Ora vediamo chi è che vuole conservare e chi vuole innovare.
La riforma della Rai non può essere ridotta a una banale ristrutturazione, ma deve essere un vero progetto di riorganizzazione e rilancio dell'informazione del Servizio Pubblico.
Leggeremo con attenzione la risoluzione della Commissione della Vigilanza, ma
per il rispetto che si deve al Parlamento nessuno la tiri per la giacchetta.
Quindi, invece di fare battute, il Dg farebbe bene a spiegare perché non è
disponibile a parlare dell'informazione sulle reti.
Perché continua a mortificare le risorse interne, permettendo demansionamenti e
sottoutilizzazioni.
Perché parla tanto di trasparenza, ma intanto non accetta il confronto sui
conti, e per giunta la selezione pubblica per giornalisti ottenuta dall'Usigrai
è in spaventoso ritardo.
Come intende assicurare identità delle testate e il pluralismo
dell'informazione.
Chi vuole riformare discute, si confronta e trova soluzioni.
Chi vuole conservare, rilascia dichiarazioni stampa a esclusivo beneficio della
propria immagine.
Roma, 12 febbraio 2015
Esecutivo Usigrai
USIGRAI SU RENZI
Una grande rivoluzione. È quello che serve alla Rai. Per
questo condividiamo e raccogliamo la sfida del Presidente del Consiglio Matteo
Renzi.
In tempi rapidi è possibile mettere in atto una trasformazione complessiva del
Servizio Pubblico per rafforzarne il primato in Europa, una trasformazione che
da un lato la renda libera dai partiti e dai governi, e dall'altro la
riorganizzi, con risorse certe, per metterla al passo come grande azienda
crossmediale, che mantenga la dimensione attuale e la sua natura come bene
comune dell'informazione.
Ognuno faccia la propria parte. L'Usigrai è pronta. Roma, 16 febbraio 2015
Esecutivo Usigrai