In merito alla vicenda dell'azzeramento dell'ufficio stampa del Consiglio regionale della Calabria, «la Commissione speciale di Vigilanza all'unanimità chiede, in autotutela, la sospensione dell'esecutività del provvedimento dirigenziale di 'licenziamento' dei giornalisti e la contestuale apertura di un tavolo tecnico-politico di confronto, anche alla luce della nuova normativa nazionale afferente i giornalisti in servizio nelle Regioni». È quanto rende noto il presidente della Commissione speciale di Vigilanza, Domenico Giannetta a conclusione dei lavori dell'organismo. «Un tavolo – si legge in una nota – che possa superare le attuali tensioni e portare ad una soluzione condivisa per fare in modo che il Consiglio continui ad avvalersi dell'ufficio stampa e i giornalisti proseguano, legittimamente, nel proprio percorso lavorativo».
La Commissione, composta dai consiglieri Carlo Guccione (PD), Pietro Molinaro (Lega), Marcello Anastasi (IRIC) su delega di Graziano Di Natale, Pierluigi Caputo (FI) e Baldo Esposito (CDL), sempre alla unanimità, «ha votato un atto di indirizzo per investire formalmente della questione l'ufficio di presidenza del Consiglio regionale, al fine di riesaminare le decisioni assunte, previa acquisizione di un parere legale da parte del collegio dei consulenti giuridici del Consiglio».
La Commissione, sottolinea Giannetta, «vigilerà e accompagnerà questo percorso fino al raggiungimento delle soluzioni. Riteniamo imprescindibile che su una vicenda così importante la politica si debba riappropriare del proprio ruolo. Per la prima volta nella sua storia, il Consiglio regionale, si ritrova deprivato di una delle sue strutture portanti, l'ufficio stampa, istituito con leggi regionali tuttora vigenti ed efficaci, in conseguenza di una determina della segretaria generale reggente, che ha interrotto drasticamente i rapporti di lavoro con i giornalisti che prestano servizio ininterrottamente da 35, 31 e 20 anni. Una vicenda che sta rischiando di diventare una bomba ad orologeria, di cui si stanno occupando gli organismi rappresentativi dei giornalisti e su cui è stato presentato anche un esposto alla Procura della Repubblica».
Aggiunge Giannetta: «Senza in alcun modo entrare nelle vicende giudiziarie, la Commissione speciale di Vigilanza, in ossequio ai principi di legalità, equità e trasparenza e al rispetto che è dovuto ai diritti soggettivi, ha ritenuto doveroso chiarire e approfondire le motivazioni e gli effetti di questa abnorme e grottesca decisione. E far emergere gli indirizzi e le determinazioni consequenziali, in considerazione del fatto che il Consiglio regionale non possa prescindere da un qualificato servizio di ufficio stampa, così come configurato dalle proprie leggi e dalla molteplicità di deliberazioni degli uffici di Presidenza e di atti amministrativi, a garanzia del diritto dei cittadini ad essere informati, nel rispetto del principio del pluralismo dell'informazione e della verità sostanziale dei fatti».
Va evidenziato, prosegue la nota, «che la Commissione, pur avendo approfondito i provvedimenti emessi, non ha potuto ascoltare le ragioni dell'amministrazione regionale considerato che la segretaria generale Stefania Lauria ha, purtroppo, preferito sottrarsi al confronto democratico, adducendo profili di irregolarità regolamentari e che, in conseguenza della sua decisione, anche i dirigenti invitati non hanno preso parte ai lavori».
La Commissione, «ha comunque proceduto – aggiunge Giannetta – all'audizione dei giornalisti interessati e del dottor Giuseppe Soluri, presidente regionale dell'Ordine professionale, da cui è emerso che la determina, adottata dal dirigente generale su indicazione dell'ufficio di Presidenza del Consiglio, richiama una sentenza riguardante un giornalista, non definitiva, e quindi revocabile, che è stata già impugnata. Ciò implica che potrebbe essere riformata in tutto o in parte e con ciò far venir meno i presupposti dell'interruzione del rapporto di lavoro. Buon senso avrebbe suggerito che prima di assumere, erga omnes, decisioni così traumatiche si attendesse l'ulteriore provvedimento giudiziario. L'azzeramento dell'ufficio stampa – incalza Giannetta – è stato stigmatizzato dal presidente dell'Ordine dei giornalisti della Calabria sotto il profilo dei diritti dei giornalisti che hanno prestato servizio senza interruzioni per tutti questi anni».
La Commissione Speciale di Vigilanza, conclude il presidente Giannetta, «si riserva di formalizzare un documento di sintesi e impegna l'ufficio di Presidenza del Consiglio regionale ad esaminare, anche attraverso un confronto civile con gli stessi giornalisti e le loro rappresentanze ordinistiche e sindacali, la sostenibilità, giuridica, etica e sociale, delle ragioni poste a fondamento dell'azzeramento dell'ufficio stampa in considerazione delle ripercussioni che ne derivano per l'intero Consiglio». (Ansa)