Un momento di saluto, ma anche di confronto sul presente e sul futuro dell’informazione in Veneto. È questo il senso dell’incontro natalizio tra il presidente della Regione Alberto Stefani e i rappresentanti dei giornalisti e degli operatori della comunicazione, che ha offerto l’occasione per fare il punto su un settore attraversato da trasformazioni profonde e da criticità ormai strutturali.
«Una democrazia compiuta – è stato ribadito – ha bisogno di una stampa libera, indipendente e autorevole, rispettosa dei diritti e della dignità delle persone. E non può fare a meno di professionisti formati, liberi e valorizzati dal proprio lavoro». Un messaggio rivolto non solo ai giornalisti, ma anche agli editori e alle istituzioni.
Nel corso dell’incontro è stato sottolineato come il 2025 si chiuda con un importante cambiamento sul piano politico, segnato dall’insediamento di un nuovo presidente della Regione e di una nuova Giunta, mentre nel mondo dell’informazione i mutamenti restano più lenti e disomogenei. La recente riorganizzazione di Nem e quella in corso de Il Gazzettino hanno portato a un ricambio generazionale nelle redazioni, un elemento positivo che tuttavia non è sufficiente a risolvere i problemi strutturali dell’editoria.
Il calo della carta stampata resta infatti pesante e strutturale. Il digitale cresce, ma non riesce a compensare le perdite economiche dei media tradizionali, anche a causa dello spostamento degli investimenti pubblicitari verso i grandi motori di ricerca e le piattaforme social. In questo quadro, è stato ricordato come negli ultimi anni i fondi pubblici siano stati spesso utilizzati dagli editori per ridurre il personale, aumentando i carichi di lavoro nelle redazioni senza migliorare la qualità dell’informazione.
Una situazione aggravata da un contratto nazionale scaduto da oltre dieci anni, nato prima dell’esplosione del web, dei social e dell’intelligenza artificiale. Un contratto che oggi non offre regole adeguate per governare l’organizzazione del lavoro, garantire la formazione continua e affrontare le sfide poste dalle nuove tecnologie. «Senza organici adeguati e senza tempo per formarsi il rischio concreto è quello di impoverire il lavoro giornalistico e, di conseguenza, il diritto dei cittadini a un’informazione seria, autonoma e puntuale».
Particolare attenzione è stata dedicata anche al tema dei collaboratori, sui quali si regge gran parte dell’informazione locale, ma che negli anni sono stati sottopagati e progressivamente espulsi dal mercato del lavoro giornalistico, fino a creare oggi una carenza strutturale di professionalità.
Nonostante le difficoltà, dal sindacato arriva un messaggio di cauto ottimismo. Il 2026 potrebbe rappresentare un anno di svolta, a partire dal confronto annunciato tra Fnsi e Fieg l’8 gennaio per riaprire il tavolo contrattuale, dai rinnovi degli organici legati a stati di crisi già dichiarati e dalle nuove iniziative editoriali annunciate anche in Veneto.
«Come sindacato – è stato ribadito – vigileremo affinché questi passaggi avvengano nel rispetto del lavoro giornalistico e della qualità dell’informazione, confidando anche nella collaborazione delle istituzioni regionali. Perché un’informazione forte e libera è un bene per tutti ed è uno stimolo fondamentale per chi ricopre incarichi pubblici e vuole svolgerli al meglio».
Il presidente Stefani ha ringraziato Andrea Buoso, presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Veneto, e Alessio Antonini, vicesegretario vicario del Sindacato giornalisti Veneto, per il confronto e lo scambio di auguri, con l’impegno comune a difendere un’informazione libera, di qualità e capace di contrastare la diffusione delle fake news. (Da sindacatogiornalistiveneto.it)