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La sede dell'Asva ad Aosta (Foto: stampavaldostana.it)
Associazioni 05 Ott 2023

Valle d'Aosta, l'Asva: «In Italia non esiste la censura, né può farla un gruppo Facebook»

Il sindacato regionale contro un'amministratrice che ha contestato la pubblicazione su alcuni giornali di una presa di posizione di una politica locale espressa tramite il social network.

«Chi può "autorizzare" la pubblicazione di un articolo di giornale, di un servizio televisivo, di un altro contenuto d’informazione? Nessuno, se non la Costituzione. In Italia non esiste la censura, né può farla un gruppo Facebook. L’Associazione Stampa Valdostana, sindacato dei giornalisti valdostani, richiama tutti ai valori della tutela della dignità del lavoro e della libertà di stampa: se un fatto ha rilevanza pubblica lo decide un giornalista sulla base della deontologia e della legge, e dell’articolo 21 della nostra Costituzione in particolare. Allo stesso modo, è garantito il diritto di replica, a tutti». Lo ribadisce l'Asva in un comunicato stampa diffuso giovedì 5 ottobre 2023.

Il sindacato ragionale nella nota racconta un episodio che ha visto coinvolta un'esponente politica locale: «L’Asva ritiene inaccettabili toni e sentenze espressi all’interno di un gruppo Facebook dedicato alla città di Aosta, non nuovo ad attacchi ai giornalisti, la cui amministratrice in passato si è resa autrice di una "lista di proscrizione" delle testate amiche e di quelle sgradite al gruppo stesso. In particolare, la vicenda riguarda un post pubblicato dalla consigliera comunale di Aosta Sarah Burgay, che ha espresso la sua opinione con toni forti (sui quali non spetta a noi entrare nel merito). Come consigliera comunale, è un personaggio pubblico, in quanto tale degno di attenzione da parte dei cronisti. Allo stesso modo, la pagina Facebook conta oltre 26 mila iscritti. La presa di posizione della consigliera comunale è stata riportata da alcuni giornali locali: in un caso, l’amministratrice del gruppo ha dichiarato si trattasse "dell’unico articolo autorizzato", dopo aver minacciato la stessa redazione del giornale di azioni legali per aver violato la presunta privacy della vicenda ed essersi "fiondata" (per usare le sue stesse parole) nella sede della testata in questione, pretendendo di parlare con il giornalista che ha dato la notizia».

Il comunicato si chiude con una considerazione: «Atteggiamenti di questo genere non sono tollerabili: ribadiamo ancora una volta che nessuno può autorizzare o non autorizzare qualcuno a scrivere un fatto di interesse pubblico».

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