Il Consiglio Nazionale dell’Unione Giornalisti Pensionati, riunito a Roma il 24 ottobre 2005, prende atto della decisione del Consiglio di Amministrazione dell’Inpgi di integrare una parte delle pensioni del 2004 con l’erogazione di una tantum ed apprezza l’iniziativa adottata nello spirito di limitare (per quanto possibile) i danni causati dal mancato recupero del fiscal drag e dall’inflazione.
Il Consiglio Nazionale dell’Unione Giornalisti Pensionati, riunito a Roma il 24 ottobre 2005, prende atto della decisione del Consiglio di Amministrazione dell’Inpgi di integrare una parte delle pensioni del 2004 con l’erogazione di una tantum ed apprezza l’iniziativa adottata nello spirito di limitare (per quanto possibile) i danni causati dal mancato recupero del fiscal drag e dall’inflazione. Esprime, tuttavia, un giudizio negativo per le forti limitazioni nell’elargizione che escludono dal beneficio una parte rilevante dei pensionati. Si tratta quindi di un’iniziativa che non risolve affatto il problema della tutela perequativa delle pensioni dirette dei giornalisti e dei superstiti, come richiesto a più riprese dall’Ungp. Il Consiglio Nazionale dell’Unione ancora una volta insiste per la modifica dell’art. 7 del Regolamento dell’Inpgi che eviti decisioni di carattere discriminatorio e, nel frattempo, invita il Consiglio di Amministrazione dell’Inpgi ad integrare la delibera in questione prevedendo la sua estensione a tutti i trattamenti di pensione in essere. Invita la Fnsi, in sede di ratifica della delibera a farsi carico della modifica come richiesto dall’Ungp sottolineando l’inaccettabilità dell’attuale formulazione. Il Consiglio Nazionale dell’Ungp, riunito a Roma il 24 ottobre, respinge con fermezza la posizione di netta chiusura degli editori riguardo alla vertenza contrattuale in corso. I giornalisti pensionati: ribadiscono la loro completa adesione alla lotta ingaggiata dalla Fnsi per salvaguardare i diritti di tutti i colleghi, tutelare le loro condizioni di lavoro, dare un futuro di certezze a tutti gli operatori dell’informazione oggi sfruttati, sottopagati, in balia di un precariato sempre più connaturato alla professione; auspicano che non venga meno l’unità finora dimostrata dalle redazioni che hanno compreso come sia cruciale questa battaglia per sconfiggere i fautori della flessibilità più spinta, che significa un domani con meno sicurezze, meno indipendenza, libertà di stampa appannata, docilità e acquiescenza; ritengono che nell’attuale situazione di stallo delle trattative, soltanto le conseguenti azioni di lotta , già decise dal sindacato, potranno riaprire la porta del dialogo con gli editori; giudicano l’ipotesi di contratto-ponte percorribile soltanto se , accanto a un consistente risultato economico, si ottengano - come è richiesto anche da numerosi Cdr di importanti testate - la garanzia della sospensione degli effetti della legge 30, lo sblocco della riforma previdenziale varata dall’Inpgi con l’approvazione degli stessi editori, e il via libera alle altre iniziative nel settore della previdenza principale e complementare: fra queste la contestuale costituzione - collegata all’accordo biennale – di un Fondo per la perequazione gestito dall’Inpgi e alimentato da un contributo mensile percentuale, calcolato sulla retribuzione dei giornalisti dipendenti, a carico delle aziende editoriali; sottolineano che la novità della costituzione del Fondo di perequazione, su iniziativa delle parti sociali, sarebbe nell’attuale fase un segnale di concretezza e di positività per la ricerca di soluzioni future di lungo periodo anche sugli altri temi contrattuali, nell’interesse dei giornalisti ma anche dei loro datori di lavoro; si augurano che per il sindacato unitario la sacrosanta difesa dei diritti dei giovani colleghi si accompagni sempre ad un’azione di salvaguardia della sicurezza previdenziale presente e futura per tutta la categoria e del potere d’acquisto delle pensioni in essere tartassate dal carovita.