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Rai 26 Ago 2013

Verso un nuovo intervento di Berlusconi?Il Segretario Fnsi: mandarlo in onda non è obbligatorio

''Il videomessaggio di Berlusconi alla Rai? Può inviarlo certo ma mandarlo in onda non sarà un obbligo. Non lo è per la legge, non lo è, in principio, per le regole del giornalismo etico, che si basano sul criterio dell'interesse pubblico e non di quello privato. Non spetta a noi decidere sui modi e sulle possibilità agire in politica del cittadino Silvio Berlusconi. Ma quella dei videomessaggi, delle note pubblicate senza repliche né commento per volere del 'Capo' è una delle manifestazioni principali dei conflitti di interesse a cui va posto termine''. Lo afferma il segretario nazionale Fnsi Franco Siddi in un editoriale sul sito di Articolo21.

''Il videomessaggio di Berlusconi alla Rai? Può inviarlo certo ma mandarlo in onda non sarà un obbligo. Non lo è per la legge, non lo è, in principio, per le regole del giornalismo etico, che si basano sul criterio dell'interesse pubblico e non di quello privato. Non spetta a noi decidere sui modi e sulle possibilità agire in politica del cittadino Silvio Berlusconi. Ma quella dei videomessaggi, delle note pubblicate senza repliche né commento per volere del 'Capo' è una delle manifestazioni principali dei conflitti di interesse a cui va posto termine''. Lo afferma il segretario nazionale Fnsi Franco Siddi in un editoriale sul sito di Articolo21.

''I monologhi e i comizi non sono generi dell'informazione giornalistica. Sicuramente il servizio pubblico Rai non può essere un registratore di segnali che un modem manda automaticamente in rete. Sarebbe di sicuro interesse e motivo di rilancio se, invece - continua Siddi -, la Rai mettesse in agenda la trasmissione di tanta documentazione su tragedie infinite come quella siriana e egiziana, sui giornalisti incarcerati in Turchia che giornalisti free lance, senza sicurezza alcuna e in cerca di futuro, hanno prodotto con tanto sacrificio''. (ROMA, 26 AGOSTO - ANSA)

BERLUSCONI: SIDDI (FNSI), RAI NON OBBLIGATA A TRASMETTERE VIDEOMESSAGGIO

''Il videomessaggio di Berlusconi alla Rai? Puo' inviarlo certo ma mandarlo in onda non sarà un obbligo. Non lo è per la legge, non lo è, in principio, per le regole del giornalismo etico, che si basano sul criterio dell'interesse pubblico e non di quello privato. Non spetta a noi decidere sui modi e sulle possibilità dell'agire in politica del cittadino Silvio Berlusconi. Ma quella dei videomessaggi, delle note pubblicate senza repliche né commento per volere del 'Capo' è una delle manifestazioni principali dei conflitti di interesse a cui va posto termine''. Lo afferma il segretario nazionale Fnsi Franco Siddi in un editoriale sul sito di Articolo21. ''I monologhi e i comizi non sono generi dell'informazione giornalistica. Sicuramente il servizio pubblico Rai non puo' essere un registratore di segnali che un modem manda automaticamente in rete. Sarebbe di sicuro interesse e motivo di rilancio se, invece, la Rai mettesse in agenda la trasmissione di tanta documentazione su tragedie infinite come quella siriana e egiziana, sui giornalisti incarcerati in Turchia che giornalisti free lance, senza sicurezza alcuna e in cerca di futuro, hanno prodotto con tanto sacrificio'', conclude Siddi. com-ceg/mau/ss (ROMA, 26 AGOSTO - ASCA)

DIRITTI TV: SIDDI, TRASMETTERE VIDEOMESSAGGIO BERLUSCONI NON È UN OBBLIGO PER LA RAI
SEGRETARIO FNSI, MONOLOGHI E COMIZI NON SONO GENERI DELL'INFORMAZIONE GIORNALISTICA

"Il videomessaggio di Berlusconi alla Rai? Può inviarlo certo ma mandarlo in onda non sarà un obbligo. Non lo è per la legge, non lo è, in linea di principio, per le regole del giornalismo etico, che si basano sul criterio dell'interesse pubblico e non di quello privato. Non spetta a noi decidere sui modi e sulle possibilità di agire in politica del cittadino Silvio Berlusconi. Ma quella dei videomessaggi, delle note pubblicate senza repliche né commento per volere del 'Capo' è una delle manifestazioni principali dei conflitti di interesse a cui va posto termine". Lo afferma il segretario nazionale Fnsi Franco Siddi in un editoriale sul sito di Articolo21.
"I monologhi e i comizi non sono generi dell'informazione giornalistica. Sicuramente il servizio pubblico Rai non può essere un registratore di segnali che un modem manda automaticamente in rete.
Sarebbe di sicuro interesse e motivo di rilancio se, invece, la Rai mettesse in agenda la trasmissione di tanta documentazione su tragedie infinite come quella siriana e egiziana, sui giornalisti incarcerati in Turchia che giornalisti free lance, senza sicurezza alcuna e in cerca di futuro, hanno prodotto con tanto sacrificio", conclude Siddi. (ROMA, 26 AGOSTO - ADNKRONOS)

RAI: DI TRAPANI (USIGRAI), "GIORNALISTI RIFIUTINO METODO VIDEOMESSAGGIO"

"Trasmettere videomessaggi non è un obbligo. Men che meno in maniera integrale. Se non in casi specifici riferiti a organi costituzionali. E’ un richiamo forte alla responsabilità delle redazioni e dei direttori.
Quindi se, come annunciato, dovesse arrivare un nuovo videomessaggio di Silvio Berlusconi, dovrà essere valutato secondo l’unico criterio possibile: la notiziabilità e l’interesse dei cittadini". Lo afferma
Vittorio Di Trapani, segretario Usigrai in un editoriale sul sito di Articolo21.
"In sostanza, dovrà essere trattato come un qualunque altro comunicato che arriva nelle nostre redazioni. Compreso il diritto di replica a eventuali altri soggetti o organismi tirati in ballo. Chiarito questo, è il momento di ribadire con forza che noi giornalisti per primi dovremmo rifiutare e rigettare il metodo del videomessaggio. E’ la negazione del nostro lavoro: fare domande. La prima. E, soprattutto, la seconda. E’ una pratica inaccettabile quanto quella delle troupe mandate in giro senza giornalista
– a volte anche a domicilio – a raccogliere dichiarazioni di esponenti politici". "Lo diciamo da anni" conclude Di Trapani. "Lo abbiamo denunciato in riferimento a Beppe Grillo mesi fa. Lo ribadiamo oggi per Silvio Berlusconi. Un leader politico ha qualcosa di importante da dire?
Convoca un conferenza stampa, accetta una delle richieste di intervista ricevute dalle diverse testate, si sottopone alle domande. E’ la democrazia. E’ la libertà di stampa". (ROMA, 26 AGOSTO – DA ARTICOLO21)

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