposte dei consiglieri di maggioranzaReale e Sabbatini e di Gariboldi, Nicotri e Rho di Quarto Potere

Vicenda Inpgi: Il Consiglio Generale è convocato giovedì 12 febbraio. Interventi e proposte dei consiglieri di maggioranza
Reale e Sabbatini e di Gariboldi, Nicotri e Rho di Quarto Potere

Il Consiglio Generale dell'Inpgi è stato convocato giovedì 12 febbraio alle ore 10. Pubblichiamo volentieri alcuni interventi sulla vicenda dell'Inpgi, giunti alla redazione di "www.fnsi.it" venerdì in fase di chiusura settimanale. Roberto Reale: Il documento della minoranza sulle vicende Inpgi merita, a mio avviso, sotto l'aspetto della accuratezza giornalistica e dell'onestà intellettuale, almeno due correzioni.A beneficio dei colleghi meno informati: 1)Non ci sono "veti incrociati", ci sono soltanto le pretese della minoranza che, nonostante abbia perso le elezioni cerca di imporre all'Istituto dirigenza e programmi bloccando l'elezione del Consiglio d'amministrazione. 2)Non possono essere i consiglieri di Inpgi-si-cambia a chiedere che cada la pregiudiziale Cescutti. Infatti la pregiudiziale (cioè il veto sul nome di un collega, gravissimo precedente nelle istituzioni di categoria) è stata posta proprio da loro. La maggioranza ha invece, legittimamente, proposto la conferma del presidente uscente assieme al programma fin dalla campagna elettorale: indicazione premiata dalla vittoria. La conclusione, è bene che la categoria lo sappia, è il rischio di commissariamento. Cioè di consegnare al governo e agli appetiti dei politici l'autonomia delle nostre pensioni e il patrimonio immobiliare del nostro istituto. Esattamente il risultato che l'ideologo di Inpgi-si-cambia, Ciccio Abruzzo, ha ventilato dopo la bocciatura alle elezioni, forse immaginando se stesso come commissario. Invece, se mai verrà, il commissario sarà un uomo di fiducia del ministro del Lavoro. E non se ne andrà tanto presto. Roberto Reale Consigliere Inpgi Riccardo Sabbatini, consigliere Inpgi Ragazzi, non ci incartiamo! Con la stessa franchezza usata in altre circostanze va detto che l’atteggiamento usato dai colleghi della minoranza del consiglio generale dell’Inpgi (20 rispetto ai 36 della maggioranza) è sempre meno comprensibile. Nell’ultimo mese non hanno fatto nient’altro che chiedere il defenestramento di Gabriele Cescutti in nome di un radicale cambio di gestione dell’ente. Ed utilizzano una norma statutaria molto garantista (quorum di 2/3 per le elezioni) al fine di impedire la nomina di un Cda. Molto sommessamente, vorrei ricordare loro che l’ente negli ultimi anni ha migliorato i suoi bilanci, non li ha peggiorati. Ed i problemi di comunicazione che abbiamo avuto (alcuni molto seri, è inutile negarlo) sono anche la conseguenza del rigore con il quale l’istituto è stato gestito ( nella vigilanza sulle aziende editoriali, nella politica immobiliare, nelle stesse regole di pensionamento per far si che i colleghi più giovani possano in futuro ricevere una pensione e non semplicemente un obolo). Molte di queste scelte, con relative delibere, sono state approvate a larghissima maggioranza. I bilanci della gestione principale dell’ente, con l’eccezione dell’ultimo (forse a causa dell’imminente scadenza elettorale), sono sempre stati approvati all’unanimità. Ed allora perché soltanto Gabriele? Mandiamo a casa tutti i componenti del vecchio consiglio di amministrazione, colpevoli di "buona gestione". Non mi sembra che sia questa l’intenzione. Diverso è il discorso se, tra tutte le componenti, si concorda su un generale ricambio del Cda. Non eleggendo, ad esempio, chi ha già svolto due mandati e scegliendo i colleghi in funzione della loro competenza professionale. Un simile Consiglio d’amministrazione potrebbe predisporre in tempi ragionevoli una più profonda riforma statutaria ed avviare una riflessione più ampia su come la categoria debba essere presente nel proprio ente di previdenza ( l’idea di affidarci a manager professionali per la gestione mantenendo la nostra presenza in un organo di indirizzo e controllo incontra più consensi di quanto io stesso pensassi). Potrebbe essere una soluzione e - sono sicuro - verrebbe apprezzata dagli iscritti dell’ente che guardano con sempre maggiore sgomento a quanto sta accadendo. Diversamente, continuare a chiedere la testa di Cescutti come unico agnello sacrificale avrà come unico risultato quello di portarci diritti verso il commissariamento. Alcuni irresponsabilmente dicono in questi giorni che sarebbe il male minore. Ma non scherziamo! Al di là del mucchio soldi che andrebbero in fumo per rifare le elezioni (in questi giochetti tra correnti sindacali forse sarebbe il caso che qualcuno lo ricordi) va considerato che l’Inps è rimasto commissariato un anno prima che il Governo si decidesse a rinnovare gli organi. E poi nella scelta del commissario avrebbe voce in capitolo un Presidente del Consiglio che di mestiere fa l’editore. Riccardo Sabbatini Tre idee di Quarto Potere per l’Inpgi Lo stallo per l’elezione del nuovo Consiglio d’amministrazione Inpgi si può superare. Ecco tre idee che sottoponiamo al dibattito tra i colleghi. 1) Riforma statutaria. Molti evocano come una sciagura, o invocano come male minore, un commissario che dovrebbe riformare lo statuto Inpgi. Noi pensiamo invece che si possa formulare una proposta di riforma statutaria bipartisan e arrivare ad approvarla con la maggioranza richiesta (più dei due terzi) nel nuovo consiglio generale Inpgi, dimostrando così l’inutilità del commissariamento. Pensiamo anche che la riforma statutaria sia la base di partenza per qualsiasi accordo tra le diverse componenti. 2) Presidenza di garanzia. Noi di Quarto Potere siamo stati eletti in Inpgi.sicambia e ribadiamo la nostra fedeltà agli elettori che ci hanno votato, all’alleanza e alla nostra sigla: cambiamento significa eleggere un nuovo presidente. Nei giorni scorsi Inpgi.sicambia ha mandato una lettera aperta al Segretario Fnsi, Paolo Serventi Longhi, chiedendogli di indicare un candidato per la presidenza diverso da Gabriele Cescutti. Ricordiamo che il Segretario Fnsi per statuto non è eleggibile alla presidenza Inpgi, quindi non può indicare se stesso: speriamo che Serventi si consulti con la "sua maggioranza" (e anche con noi, se lo ritiene) per definire la proposta di una presidenza di garanzia che sia accettabile da tutta la categoria. Qualcuno l’ha definito un pareggio, ma non siamo così sciocchi da pensare che Serventi indichi un presidente di Inpgi.sicambia (se lo facesse, sarebbe un colpo d’ala clamoroso, alla fine del suo mandato, che potrebbe riabilitarlo dai tanti errori commessi), perciò aspettiamo serenamente che emerga nella "sua maggioranza" un nuovo candidato votabile anche dall’opposizione. Non vogliamo fare ribaltoni. 3) Fiduciario in Lombardia. Vogliamo anche rispettare la volontà degli elettori: Inpgi.sicambia ha vinto nettamente in Lombardia e perciò chiediamo al Segretario Fnsi per quale motivo la "sua maggiornaza" continui ostinatamente a rifiutare che il fiduciario lombardo sia scelto, come sarebbe logico, tra i consiglieri di Inpgi.sicambia. Noi siamo per il cambiamento, non per il muro contro muro e ricordiamo anzi che proprio su richiesta dei consiglieri dell’opposizione si riunisce il 28 gennaio il consiglio d’amministrazione Inpgi (quello vecchio, tuttora in carica) per procedere con importanti delibere, mentre spetta al consiglio generale (quello nuovo, appena eletto) dare l’indirizzo per le scelte strategiche di lungo periodo: ciò dimostra che l’istituto continua a funzionare regolarmente con buona pace di chi teme (o spera) nel commissariamento. Carlo Ercole Gariboldi, Giuseppe Nicotri, Edmondo Rho Consiglieri generali Inpgi di Quarto Potere – eletti nell’alleanza Inpgi.sicambia

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