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Rai 01 Gen 2012

Verna: “Cambiare i meccanismi che regolano la governance Ci vuole volontà politica. No al commissariamento”

''Siamo mobilitati da mesi con la campagna 'Riprendiamoci la Rai' perché si intervenga normativamente sul servizio pubblico radiotelevisivo, comprendo chi parla di commissariamento perché credo di condividerne la diagnosi: uno stato di cose che non può andare avanti oltre''.

''Siamo mobilitati da mesi con la campagna 'Riprendiamoci la Rai' perché si intervenga normativamente sul servizio pubblico radiotelevisivo, comprendo chi parla di commissariamento perché credo di condividerne la diagnosi: uno stato di cose che non può andare avanti oltre''.

Lo dice il segretario generale dell'Usigrai Carlo Verna. ''Ritengo diversa, però, la terapia: incidere in profondità con rimedi ordinari. A chi sostiene la tesi del commissariamento - spiega - domando con quale strumento normativo intenda realizzarlo di fronte ad un'azienda che ha chiuso il bilancio in pareggio, ed in ogni caso per farlo, chiedo, non occorrerebbe forse un provvedimento legislativo ad hoc?''.
''Allora visto che il consiglio di amministrazione scade, per fortuna, a marzo non è forse più logico - conclude - cambiare i meccanismi che regolano la governance attraverso una legge da metter su in tempi rapidissimi commissariando di fatto virtuosamente la pratica dei partiti di mettere le mani sulla Rai?''. (1 gennaio 2012 - ANSA)
LETTERA22: NO A DECRETI PER COMMISSARIARLA. NO ALL'ENNESIMO REGALO A PRIVATI


“È molto singolare la campagna che un grande (per dimensioni) gruppo editoriale italiano, che fa capo ad un editore 'svizzero', ha intrapreso sulla Rai, ventilando presunte o reali intenzioni del Governo di riformare la governance del servizio pubblico radiotelevisivo, ipotizzando addirittura la nomina di un commissario o la privatizzazione dell’azienda», e' quanto dichiara Paolo Corsini, presidente di Lettera22. «Si tratta di un’iniziativa costante e sospetta per vari motivi: in primo luogo in un Paese dove sono a rischio 300mila posti di lavoro, dove il famigerato spread è ancora sopra i 500 punti, dove molte banche sono a rischio default, la Rai non è certo un’emergenza. Il governo Monti è un esecutivo tecnico nato con un preciso mandato, quello di tamponare l’emergenza economica. Ogni altra iniziativa travalicherebbe questi mandato e il voto di fiducia espresso dal Parlamento. In secondo luogo, la governance della Rai è fissata dalla cosiddetta Gasparri: una legge approvata dal Parlamento. Si può ben discutere di riforma Rai ma questo compete al Parlamento. Chi scrive di possibili decreti governativi dimostra - a nostro avviso - la sua conclamata ignoranza in diritto costituzionale. Un decreto sulla Rai sarebbe un atto di golpismo, non ricorrendo quelle caratteristiche richieste dalla nostra Carta per il varo di un decreto», aggiunge Corsini. «Le verità sono evidentemente altre: la storia dimostra che spesso i governi tecnici hanno spalancato a false privatizzazioni risoltesi nell’accaparramento di pezzi di impresa pubblica da parte di gruppi imprenditoriali privati che hanno massimizzato i profitti e ucciso le aziende. Gli esempi che si potrebbero fare al riguardo sono molti. La Rai oggi, malgrado tutto, fa evidentemente ancora gola a qualche imprenditore privato che pensa in questo modo di risolvere i suoi problemi. Quanto alla volontà che viene attribuita al segretario del Pd, Pierluigi Bersani, di voler imporre una riforma della governance Rai, se così fosse, suggeriamo si cominci da qualche grande banca nazionale controllata indirettamente dagli enti locali territoriali e che rischia il default”.

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