«Nella vicenda dell'ammanco e della truffa ai danni dell'Usigrai non è coinvolto alcun giornalista né interno né esterno all'azienda, né attivo né in pensione». Lo ribadisce in una nota l'Esecutivo Usigrai, ricordando di averlo «scritto in un comunicato a tutti gli iscritti il 19 settembre, lo ha ribadito ieri nell'assemblea dei Cdr, alla presenza dei propri avvocati. Eppure oggi il quotidiano Libero scrive che l'indagato è un giornalista Rai in pensione. Niente di più lontano dal vero. Sarebbe bastata una semplice telefonata ad uno qualunque dei giornalisti Rai per accertare la verità. E poi cifre inventate sull'ammanco. Continui riferimenti tendenziosi ed equivoci su una vicenda spiegata con grande chiarezza e trasparenza dai legali del sindacato e di cui l'Usigrai in tutta evidenza è parte lesa».
«Parla di sex scandal quando l'avvocato Barone ha chiaramente spiegato che l'indagato in una prima fase aveva giustificato l'utilizzo dei fondi sottratti per incontri galanti, ma che in realtà quella non era altro che una scusa per coprire un meccanismo predatorio molto più articolato e che coinvolgeva almeno un'altra persona - prosegue la nota dell'Usigrai - Inesattezze, bugie, falsità, per l'ennesima volta Libero sceglie di occuparsi di Usigrai raccontando in maniera del tutto falsa la vicenda degli ammanchi. Spiace che la bufala sia stata ripresa da un sito come Open che ha ben altra autorevolezza rispetto al quotidiano. E poi, da ultimo, la narrazione su un nascente sindacato, senza raccontare che al momento si tratta solo di un’associazione».
«Usigrai in merito alle falsità riportate sulla questione ammanchi si riserva di intraprendere azioni a sua tutela in tutte le sedi e chiede fin da subito una smentita sul ruolo ed il profilo del soggetto presunto autore degli ammanchi», conclude l'Esecutivo Usigrai. (Adnkronos, 16 novembre 2023)