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Microfoni della Tgr Rai
Usigrai 17 Gen 2025

Usigrai e Coordinamento Cdr Tgr: «La Rai taglia il budget e ridimensiona l’informazione regionale»

I rappresentanti sindacali: «L’unico interesse dell’azienda in questo settore è risparmiare».

«Parlano di efficientamento delle risorse, ma intendono tagli lineari, che determinano un ridimensionamento del servizio pubblico regionale. La risposta della Rai alla Commissione di Vigilanza sulla disastrosa situazione delle troupe nella Tgr ha il merito di rendere chiaro quale è il vero interesse dell'azienda quando si parla di informazione regionale: risparmiare, senza curarsi delle disposizioni del Contratto di Servizio che prevedono "la valorizzazione delle sedi regionali e il racconto all'interno dell'informazione regionale delle diverse realtà sociali, economiche e culturali provinciali"». Così il Coordinamento Cdr Tgr e l'Esecutivo Usigrai in un comunicato stampa diffuso venerdì 17 gennaio 2025.

La nota prosegue: «Racconto che secondo l'azienda dovremmo fare da remoto, senza andare sui territori, senza parlare in prima persona con cittadini e cittadine, istituzioni, realtà associative, lavoratori e lavoratrici. Scrive la Rai, come se fosse un merito: "L'uso delle piattaforme per videoconferenze ha permesso un notevole risparmio sui costi di personale e servizi, riducendo la necessità di attivare troupe giornaliere". Traduciamo: interviste via Skype, con bassa qualità video, condite da immagini di repertorio che ci ancorano al desk, negandoci un rapporto diretto con gli interlocutori. Un modello evidentemente virtuoso secondo l'azienda, che in questi anni ha solo voluto risparmiare sull'informazione regionale, tra budget e troupe ridotte, telecineoperatori pensionati e mai sostituiti, trasferte sempre meno frequenti. Tutto questo mentre le nomine al vertice della testata, al contrario, tra vicedirettori e condirettori, si moltiplicavano. Con buona pace della necessità di razionalizzazione».

Coordinamento Cdr Tgr e l'Esecutivo Usigrai sottolineano come il piano editoriale sia «calato dall'alto e attuato diligentemente da una direzione due volte sfiduciata. Una strategia mai apertamente comunicata alle redazioni che ci sta allontanando dalle province e dai paesi confinandoci al racconto a mezzo servizio delle principali città. Giornaliste e giornalisti tenuti deliberatamente a distanza dai fatti in una testata che dovrebbe al contrario andare a cercare le notizie sul territorio per portarle poi fuori dalle regioni, nelle migliaia di servizi che vengono forniti ogni anno alle testate nazionali. Solo chi è distante anni luce dal lavoro sul campo – proseguono i rappresentanti sindacali - può prendere l'innovazione tecnologica come pretesto per giustificare la "razionalizzazione" delle risorse. Il fondamentale apporto dei tecnici multifunzione, peraltro senza adeguata formazione, resta poi a macchia di leopardo, frenato dalla cronica carenza di organico delle sedi regionali, che l'azienda continua a svuotare di figure centrali per un corretto funzionamento, a partire dal personale delle segreterie».

La nota si conclude ribadendo che «questa strada è un vicolo cieco. Lo dicono le redazioni e, una volta emersi dalla palude nella quale i partiti stanno tenendo la Rai e la Tgr, ci auguriamo che lo dica chiaramente anche la prossima direzione».

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