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Internazionale 19 Mar 2007

Una lacrima sul volto di Reagan fa arrabbiare i lettori di “Time”

Ronald Reagan piange, e i lettori di Time vanno su tutte le furie. La redazione della prestigiosa rivista americana nei giorni scorsi è stata infatti subissata da decine di e-mail di protesta per una finta lacrima aggiunta sul volto dell’ex presidente degli Stati Uniti, scomparso nel 2004.

Ronald Reagan piange, e i lettori di Time vanno su tutte le furie. La redazione della prestigiosa rivista americana nei giorni scorsi è stata infatti subissata da decine di e-mail di protesta per una finta lacrima aggiunta sul volto dell’ex presidente degli Stati Uniti, scomparso nel 2004.

La foto del Reagan lacrimante è stata pubblicata in copertina, sotto al titolo “How the Right Went Wrong” (“Come il giusto è diventato sbagliato”), con un occhiello che recita: “Cosa farebbe Ronnie? Perché i candidati repubblicani devono tornare alla dinastia Reagan?”. L’immagine, firmata da Tim O’Brien, non è però piaciuta ai lettori di Time, sentitisi evidentemente ingannati dal ritocco apportato all’immagine dell’ex presidente. Secondo il direttore Rick Stengel non c’è però nulla di male, visto che all’interno viene specificato che l’immagine non è autentica, ma frutto del lavoro computerizzato di O’Brien. “Non abbiamo mai cercato di farla passare per una fotografia originale – ha spiegato Stengel – anche se devo ammettere che la didascalia dove viene attribuita l’opera al suo autore, specificando che si tratta di un lavoro con Photo-Shop, è in una pagina interna e non è molto visibile”. Una spiegazione che forse placherà gli animi dei lettori, ma probabilmente non quello di Michael Reagan, il figlio di Ronald, che dopo aver visto l’immagine ritoccata si è dichiarato “molto offeso”, sottolineando che “papà non ha mai pianto”. Non è comunque la prima volta che Tim O’Brien riduce in lacrime un personaggio famoso per la copertina di Time: nel 1989 infatti un ritratto di George Washington piangente fu pubblicato in prima con il titolo: “Il governo è morto?”. In quel caso però nessuno se la prese più di tanto, e anzi l’opera di O’Brien finì per essere esposta alla National Gallery. (9Colonne)

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